Di Astrit Dakli
Gli avvocati di Maksim Yefimov, un noto blogger residente nella
regione settentrionale russa della Karelia, hanno denunciato la
detenzione del loro cliente in una clinica psichiatrica come punizione
per aver criticato la Chiesa ortodossa. La notizia, riportata con
evidenza anche dall’agenzia semiufficiale Ria-Novosti, è in
effetti sconcertante e richiama alla mente l’oscura, terribile prassi
usata negli anni ’70, quando chi manifestava il proprio dissenso
rispetto al regime sovietico, senza commettere alcun reato penale,
veniva spesso rinchiuso per lunghi periodi in cliniche psichiatriche e
sottoposto forzatamente a trattamenti farmacologici più o meno intensi:
in sostanza si riteneva che, a parte i nemici, i traditori e i
criminali, soltanto i matti potessero essere contrari al regime vigente.
Il caso odierno va addirittura al di là di questo: nel suo popolare
blog, infatti, Yefimov (che è anche leader di un gruppo giovanile locale
di difesa dei diritti umani) non ha attaccato il governo o le autorità
locali ma ha denunciato la corruzione e l’arbitrio delle gerarchie
locali della Chiesa ortodossa. In un articolo intitolato “La Karelia è
stanca dei suoi preti” venivano citati diversi episodi in cui esponenti
religiosi si erano appropriati di beni o di fondi pubblici a danno delle
comunità locali e delle loro gravi necessità primarie (la Karelia è una
delle regioni più povere e arretrate della Russia, devastata
dall’alcolismo e dall’inquinamento). La reazione delle gerarchie
religiose è stata durissima e le autorità locali sono state pronte ad
accontentarle, arrestando Yefimov e ordinando la sua chiusura in una
clinica psichiatrica “per verificare lo stato del suo disordine
mentale”.
Secondo gli avvocati, la misura decisa dalla procura di Petrozavodsk
(la capitale della Karelia) è “priva di ogni fondamento e assolutamente
illegale”, e il timore è che la detenzione in clinica possa assumere una
durata indefinita, sulla base di arbitrarie decisioni dei medici;
sempre secondo gli avvocati, Yefimov sarebbe stato visitato da diversi
specialisti, concordi nel ritenerlo assolutamente sano ed equilibrato.
La vicenda, ormai diventata largamente pubblica, appare imbarazzante per
le autorità, al punto che il capo del Comitato investigativo regionale
ha accusato Yefimov di cercare solo un po’ di notorietà sui media, e ha
negato che nei suoi confronti sia stato ordinato un trattamento
sanitario obbligatorio.
Anche se non è certamente di sua competenza, il caso Yefimov arriverà
certamente anche sul tavolo di Putin, che deve fare i conti sia con le
continue proteste dell’opposizione sia con l’eccesso di zelo di chi
amministra in concreto la polizia e la giustizia, e che spesso si
comporta in modo tale da screditare l’intero sistema che fa capo al
Cremlino. Proprio oggi il presidente ha dovuto ricevere la pressante
richiesta, avanzata da una importante istituzione pubblica dello Stato,
il Consiglio dei diritti umani del Cremlino, di bloccare con il veto una
legge in discussione in parlamento (e già approvata in prima lettura
dai deputati) che aumenta di duecento volte le multe per chi organizza e
partecipa a manifestazioni non autorizzate. In base a questa legge i
partecipanti a una manifestazione di protesta possono vedersi comminare
multe fino a 30mila dollari, a fino a 50mila dollari chi la organizza.
Titolo originale:" Critichi la Chiesa? Sei matto!"
Fonte:il Manifesto
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