Da Libreidee
“Micromega” li chiama “errori”, ma quella che Marco Travaglio
riassume – sulle pagine dell’“Espresso” – è una spaventosa galleria di
orrori. Davanti ai quali si potrebbe dire, con una battuta, che ci
vorrebbero dei tecnici per ripararne tutti i guasti: «Ma se questi
guasti li fa il governo tecnico, chi li ripara?». In pochi mesi, il
“governo dei banchieri” creato da Napolitano ha totalizzato un record
micidiale di disastri, grazie alla ferrea guida dal super-lobbysta
Monti, già advisor di Goldman Sachs e stratega della Trilateral
Commission per l’Europa,
membro dell’élite finanziaria mondiale incarnata dal Gruppo Bilderberg e
già “ministro” della Commissione Europea, massima espressione
dell’oligarchia tecnocratica contro cui l’Europa
– per via elettorale – sta cominciando finalmente a ribellarsi, mentre
affonda nella spirale della recessione con l’euro che trasforma in un
incubo la voragine dei debiti sovrani.
Nella sua scarna essenzialità, il “bollettino della catastrofe”
stilato da Travaglio è sbalorditivo, su tutti i fronti. Televisione: il
“governo tecnico” l’8 gennaio
promette di metter mano alla Rai «entro poche settimane» e poi non fa
nulla per tre mesi e mezzo, anche dopo che il 28 marzo è scaduto il Cda.
Finanziamento alla “casta”: l’esecutivo si dice «disponibile a un
decreto» per tagliare i fondi pubblici ai partiti e poi non muove un
dito. Province: il governo annuncia che saranno abolite, poi si scopre
che restano, ma i consiglieri non li eleggono più i cittadini, bensì li
nominano i consiglieri comunali. Pensioni: Monti alza l’età pensionabile
a 68 anni, mentre decine di migliaia di lavoratori vengono “rottamati” a
cinquant’anni; poi s’accorge che, così facendo, centinaia di migliaia
di lavoratori restano senza stipendio né pensione; al che, annuncia che
gli “esodati” sono 65.000 (perché i soldi bastano solo per quelli),
salvo scoprire che invece sono 350.000.
Tassa sulla prima casa: il governo la ripristina creando l’Imu ma
esentando le fondazioni bancarie – non invece le case di vecchi e
invalidi ricoverati in ospizio; sempre Monti divide l’Imu prima in due,
poi in tre rate, annunciando aliquote più alte ma senza fissarle.
Risultato: contribuenti nel caos, mentre i tecnici della Camera accusano
l’esecutivo di “incostituzionalità”. Ma non è finita: il “governo dei
banchieri” abolisce le imposte sulle borse di studio fino a 11.500 euro,
ma non per i 25.000 medici specializzandi, scippandogli così il 20% di
quel poco che lo Stato concede loro per finire gli studi. Quindi il
lavoro, con la “crociata” contro l’articolo 18:
si abolisce il reintegro giudiziario per i licenziati ingiustamente con
la scusa dei motivi economici, poi si annuncia che la riforma è
immodificabile, infine si fa retromarcia alla prima minaccia di
sciopero.
Economia:
si lancia il decreto liberalizzazioni ma poi lo lascia svuotare in
Parlamento dalle solite lobby, mentre la Ragioneria dello Stato segnala
la mancanza di copertura finanziaria per alcune norme. Il governo dà
parere favorevole a un emendamento Pd che cancella le commissioni
bancarie, salvo poi accorgersene e cancellarlo con un altro decreto. Un
altro emendamento, sempre del Pd, propone di tassare gli alcolici per
assumere 10.000 precari della scuola: il governo prima lo accoglie, poi
lo fa bocciare in extremis. Mario Monti annuncia la ritassazione dei
capitali “scudati”, ma senza spiegare come si pagherà: così, nessuno
riesce a pagare nemmeno se vuole. Altra tassa: sulle ville all’estero,
ma dimenticando quelle intestate a società, che sono la maggioranza,
così non paga quasi nessuno.
Episodi tragicomici: l’esecutivo toglie ai disoccupati l’esenzione
dal ticket sanitario e poi la ripristina scusandosi per il “refuso”. E
ancora: vara il decreto “svuotacarceri” per sfollare le celle, col
risultato che i detenuti aumentano: 66.632 a fine febbraio, 66.695 a
fine marzo. Sicurezza: il governo annuncia la tassa di 2 centesimi sugli
sms per finanziare la Protezione civile, poi se la rimangia e aumenta
le accise sulla benzina. Inoltre: annuncia due volte, nella Delega
fiscale, un “fondo taglia-tasse” per abbassare le aliquote e abolire
l’Irap coi proventi della lotta all’evasione, ma per due volte poi lo
cancella. Sempre Monti depenalizza le condotte “ascrivibili all’elusione
fiscale” con “abuso del diritto”, che vedono imputati Dolce e Gabbana,
indagati dirigenti di Unicredit e Barclays e multati dal fisco Intesa
Sanpaolo per 270 milioni e Montepaschi per 260 (lodo salva-banche).
Ancora: inventa una tassa sulle barche di lusso ma cambia tre volte le
regole, così pochi la pagano e quasi tutti portano gli yacht all’estero
(“lodo Briatore”).
Nella riforma della Protezione civile, il governo Monti scrive che
«il soggetto incaricato dell’attività di previsione e prevenzione del
rischio è responsabile solo in caso di dolo o colpa grave», rischiando
di mandare in fumo il processo per omicidio colposo in corso all’Aquila
contro la Commissione grandi rischi, nonché le indagini sulla mancata
prevenzione nel sisma del 2009 (lodo salva-Bertolaso & C.). E nel
pacchetto anticorruzione, il ministro Severino cambia il nome e riduce
la pena (e la prescrizione: da 15 a 10 anni) alla concussione per
induzione, reato contestato a Berlusconi
nel processo Ruby (lodo salva-Silvio). «Si diceva che il “governo dei
professori” doveva riparare i danni fatti dai politici: ma agli errori
che accumulano Monti e i suoi ministri chi porrà rimedio?», scrive “Micromega”, che riprende il «primo, sommario elenco» indicato da Travaglio. “Errori” o, meglio, orrori?
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