Sono passati dieci anni dal primo trasferimento di detenuti a Guantanamo e Amnesty International ha pubblicato un rapporto, “Guantanamo: un decennio di danni ai diritti umani”, in cui spiega che la mancata chiusura del centro di reclusione “lascia un’eredità velenosa ai diritti umani”.
Nel rapporto Amnesty sottolinea “il trattamento illegale subito dai detenuti di Guantanamo e le ragioni per cui il centro di detenzione continua a rappresentare un attacco ai diritti umani”. “Guantanamo – sostiene Rob Freer, ricercatore di Amnesty Usa – ha finito per diventare il simbolo di 10 anni di sistematica mancanza di rispetto per i diritti umani da parte degli Usa nella loro reazione agli attacchi dell’11 settembre. Il governo statunitense ha violato i diritti umani dal primo giorno di apertura del centro di detenzione e continua a violarli ora che entriamo nell’undicesimo anno”.
Inoltre, Freer ha rincarato la dose. “L’amministrazione Obama ha adottato l’architettura della guerra globale disegnata sotto la presidenza Bush. L’attuale amministrazione, nel gennaio 2010, ha asserito che 48 detenuti di Guantànamo non potranno essere processati nè rilasciati, ma dovranno rimanere in detenzione militare a tempo indeterminato, senza accusa nè processo penale, in base a un’interpretazione unilaterale delle leggi di guerra. Fino a quanto gli Usa non considereranno queste detenzioni come una questione di diritti umani, l’eredità di Guantànamo sopravviverà, a prescindere se verrà chiuso o meno»
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, si era impegnato a chiudere la prigione di Guantanamo entro il 20 gennaio 2010 ma questo non è avvenuto tanto che secondo le ultime informazioni a dicembre 2011 all’interno del penitenziario erano presenti ancora 171 uomini, fra loro almeno 12 detenuti erano stati trasferiti l’11 gennaio di dieci anni fa.
Da E-il mensile
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