Nei giorni di Natale e Santo Stefano non escono i giornali e cosรฌ la seguitissima rubrica “Prima pagina” di Radio 3 ha preso spunto da alcune domande inevase o trattate frettolosamente nei giorni precedenti per approfondimenti e interviste. Tra i commentatori piรน svogliati si era distinto – secondo me – il giornalista di Famigliacristiana Alberto Chiara, che si era mostrato molto piรน a suo agio nel leggere con zelo i commenti incensanti di repubblica ai sacrifici imposti dal governo di oligarchi ed ammiragli che nell’accogliere i rilievi degli ascoltatori critici. Per non dire della singolare (e sospetta, visto che abita e lavora a Torino) incapacitร di capire le ragioni del No Tav. (Nessuno pretendeva che le condividesse, bastava che non ne facesse la caricatura o – almeno – che fosse in grado di spiegare, non ai Valsusini che non ne hanno alcun bisogno, ma in modo convincente agli italiani il motivi – legittimi ma non propagandistici – per cui lui รจ favorevole alla Grande Opera a qualunque costo). Ma tornando alla scarsa sensibilitร generale per un altromondo possibile mi รจ parsa emblematica la telefonata che lodevolmente รจ stata riproposta dal conduttore – Federico Zappi – e a cui si รจ scelto di chiedere una risposta che non avrebbe potuto essere piรน autorevole. Il che mi ha indotto a sbobinare una lunga parte della puntata per condividerla con chi รจ sensibile a questi temi. Di seguito la trascrizione pressochรฉ testuale della trasmissione
***
Sono Sergio e chiamo da Modena; ieri
sera seguendo il tg7 di Mentana a un certo punto parlando delle
previsioni Ocse il conduttore ha esclamato “ecco, siamo alla
decrescita…” Ma il termine decrescita รจ sempre stato molto osteggiato e
quando veniva citato ha sempre avuto valenze diverse rispetto a quelle
che ci troveremo a vivere. Il movimento per la decrescita che รจ stata
definita felice fa riferimento alla decrescita consapevole, mentre la
decrescita di oggi รจ di tutt’altro segno: non sarร sicuramente felice e
soprattutto non sarร una scelta.Prende la parola Zappi: …forse l’occidente ha vissuto troppo al di sopra delle proprie possibilitร , (…) nessuno ha spiegato cosa succede e questo fa scoppiare la rabbia dei cittadini che vedono salvare le banche e non i paesi, vedono salva la finanza ma non i conti, il lavoro e il futuro delle famiglie. E prendendo spunto dal nostro ascoltatore chiediamo direttamene a Serge Latouche la differenza tra decrescita e recessione:
Serge Latouche (con Luca Mercalli e Chiara Sasso) al Presidio No Tav di Borgone, ottobre 2006
Non uso mai la parola decrescita per parlare la recessione che al massimo si puรฒ dire che รจ una decrescita forzata, perchรฉ la decrescita non รจ la “crescita negativa”che รจ in una societร basata sulla crescita la cosa piรน terribile al mondo, perchรฉ fa aumentare la disoccupazione, non ci sono piรน le risorse per pagare la salute, l’educazione, la cultura ecc. e questa รจ appunto la situazione tragica che viviamo oggi. Per questo dico sempre che non c’รจ niente di peggio di una “societร di crescita” senza crescita. La societร di crescita con la crescita all’infinito ci porta direttamente a fracassarci contro “il muro” dei limiti del pianeta, ma la societร di crescita senza crescita porta alla disperazione. Per questo dobbiamo uscire da questa logica, dal paradigma della crescita per la crescita infinita.
Ecco come si deve affrontare questa crisi?
Naturalmente non รจ una cosa facile. Dico sempre che non si farร senza lacrime, sangue e sudore, ma sangue e sudore e le lacrime oggi le abbiamo giร e abbiamo anche perso la speranza. Almeno il progetto di decrescita puรฒ creare la speranza e andare verso quello che il mio collega inglese chiama “una societร di prosperitร senza crescita e che io preferisco chiamare una societร di abbondanza frugale (che sarร il titolo del mio prossimo libro che uscirร in gennaio)
Ma in cosa consiste? Ci dia da economista qualche elemento concreto:
E’ un cambiamento radicale di sistema perchรฉ il nostro attuale รจ basato sulla accumulazione illimitata per “la crescita che deve far crescere” non per soddisfare i bisogni; perchรฉ prima di tutto si deve far crescere all’infinito i bisogni per giustificare la produzione illimitata e il consumo illimitato e naturalmente si dovrร produrre meno ma produrre meglio e soprattutto eliminare lo spreco incredibile che ne deriva.
