Di Gabriele Battaglia
La Stampa ha pubblicato la bozza della nuova delibera Agcom sul diritto d’autore online. L’intenzione è quella di farla diventare presto decreto governativo e il garante Corrado Calabrò la preannunciava da giorni, mentre faceva avanti-indietro con i palazzi del potere romano per sottoporre al governo e alle due camere il suo problema: l’Authority si trova senza strumenti legislativi per approvare un regolamento antipirateria.
In tutte queste consultazioni al vertice, resta escluso il contributo del dibattito pubblico, dal basso, nonostante da mesi ormai la Rete discuta del tema.
Il rischio, per molti, è che si vada verso una normativa simile all’Hadopi francese, la legge che dal 2009 regola la materia Oltralpe e che, in caso di accertata violazione del copyright, stabilisce che l’Internet provider è tenuto a sospendere l’accesso a Internet per la connessione internet incriminata, per un periodo che può andare dai due mesi a un anno.
Il rischio, per molti, è che si vada verso una normativa simile all’Hadopi francese, la legge che dal 2009 regola la materia Oltralpe e che, in caso di accertata violazione del copyright, stabilisce che l’Internet provider è tenuto a sospendere l’accesso a Internet per la connessione internet incriminata, per un periodo che può andare dai due mesi a un anno.
A questo riguardo, un passaggio della bozza pubblicata stamane è poco chiaro:
“Si prevede inoltre che, in caso di violazione dei conseguenti ordini e delle diffide emanati dall’Autorità, oltre all’irrogazione delle sanzioni pecuniarie previste dalla legge istitutiva dell’Autorità medesima, questa possa disporre, in casi di particolare gravità ovvero se le violazioni dovessero ripetersi, la completa disabilitazione dell’accesso al servizio telematico oppure, nel caso in cui sia tecnicamente possibile, ai soli contenuti resi accessibili in violazione delle norme sul diritto d’autore (comma 2).
“Si prevede inoltre che, in caso di violazione dei conseguenti ordini e delle diffide emanati dall’Autorità, oltre all’irrogazione delle sanzioni pecuniarie previste dalla legge istitutiva dell’Autorità medesima, questa possa disporre, in casi di particolare gravità ovvero se le violazioni dovessero ripetersi, la completa disabilitazione dell’accesso al servizio telematico oppure, nel caso in cui sia tecnicamente possibile, ai soli contenuti resi accessibili in violazione delle norme sul diritto d’autore (comma 2).
A tal proposito, l’avvocato Marco Scialdone, responsabile del team legale di Agorà Digitale, ha così risposto a una richiesta di chiarimenti di Il Nichilista: “L’espressione può essere intesa sia come interruzione della connessione del singolo utente stile Hadopi, sia come inibizione dell’accesso al sito (così ad es. la Cass. ha interpretato l’articolo 14 dlgs 70/2003 nel caso The Pirate Bay)”.
Insomma, c’è il rischio che chi viola il diritto d’autore sia disconnesso d’ufficio da Internet.
Insomma, c’è il rischio che chi viola il diritto d’autore sia disconnesso d’ufficio da Internet.
Parere negativo sull’adozione di una legge simil-Hadopi arriva anche Stefano Rodotà che, citato su Agoradigitale, “ha sottolineato come il Conseil constitutionnel francese, investito della questione di legittimità della legge Hadopi (quella della disconnessione da Internet per chi viola il copyright), l’aveva censurata proprio perché aveva escluso la competenza dell’autorità giudiziaria in una materia che incide sull’esercizio di diritti fondamentali”.
In definitiva, è a rischio la libertà su Internet. La discussione non può essere elusa con un semplice provvedimento amministrativo.
Da E-il Mensile
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