L’Europa
della crisi deve fare i conti, più che con una ristrutturazione del
sistema politico, con un radicale cambiamento nel rapporto tra movimento
rappresentativo e votanti. In Germania il partito dei Pirati, che, come
l’italiano movimento cinque stelle, ha come base fondamentale
l’utilizzo di internet e della rete come dialogo partecipativo per
proporre soluzioni politiche da adottare.
Dopo l’accesso alle
elezioni amministrative di Berlino con circa il nove per cento, si
preparano ad alzare la voce anche alle lezioni federali del 2013.
Secondo i sondaggi sono già al nove per cento, per entrare in Parlamento
basta il cinque per cento. I pirati, che si muovono nello cyberspazio e
non hanno sedi tradizionali, adottano abiti echeggianti la pirateria e
tutti hanno rigorosamente una folta barba nera. I detrattori li
dipingono come misogini, data la scarsa presenza femminile nel
movimento, e li indicano come rappresentanti di consuetudini di estrema
destra. Invece loro attingono pienamente dal bacino di voti della
sinistra, dall’elettorato deluso dai socialdemocratici e dai Verdi. Il
partito dei Pirati si è riunito nel nord del Paese, a Neumuenster, in
un’assemblea che ha attirato l’umorismo dei partiti tradizionali, ma che
sembra sia destinato a far impennare le quotazioni del movimento, che
vuole imporsi come terza forza politica. Lo spirito anti-establishment,
le critiche dei detrattori, che imputano ai pirati la presunzione di chi
ancora non ricopre cariche di responsabilità, sembra la stessa che
colpì i Verdi nella loro entrata in politica nel 1980, che ora invece
vengono criticati per essersi stabilizzati all’interno del
sistema-governo.
Il primo punto del programma dei Pirati è quello di elargire un reddito di base per tutti.
Da E-il Mensile
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