La crisi economica attuale oltre alle cause ben note e risapute forse ha anche altre cause che “vengono da lontano”. Una di queste sicuramente è la grande rivoluzione informatica e tecnologica degli ultimi decenni: essa ha creato “nuovi” posti di lavoro ma con l’automatizzazione ha anche generato tanta disoccupazione.
La rivoluzione tecnologica è diversa dalle altre perchè ha cambiato ogni cosa: è stata una rivoluzione radicale.
L’asse nevralgico del “nuovo mondo avanzato” si è spostato verso i paesi emergenti che investono molto sulla tecnologia, la ricerca e l’innovazione.
Poi c’è il “solito” discorso sulla manodopera che nei paesi emergenti spesso costa meno.
Ma una delle cause che stanno alla base della crisi economica attuale è l’eccessiva polarizzazione sociale con un conseguente impoverimento della classe media.
L’impoverimento della classe media ossia “quelli che consumano” è uno dei fattori che ha generato la crisi della domanda la quale è una delle cause scatenanti della crisi economica.
Inoltre l’eccessiva finanziarizzazione delle economie “ha fatto la sua parte” insieme alla mancata regolamentazione dei mercati e delle borse.
Ci sono diverse vie per uscire da questa crisi: vi è il bisogno di un intervento maggiore dello stato e del pubblico nelle economie e un totale ripensamento della dottrina economica neoliberista in senso keynesiano. Oltre a ciò una maggiore redistribuzione dei redditi verso le classi sociali più deboli e verso la piccola e media borghesia.
Le eccessive disuguaglianze dovute alla dottrina economica attuale sono tra annoverare tra le cause della crisi economica: il neoliberismo propugnato dalla “Scuola di Chicago”e da leader come Reagan e la Thatcher il quale è da sostituire con un nuovo paradigma economico e sociale.
Le disuguaglianze sociali sono un problema perchè sconvolgono l’equilibrio sociale necessario al sistema economico per poter andare avanti.
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