Come il capitalismo delle origini che Marx ed Engels descrissero nel Manifesto dei comunisti, il Masscult è una forza dinamica, rivoluzionaria, che abbatte le vecchie barriere di classe, di tradizioni e di gusto, che dissolve tutte le distinzioni culturali. Essa mescola e rimesta insieme ogni cosa producendo ciò che potrebbe esser chiamata una cultura omogeneizzata, a imitazione di un altro risultato americano, il processo di omogeneizzazione che distribuisce i globuli di crema per tutto il latte invece di lasciarli fluttuare separatamente in cima. La differenza interessante è che, mentre nel latte omogeneizzato la crema c’è ancora, essa scompare invece dalla cultura omogeneizzata. Il processo distrugge infatti tutti i valori, poiché i giudizi di valore richiedono una discriminazione, brutta parola nell’America liberal-democratica. Masscult è molto, molto democratico; esso rifiuta di discriminare contro o tra qualcosa o qualcuno. Per esso, tutto fa brodo, e il risultato è veramente un fine impasto di tutto.
Life è una tipica rivista omogeneizzata, la vediamo sulla libreria di mogano dei ricchi, sui tavolini col ripiano di cristallo della media borghesia e sui tavoli di cucina ricoperti di tela cerata dei poveri. Il contenuto è tanto omogeneizzato quanto la circolazione. Nello stesso fascicolo troveremo una seria esposizione dell’energia atomica seguita da una disquisizione sulla vita amorosa di Rita Hayworth; fotografie di bambini affamati che frugano nella spazzatura a Calcutta e di modelle levigate con reggipetti aderenti; un editoriale saluta l’ottantesimo compleanno di Bertrand Russell (Una grande mente molesta e abbellisce ancora la nostra epoca); in mezzo la foto a piena pagina di una casalinga che discute con un arbitro di baseball (La mamma fa il tifo); nove pagine a colori di quadri di Renoir seguite da una fotografia di un cavallo sui pattini a rotelle; in copertina la presentazione, nello stesso corpo tipografico, di due articoli: Una nuova politica estera, di John Foster Dulles, e Kerima: il suo bacio maratona è un avvenimento cinematografico sensazionale.
Sembra che questi rimestamenti, questi impasti operino tutti allo stesso modo, degradando il serio piuttosto che elevare il frivolo. Difensori della nostra società dominata dal Masscult come il professore Edward Shils dell’Università di Chicago (è, naturalmente, un sociologo) considerano i fenomeni del genere di Life quali tentativi incoraggianti di educazione popolare — già, pensate, nove pagine di Renoir! Ma ecco quel cavallo sulle rotelle: l’impressione finale è che sia Renoir sia il cavallo abbiano proprio del talento.
["Masscult e Midcult", da Controamerica, Rizzoli, 1969
Da Finimondo
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