Fonte:Rinascita
Sfuggire alle influenze persuasive della pubblicità è oggi un proposito
impervio per chiunque. Rispetto ai nostri predecessori, infatti, noi
uomini contemporanei subiamo condizionamenti culturali, programmati e
mirati, oltremodo intensi.
I media di massa sono il maggior canale di trasmissione di messaggi
finalizzati a condizionare le nostre scelte, finanche le nostre
opinioni. Per questo, i pubblicitari si servono di tecniche e tecnologie
tra le più avanzate, avvalendosi dell’ausilio di psicologi,
sondaggisti, sociologi, grafici, registi, attori, personaggi pubblici
vari. Questo sistema genera un mercato che muove cifre enormi, derivanti
dalle spese che noi stessi, consumatori indefessi, sosteniamo per
soddisfare i nostri bisogni indotti.
Come nota Federico Cenci, dell’ASI, agenziastampaitalia.it, “molti
studiosi fanno risalire la moderna influenza del pubblico all’inizio del
secolo scorso, in particolare al lavoro di Edward L. Bernays,
considerato il padre della persuasione. Nel suo libro intitolato
“Propaganda”, il pubblicista americano di origine austriaca scriveva:
“Coloro che hanno in mano questo meccanismo(…) costituiscono (…) il vero
potere esecutivo del Paese. Noi siamo dominati, la nostra mente
plasmata, i nostri gusti formati, le nostre idee suggerite, da gente di
cui non abbiamo mai sentito parlare. (…) Sono loro che manovrano i
fili…”. Bernays, che approfondì le idee sul subconscio di suo zio
Sigmund Freud applicandole alla scienza emergente della persuasione di
massa, si riferiva sia alla propaganda politica che a quella
commerciale. Gli strumenti utilizzati da questi due tipi di propaganda,
del resto, sono gli stessi.
Dopo che nel 1917 il presidente Wilson dichiarò l’ingresso statunitense
nella prima guerra mondiale al fianco delle potenze dell’Intesa e contro
Germania e Austria, l’apporto di Bernays nei confronti del governo
risultò determinante per guadagnare un inizialmente insperato consenso
da parte del popolo americano. Il motto “fare del mondo una democrazia
più sicura” si affermò nell’opinione pubblica grazie a ingenti numeri di
volantini, manifesti, comunicati stampa - soprattutto prodotti
cinematografici prodotti dall’industria di Hollywood - che dipingevano
le popolazioni germaniche come criminali da debellare e lo zio Sam come
uno sceriffo buono e rassicurante. E’ ragionevole considerare Bernays il
pioniere di un metodo di propaganda bellica tutt’ora decisamente
efficace.
La fama di Bernays si sviluppò notevolmente, molti i lavori che gli
vennero commissionati dalle aziende e dal governo americano, data la
facilità che egli aveva di ottenere successo per mezzo del suo assioma
fondamentale:“Controllare le masse senza che esse lo sappiano”.
Le sue parole dovrebbero suonare come un campanello d’allarme, sono la
conferma comprovata - ammessa dallo stesso artefice primo di questo
sistema di persuasione diffuso - che la nostra mente è esposta, senza
difese, a un persistente meccanismo pubblicitario che, così operando su
larga scala, manipola le masse.
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