Di Alberto Lembo
Il 7 dicembre 2011 i “saggi” della Commissione europea hanno adottato una “Proposta di regolamento” che ha l’obiettivo di “migliorare il rispetto e l’osservanza dei diritti umani e delle libertà fondamentali nei paesi dove sono maggiormente a rischio” e, in parallelo, quello di “sostenere e consolidare le riforme democratiche nei paesi terzi, rafforzando la democrazia partecipativa e rappresentativa”…
Questo nuovo regolamento, su cui, ovviamente, il governo
italiano (italiano o di chi?…) non ha espresso obiezioni, consentirebbe
all’Unione Europea di finanziare direttamente specifiche azioni mirate
attraverso sovvenzioni dirette, con una dotazione finanziaria che per il
periodo 2014-2020 ammonta a un miliardo e 578 milioni di euro. Il suddetto governo italiano, secondo la nota trasmessa il 23 gennaio 2012, approva l’iniziativa in quanto la
proposta si pone perfettamente in linea con gli obiettivi di tutela
delle libertà fondamentali e di promozione della democrazia perseguiti
dallo Stato italiano… Nel complesso, anzi, la proposta “appare in linea con gli interessi nazionali” in quanto questi sono in sintonia con “l’adozione
di uno strumento finanziario volto alla promozione della democrazia e
dei diritti umani nel mondo e che non comporti incidenze negative
sull’ordinamento interno, posto che la sua efficacia è tutta volta ad operare in paesi terzi”.
Dopo i guai combinati e tuttora in corso
in varie aree geografiche dove si è esercitata l’ingerenza anche
militare degli Stati della U.E., direttamente o sotto altri nomi, si
utilizzerà questo nuovo regolamento in modo che la U.E. possa erogare
assistenza a fronte di questioni mondiali, regionali, nazionali e locali attinenti ai diritti umani e ai processi di democratizzazione, in
regime di partenariato con la società civile, ovvero sostenendo i più
diversi tipi di azioni sociali svolte da persone o gruppi indipendenti
dallo Stato e attivi nel campo dei diritti umani e del sostegno alla
democrazia… Il regolamento definisce anche il quadro per il
sostegno alle missioni “indipendenti” di osservazione elettorale
dell’U.E., che necessitano coerenza strategica, un sistema di gestione
unificato e norme operative comuni… [ Ho partecipato come osservatore,
in passato, a queste missioni e conosco le direttive impartite… ].
Siamo di fronte al più spudorato esempio
di ingerenza negli affari interni di altri soggetti internazionali, con
l’esplicita ammissione che il rapporto sarà attivato esclusivamente con
persone o gruppi indipendenti dallo Stato. Il “buonismo” dell’azione, è rivolto, secondo quanto si dichiara, a “promuovere
e potenziare la democrazia nonché la protezione dei diritti umani e
delle libertà fondamentali… rafforzare il quadro internazionale per la
tutela dei diritti umani… consolidare la fiducia nei processi elettorali
democratici…”.
Una, dieci, cento “Primavere arabe”…. dunque, per
destabilizzare i regimi arabi laici e favorire le vittorie
“democratiche” degli estremisti islamici! E un occhio anche ad est, dove
sicuramente si potrebbe finanziare qualche gruppetto di “democratici”
in Ucraina o in Bielorussia, due Stati a caso…, contro i loro governi e
in nome dei sacrosanti “diritti umani”, perché si esplicita nel testo
che il regolamento proposto non è vincolato al consenso dei governi e di altre autorità pubbliche del paese terzo,
legittimando in tal modo aiuti ai più vari gruppi di opposizione
istituzionale, purchè dimostrino di essere allineati ai princìpi
ispiratori dell’azione. Sembra di tornare al “buon tempo andato”
quandola Gran Bretagna esportava “democrazia” nelle Due Sicilie o in
Cina e reprimeva nel sangue ogni richiesta di libertà in Irlanda….
Sempre a casa degli altri, comunque, perché il governo italiano (?)
ha chiarito che nessun collegamento o ricaduta può essere ipotizzato
all’interno, e a nostre spese!
Fonte: http://www.lindipendenza.com/ue-come-rapinare-i-popoli-europei-e-destabilizzare-i-vicini/
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