Quello che sta accadendo negli ultimi anni nella capitale inglese non è fantascienza ma l’impensabile che si traduce in realtà. È la dimostrazione che quando si è di fronte alla convergenza delle potenzialità e delle diversità con il fine ultimo del benessere collettivo ogni ostacolo può essere sormontabile e in breve tempo anche le barriere culturali e comportamentali possono essere modificate e sgretolate.
Parliamo di salute, ambiente, risparmio, maggiore vivibilità, migliore qualità della vita e di tanto altro. E tutto ciò sta dentro ad un’idea pensata e portata avanti coerentemente dal 2010 dal sindaco di Londra, il 'conservatore' Boris Johnson insieme a tanti altri collaboratori e supporter, tra i quali i numerosi cittadini-ciclisti del Regno Unito, si stima siano 20 milioni.
L’idea è quella del 'bike sharing' con il quale Londra negli ultimi anni si è dotata di 4.200 stazioni di noleggio pubblico e di 8mila bici pubbliche. Una campagna, finanziata anche da una banca privata, in favore delle due ruote ed un formidabile piano realizzato con milioni di sterline investite dal governo per portare avanti una vera e propria rivoluzione; la rivoluzione della bicicletta nel mondo londinese.
Dall’idea alla sfida e così, in vista dei Giochi Olimpici del prossimo agosto, il bike sharing è ben presto divenuto il tentativo, sembrerebbe riuscito, di costruire una nuova maniera di vivere e l’opportunità da cogliere per cambiare in positivo i comportamenti consolidati della gente.
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Sono stati migliorati i collegamenti per Londra con itinerari ciclabili che dalla periferia londinese portano verso il centro. Sono state create delle corsie preferenziali nonché le Cycle Superhighways, delle autostrade riservate alle due ruote (strade segnalate in blu), sono state realizzate delle piste pedonali e ciclabili (strade verdi) e ancora itinerari protetti (strade gialle) e piste alternative fuoristrada (strade marroni).
Un sistema ed una rete di 15 mappe guidate del Comune di Londra che permetteranno ai turisti, ai londinesi e agli appassionati sportivi di partecipare ed assistere ai differenti eventi olimpici a colpi di pedale.
Londra negli ultimi anni si è dotata di 4.200 stazioni di noleggio pubblico e di 8mila bici pubbliche
Insomma dalla periferia al cuore della City, dai canali ai parchi, dai mercati ai pub si snoda una rete ciclabile lunga 75km.
E che dire del nuovo sistema di semafori londinese che attribuisce automaticamente agli incroci la precedenza ai ciclisti? La precedenza al mezzo eco, ulteriore incentivo e premio per chi preferisce la bicicletta. E delle strutture collaterali che continuano a nascere per facilitare il crescere della nuova salutare ed ecologica vita su due ruote? Le sedi lavorative, gli uffici ed altri luoghi pubblici si dotano sempre più di docce e spogliatoi per evitare ogni tipo di disagio al cittadino-ciclista oltre che per incentivarlo sempre maggiormente all’utilizzo delle due ruote.
La rivoluzione della bicicletta apre le porte alle nostre future vite, quelle di nuovi cittadini, coscienti, consapevoli e sensibili ad un progresso sociale differente. Tale rivolta potrebbe rappresentare la soluzione vincente a tanti problemi che tuttora difficilmente il cittadino europeo riesce a vedere e a cogliere.
Itinerari e piste ciclabli diventeranno permanenti dopo i Giochi Olimpici di quest’estate
Ne trarrebbero forte impulso lo stile di vita, la salute, l’umore della gente e, contestualmente, si darebbe respiro all’ambiente. Indirettamente si potrebbe persino incidere su problematiche che non viviamo sotto casa come il fenomeno del land grabbing legato alla produzione di biocarburanti per i trasporti del mondo 'civilizzato'.
Attenzione, non possiamo attendere una bacchetta magica trasformatrice di abitudini e stili di vita consolidati, occorre impegnarsi e giocare il ruolo di cittadini abbandonando per una volta quello di consumatore a tutti i costi affibbiatoci ad arte. Occorre contribuire personalmente e richiedere che si favorisca e si inneschi questo tipo di cambiamento. Occorre trovare i nostri Boris Johnson, ma prima di tutto bisogna maturare in consapevolezza affinché si possano gettare le basi e le condizioni per modificare realmente i comportamenti, le 'inquinanti' comodità acquisite dall’uomo moderno, e affinché il senso civico e il senso di civiltà possano costituire i pilastri di un nuovo essere e di un nuovo divenire.
Fonte:il Cambiamento
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