Di Luca Galassi
Un milione di scozzesi: una
mobilitazione di tal fatta si aspetta il leader del partito nazionalista
(Snp), Alex Salmond, per il referendum sull’indipendenza della Scozia.
Il movimento popolare di massa – che secondo iil vulcanico Salmond
finirà per raggiungere l’obiettivo – è stato presentato ieri e
pubblicizzato come la più estesa campagna ‘community-based’ del Regno
Unito.
Servirà
a preparare la consultazione del 2014 e – nelle speranze del leader del
Snp – a ottenere il sostegno per una nazione “più verde, più giusta e
più prospera”. Nonché indipendente.
Ma solo poche ore prima che la
campagna di Salmond venisse lanciata in un cinema multisala a
Edimburgo, l’ex cancelliere Alistair Darling ha pubblicato un sondaggio
di YouGov che fissa il sostegno popolare
all’abbandono del Regno Unito a un misero 33 percento, con solo il 57
percento tra gli elettori scozzesi. Con quattro milioni di elettori
registrati in Scozia, un milione di persone sarebbero quelli che già
pensano di dare il proprio ‘sì’ alla separazione. Quindi, nessun
guadagno per il separatista Salmond, secondo il quale al momento è
impossibile sperare di vincere. “Sono necessari i prossimi due anni per
dare ‘forma e sostanza’ al desiderio di indipendenza. La nostra campagna
è una campagna ‘mattone dopo mattone’”.
Alla stregua
dell’italiano Movimento Cinque Stelle, la campagna di Salmond si baserà
sui media digitali, ma non solo: è previsto anche un ‘porta a porta’ non
solo a casa, ma sul posto di lavoro: familiari, amici e colleghi
verranno reclutati per generare il supporto necessario a vincere la
maggioranza al referendum.
Due milioni di sterline per
l’indipendenza scozzese sono arrivate – prima che morisse – dal poeta
nazionale Edwin Morgan, un milione da Colin e Chris Weir, che ne hanno
vinti alla Lotteria 65. Sostegno fondamentale è fornito da businessmen
come Brian Souter, proprietario della compagnia di trasporti Stagecoach e
dall’imprenditore miliardario Sir Tom Hunter. Nuovi soggetti guadagnati
alla campagna durante la presentazione di ieri sono l’ex presidente
della Royal Banck of Scotland, Sir George Mathewson, e Blair Jenkins, ex
capo della cronaca a Bbc Scozia.
La campagna per il ‘sì’ ha come
volti noti quelli degli attori Brian Cox (Braveheart, The Bourne
Supremacy, Matchpoint) e Alan Cumming (Boris Grishenko in ’007 Golden
Eye’ e Nightcrawler in ‘X-Men 2′).
L’assenza più significativa è
tuttavia stata quella di Sean Connery. Pur essendo il più famoso
sostenitore dell’indipendenza, nato a poche centinaia di metri dal
multisala Cineworld utilizzato per il lancio della campagna, non ha
lasciato alcuna testimonianza video. L’unico messaggio, un breve
contributo senza troppo entusiasmo, è stato letto dal collega attore
Martin Compton. Da molti, l’assenza di Connery è stata letta come un
raffreddamento della passione iniziale di Sean Connery per la causa
indipendentista, o perlomeno come un suo allontanamento dalla strategia
‘frontale’ di Alex Salmond.
Da E-il Mensile
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