Svezia, lo sfruttamento dell’Ikea dei prigionieri politici
Ikea, il colosso aziendale che più volte ha cercato d’imporsi per i suoi canoni etici, è stato travolto da documenti rimasti finora nascosti negli archivi della Stasi, i sevizi segreti della Germania del blocco sovietico.
Negli anni Ottanta, l’Ikea, negli suoi stabilimenti della Germania dell’Est, avrebbe utilizzato i prigionieri politici tacciati di anticomunismo per realizzare i propri prodotti. Una “collaborazione” forzata che la casa produttrice di mobili più famosa al mondo avrebbe esteso anche ai dissidenti d’Oltreoceano. Grazie all’intermediazione della Repubblica Democratica tedesca, infatti, anche i prigionieri di Cuba sarebbero stati coinvolti nella proficua iniziativa con la quale il colosso vedeva assicurasi manodopera a costo zero. L’accordo con l’arcipelago dei Caraibi sarebbe avvenuto nel 1987. I documenti della Stasi riporterebbero i numeri del contratto: realizzazione di diecimila tavoli per bambini, trentacinquemila tavoli da pranzo e quattromila salottini. Il portavoce dell’Ikea, Jeanette Skjelmose, ha descritto il fatto come gravissimo e ha assicurato l’impegno dell’azienda nell’analizzare tutta la documentazione segreta.
Fonte:E-il Mensile
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