Fonte: Ecoo * |
Ma da questo punto di vista quello di Ostiglia non può essere considerato un caso isolato: proprio in Emilia Romagna il Governo ha riconsiderato la possibilità di costruire un deposito di gas. Forse il Governo non ha presente il pericolo che realizzazioni di questo tipo possono rappresentare?
Si è parlato tanto soprattutto a proposito del pericolo nucleare. La questione è stata sollevata da quanto è successo in Giappone qualche tempo fa: anche lì un terremoto terribile ha determinato danni all’impianto nucleare, con una conseguente dispersione di radioattività .
Proprio in seguito a quegli episodi molti Paesi nel mondo hanno rivisto i loro progetti intorno al nucleare. In Italia si è optato per un referendum, il quale ha fatto prevalere il parere contrario dei nostri connazionali nei confronti del ricorso all’energia nucleare.
Se veramente si fosse deciso per un impianto nucleare, a questo punto dovremmo contare i danni, oltre che delle macerie e dei morti dovuti ai crolli, determinati anche dalla radioattività .
È certo facile giudicare con il senno di poi, ma in questo caso è prevedibile che i danni provocati dal terremoto ad un impianto nucleare possono essere ingenti, con conseguenze terribili per gli uomini. D’altronde nel nostro Paese il rischio sismico non si può non tenere in considerazione, visto che la nostra penisola è esposta al pericolo dei fenomeni sismici.
La realizzazione di una centrale nucleare deve per forza tenere conto della compatibilità ambientale del territorio e in questa compatibilità rientra ance il pericolo di un eventuale terremoto. Gli Italiani hanno deciso di investire sulle energie rinnovabili e non sull’energia ricavata dall’atomo. In questo modo si è evitato anche il pericolo dell’impianto atomico ad Ostiglia.
Da Climatrix
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