«Non daremo strumenti antisommossa, come i gas lacromogeni e le
granate assordanti». Così la portavoce del Dipartimento di stato Usa,
Victoria Nuland, ha provato a giustificare il passo fatto
dall’Amministrazione Obama di riprendere «in parte» le forniture di armi
all’alleata monarchia (assoluta) al Khalifa del Bahrain, impegnata a
reprimese la rivolta per diritti e uguaglianza scattata il 14 febbraio
dello scorso anno.
Negli ultimi mesi Washington aveva fermato le forniture sotto la
pressione delle proteste popolari in Bahrain. Ora stringe di nuovo con
calore la mano a re Hamad bin Isa al Khalifa, responsabile di una
novantina di morti – secondo i dati dell’opposizione, quelli ufficiali
sono più bassi – di migliaia di feriti, dell’arresto di decine di leader
dell’opposizione poi condannati a dure pene detentive. Uno di questi,
l’attivista dei diritti umani Abdelhadi al Khawaja, attua da tre mesi lo
sciopero della fame ed è sopravvissuto solo perchè alimentato contro la
sua volontà dai medici governativi.
La rivolta comunque non si placa e anche ieri la polizia di questo
minuscolo regno del Golfo ha usato la mano pesante per disperdere nuove
manifestazioni. Alcuni dimostranti sono rimasti feriti.
L’annuncio della ripresa delle forniture è giunto, certo non a caso,
durante la visita a Washington del principe ereditario bahranita Salman
bin Hamad al Khalifa che ha incontrato il vicepresidente Joe Biden e il
Segretario alla difesa Leon Panetta. Gli Usa presto daranno a Manama una
nave da guerra, alcune motovedette e motori per i caccia F-16. Nuland
ha precisato che rimane il blocco, per il momento, sulle forniture di
missili di ultima generazione Tow e delle potenti jeep militari Humvees,
che potrebbero essere usate contro i manifestanti.
Il Bahrain era e resta un alleato strategico degli Usa che mantengono
nel piccolo regno la base della V Flotta, incaricata di tenere sotto
controllo (e sotto tiro) i «nemici» iraniani. Per questa ragione
Victoria Nuland ha spiegato che la ripresa delle forniture di armi
rientra «negli interessi di difesa nazionale» degli Stati Uniti.
Fonte: Nena News
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