Ciรฒ che รจ capitato a Aigion, vicino a Patrasso in questi ultimi mesi, รจ stato un tentaivo di ritornare a una economia del baratto; l’hanno chiamata filikea economia (economia amica). Questa esperienza va nella direzione della decrescita?
Non conosco l’esperienza. Puรฒ andare in questo senso come tutte le esperienze che vogliono recuperare l’autonomia. Questa sarร la cosa piรน importante nei prossimi anni per le comunitร : ritrovare la capacitร di sopravvivere e anche di vivere bene ma senza essere tossicodipendenti del sistema del mercato mondiale
E in questo senso qual รจ il suo giudizio rispetto all’euro? L’euro sembra molto pilotato dalla Banca Centrale Europea e forse non lascia molta autonomia ai singoli stati perรฒ d’altra parte ci consente di stare in un sistema piรน ampio di quello semplicemente nazionale il che porta notevoli vantaggi. Lei che ne pensa?
Penso che non c’รจ nessuna speranza con l’euro perchรฉ i tedeschi non rinunceranno mai a fare dell’euro una moneta della quale i cittadini non possono riappropriarsi. Loro vogliono che sia totalmente nelle mani della BCE e che questa banca sia indipendente e in questo quadro non si puรฒ fare niente perchรฉ non si puรฒ difendere il tessuto industriale europeo perchรฉ l’Europa ha senso solo se si costruisce per proteggere i cittadini europei e la concorrenza sfrenata del resto del mondo…
Mi scusi se la provoco, ma questa idea della decrescita non รจ una idea crepuscolare da fine impero? Dobbiamo lasciarci convincere dal fatto che la Cina. Il nuovo impero. Le potenze in crescita si prenderanno la nostra economia. Le nostre industrie…
Sicuro viviamo un’etร di fine dell’impero di occidente, ma la Cina oggi fa parte dell’occidente e la fine dell’occidente sarร anche la fine della Cina sotto questa forma perchรฉ quando nave affonda anche se coloro che stanno sulla prua per un momento salgono in alto finiscono poco dopo anche loro sott’acqua.
La sua idea ha preso piede in tante parti dell’Europa. Anche in Italia c’รจ un movimento che ha una definizione leggermente diversa: parla di felicitร della decrescita. E’ esattamente quello che pensa o c’รจ qualcosa di diverso?
Alcuni economisti della felicitร della decrescita hanno dimostrato che non c’รจ correlazione tra il Prodotto Interno Lordo e la Felicitร . Al contrario la New Economy Foundation ha stabilito un indice da cui sembra che i paesi con la felicitร siano la Repubblica Domenicana ecc. e cioรจ i paesi tra quelli considerati piรน poveri e al contrario gli USA sono al rango 150…e allora…
Ho appena raccontato quale รจ stata la crisi in Italia che ha portatao anche a un cambio di Governo e quindi l’Europa in qualche modo si รจ fatta garante del nostro debito e ha fatto si che l’Italia si rimettesse in pista…
Il debito non sarร mai pagato, Non serve aiutare a pagare il debito: si deve cancellare il debito e partire verso un’altra direzione: Tutti gli economisti lo sanno da anni che questo debito che รจ diventato gigantesco non sarร mai pagato. Ma il problema รจ che siccome vogliono continuare con questa economia da casinรฒ si deve fare finta che sia ancora credibile che sia pagato e allora si deve “aiutare” i paesi a pagare non il debito ma gli interessi sul debito per continuare a fare finta, ma quasto non puรฒ durare ancora per molto tempo.
Alcuni sostengono che conviene guidare una bancarotta, una sorta di Modello Argentina
Ci sono molte esperienze di riconversione del debito. Anche recentemente l’Equador ha deciso di fare un audit e di pagare solo il 40-50% considearato come un debito giusto, giustificato e penso che รจ sia la prima cosa da fare.
Ma รจ serio per uno stato “chiedere uno sconto”, di fatto dimezzare il debito che ha nei confronti di altri stati?
Nella storia ci sono tantissimi casi di bancarotta, giร da Carlo V nel ‘500. allora…E’ la condizione per risanare l’economia e risanare la societร !
Bene, la ringrazio moltissimo
Grazie altrettanto
Da Democrazia Km Zero
Commenti
Posta un commento
Partecipa alla discussione