Di Beppe Grillo
Quando si mette in discussione l'euro, la reazione indignata e corale è "Non possiamo uscire dall'Europa",
come se l'Europa si identificasse con l'euro. Si può rimanere
tranquillamente nella UE senza rinunciare alla propria moneta. Su 27
Stati aderenti alla UE, dieci
hanno mantenuto la loro divisa, tra questi Gran Bretagna, Svezia,
Polonia, Repubblica Ceca, Danimarca che non rischiano alcun default. Un
altro trucco è l'utliizzo ripetitivo del termine "moneta unica", non vi è assolutamente alcuna moneta unica europea, l'euro è limitato a 17 Stati
e chi è fuori si guarda bene dall'entrare nella zona euro. Chi è oggi
in crisi in Europa? In assoluta prevalenza i Paesi che hanno adottato
l'euro con economie cosiddette "deboli". La domanda è "Deboli rispetto a chi?",
ovviamente rispetto alla Germania. Stati come Portogallo, Italia,
Irlanda, Spagna, Grecia e forse in futuro Francia e Olanda non possono
reggere il passo dell'economia tedesca. Una moneta dovrebbe riflettere
il valore dell'economia di un Paese, ma l'euro rappresenta al più il
valore del marco. E' necessario un piano B nell'eventualità che si debba tornare alla lira.
Non si tratta di essere ostili in principio
all'euro, ma di poterselo permettere. Per rimanere nell'euro stiamo
affamando il Paese, strangolando le aziende, trasferendo la ricchezza
privata a copertura degli interessi sul debito pubblico che è
(purtroppo) in euro. Se fosse in lire potremmo risolvere il problema del
debito con la svalutazione della nostra moneta. Da quando Rigor Montis
ha deciso di applicare la sua manovra di lacrime e tasse per salvare
l'Italia siamo sprofondati, hanno chiuso circa 140.000 aziende
nel primo trimestre, la disoccupazione è alle stelle e gli imprenditori
suicidi non si contano più, il valore degli stipendi è ritornato al
1983. L'IMU, l'IMU bis e il Super IMU sono alle porte. L'Italia boccheggia come una balena spiaggiata. Lo ha capito persino Draghi che di fronte alla possibile serrata del Paese ha invocato meno tasse e forti tagli alla spesa pubblica.
Se
per rimanere nell'euro e pagare gli interessi sul debito alle banche,
in prevalenza tedesche e francesi, dobbiamo uccidere l'economia del
nostro Paese forse è il caso di fermarsi a riflettere. In particolare se il debito pubblico e lo spread aumentano comunque mentre veniamo strangolati. L'euro non può essere un tabù.
Fonte: www.beppegrillo.it/2012/04/quando_si_mette/index.html
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