Dalla Relazione ufficiale sull’export di armi 2011 spuntano i nomi
delle banche più coinvolte: sono Deutsche Bank e Bnl-Bnp Paribas che si
confermano in testa alla lista. Invece, tra le aziende che hanno
incassato di più svettano AgustaWestland e Orizzonte Sistemi Navali. A
diffonderla e ad analizzarla il mensile Altreconomia.
“Dopo
i primi dati raccolti nel Rapporto introduttivo della Presidenza del
Consiglio già arrivato in ritardo – scrive Francesco Vignarca – siamo
finalmente entrati in possesso dei voluminosi tomi che compongono la
Relazione al Parlamento sull’export di armi. Altreconomia li ha
analizzati in anteprima per raccogliere le informazioni sui flussi
finanziari legati al mondo degli armamenti nel 2011: per quanto riguarda
l’appoggio bancario alla vendita estera dei nostri sistemi d’arma (per
chiarezza ricordiamo che ciò significa, per i dati di competenza della
legge 185/90, la concessione di conti correnti su cui far arrivare i
pagamenti delle forniture) si va a intensificare la tendenza degli
scorsi anni”.
Si tratta di un totale di movimenti che ammontano a
oltre 4 miliardi di euro, dei quali 2,5 relativi a operazioni di
esportazione e i restanti 1,5 legati alle importazioni di materiale
d’armamento. Circa 113 milioni di euro sono finiti nelle tasche degli
intermediari di questo tipo di commercio.
È comunque un’analisi
parziale e per propria natura incompleta perché “non esiste una fonte di
dati che fornisca un collegamento diretto tra l’autorizzazione di
incasso ad una banca al paese/arma/azienda a cui esso si riferisce”, ed è
dunque impossibile “capire che tipo di transazione sia stata appoggiata
dalle diverse banche e quali sistemi d’arma le nostre industrie abbiano
fornito in tutto il mondo. Il che conferma la poca trasparenza di cui
ci si lamenta da tempo”.
“Una follia – spiega Vignarca –
basterebbe infatti fornire un’unica tabella proveniente da unico
database, dal quale ciascuno potrebbe aggregare a piacimento i dati
complessivi di interesse. Non dovrebbe essere difficile, nel 2012 e in
piena era informatica”.
Dai dati del 2011 comunque una cosa emerge
chiara: viene confermata una diffusa problematicità sui tipi di
armamento e soprattutto sulle loro destinazioni in aree problematiche
del mondo. “Non si possono prendere sotto gamba forniture come quelle di
navi e lacrimogeni all’Algeria o elicotteri e fucili al Turkmenistan, e
per questo la discussione in sede di opinione pubblica e di Parlamento è
davvero fondamentale”, incalza l’autore.
Ma quali sono le banche
coinvolte? Se guardiamo alle sole esportazioni definitive, sei istituti
bancari hanno da soli movimentato l’80 percento (cioè 1900 milioni di
euro) dei flussi. Per numero di autorizzazioni è Deutsche Bank a giocare
il ruolo chiave (345 su 881) attestandosi come importi autorizzati su
circa 665 milioni di euro (lo scorso anno erano 836). “Se consideriamo
le singole banche il colosso tedesco è saldamente in testa alla
classifica, ma se invece sommiamo i valori di istituti appartenenti allo
stesso gruppo è ancora l’alleanza Bnp Paribas e Bnl a prendersi l’onore
del primo posto. La succursale italiana della banca francese ha avuto
autorizzazioni per un importo di 491 milioni di euro (96 autorizzazioni
rilasciate e un calo dagli 862 dello scorso anno) mentre la controllata
Bnl si porta in casa 223 milioni di euro (più del doppio del 2010) con
57 autorizzazioni. In pratica una redistribuzione interna di
autorizzazioni. Sopra i 100 milioni di euro altre due banche estere come
Barclays Bank (185 milioni) e Credit Agricole (175 milioni) mentre per i
colossi di casa nostra (tra l’altro partecipanti a percorsi di
trasparenza importanti e ben strutturati) troviamo dati abbastanza
divergenti – prosegue Vignarca -. Se gli sforzi degli ultimi anni di
uscita dalla lista di IntesaSanPaolo paiono coronati da successo (solo 1
autorizzazione per 4.000 euro nel 2011) è Unicredit ad avere in pancia
ancora diverse operazioni: considerando anche i dati della divisione
Corporate sono stati autorizzati 65 incassi per un controvalore di circa
180 milioni di euro”.
Tra le banche territorialmente legate alla
produzione di natura militare ci sono poi il Banco di Brescia (17
autorizzazioni per 120 milioni), la Banca Valsabbina (20 autorizzazioni
per 67 milioni) e la Cassa di Risparmio della Spezia (73 rilasci per 52
milioni di importi autorizzati).
Fonte: http://www.eilmensile.it/2012/05/19/banche-armate-ecco-i-nomi/
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