CONTRO IL MERITO NELL'ISTRUZIONE

mag 27, 2012 0 comments
Di Domenico Monea

E' di questi giorni la notizia che il nostro Presidente del Consiglio stia elaborando una, a parole sue, “Riforma del Merito”. Ancora non si può entrare nel dettaglio della proposta, di cui non si sa sostanzialmente nulla, ma già qualche considerazione sull'idea alla base di questo provvedimento la si può fare.

La prima domanda da farsi è se il merito possa essere un criterio di giustizia, coerente con i principi Libertari, nell'assegnazione di risorse, e anche se può stupire chi ha sempre visto i liberali nostrani riempirsi la bocca della parola “Meritocrazia”, la risposta è un secco no. La stessa idea di elevare un principio, quindi astratto ed impossibile da formulare con criteri oggettivi, a criterio di valutazione per l'operato di una persona è un pensiero totalitario, il Κρατος nella desinenza non è lì per caso, tanto errato ed ingiusto quanto l'egualitarismo radicale socialista.

In una società libera, infatti, sono infiniti i fattori che determinano il successo personale, e l'idea stessa di imporre una gerarchia di valori, peraltro per decreto, rappresenterebbe l'ennesima distorsione delle libere interazioni tra le persone e del mercato. Inoltre è completa follia, e tracotanza, pensare che l'ennesimo processo burocratico, da sempre regno della mediocrità, possa far emergere il genio, la creatività e l'estro tipici delle personalità che davvero riescono a portare all'azione di cambiamento, l'unica vera forma di crescita sia personale sia sociale.

Non deve stupire, infatti, che questo tipo di personalità raramente siano in sintonia con l'organismo burocratico per eccellenza, l'istruzione formale moderna, che nelle intenzioni del legislatore subirà l'ennesima opera di maquillage senza cambiarne la sostanza fatta di imposizione e violazione dei diritti fondamentali altrui, con l'obbligo scolastico e la requisizione forzata e redistribuzione di beni sulla base di dei valori apoditticamente giudicati migliori, che siano l'uguaglianza, il merito o la classica raccomandazione.

Con questa falsa riforma al massimo il governo dei tecnici riuscirà a far emergere un' altra classe dirigente di tecnorati selezionati secondo criteri burocratici, nelle loro intenzioni capaci di gestire i processi, ma assolutamente non idonei a confrontarsi con la complessità di un mondo dalle infinite variabili e dalla stupefacente capacità.

Per uscire da una crisi che prima che economica è sociale, in cui i primi colpevoli sono senza dubbio lo Stato e la sua pretesa di pianificare, tramite le sue Istituzioni e i tecnici che le rappresentano, è indispensabile rivedere il nostro concetto stesso di Istruzione, opponendosi a qualsiasi ulteriore tentativo dello Stato di programmare e decidere il percorso personale degli individui.

Mutuando le parole di Ivan Illich le strutture relazionali di cui abbiamo bisogno sono quelle che permettano a ognuno di definire se stesso apprendendo e contribuendo all’apprendimento degli altri, non l'ennesimo moloch burocratico che violi vita, libertà e proprietà degli individui anteponendogli un fumoso, quanto utile al potere costituito, concetto di merito.

Nè agire è un modo di fabbricare, nè fabbricare è un modo di agire veramente.L’architettura (techne) è un modo di fabbricare, di dar vita a qualcosa la cui origine è in chi la fabbrica e non nella cosa. La fabbricazione ha sempre un fine altro da se l'azione no: una buona azione infatti ha come fine se stessa. La perfezione nel fabbricare è un'arte, quella nell'agire una virtù.” Etica Nicomachea, Aristotele.

Fonte: http://riecho-economiaeliberta.blogspot.it/2012/05/contro-il-merito-nell.html

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