Le immagini, trasmesse inizialmente dal sito Tmz, una volta su Internet hanno fatto rapidamente il giro del mondo costringendo le autorità militari a stelle e strisce a prendere posizione sull’accaduto. Nonostante il comando militare si sia affrettato a dire che la veridicità del filmato non sia stata ancora verificata, il quartier generale ha comunicato che è stata aperta un’inchiesta sull’episodio: “La questione sarà investigata a fondo”.
Come riferisce l’agenzia afgana Pajhwok, anche il Pentagono è intervenuto sulla vicenda. Il portavoce della Difesa Usa John Kirby si è detto “sconvolto dalle immagini” aggiungendo che “di chiunque si tratti e qualunque siano le circostanze, è un comportamento madornale ed inaccettabile da parte di un membro militare”.
I quattro corpi violati, secondo i Talebani, appartengono ai loro combattenti. In un comunicato, gli studenti coranici hanno definito le immagini “un atto barbaro” anche se tuttavia hanno specificato che l’episodio “non comprometterà i colloqui con gli Usa e lo scambio di prigionieri”. Poco dopo è arrivato anche il commento del governo afgano che si è detto “profondamente turbato”.
Questa nuova macchia sulla reputazione dei marines rischia di compromettere il faticoso cammino dei negoziati. A tale proposito ieri il Washington Post aveva annunciato, citando funzionari di alto livello, che “l’amministrazione Obama riprenderà i colloqui di pace con i Talebani non appena il presidente afghano, Hamid Karzai, darà il consenso formale ai negoziati”. Dichiarazione che arriva dopo una parziale apertura dei seguaci del Mullah Omar a perseguire la loro lotta anche con strumenti politici. In un altro comunicato specificano però che non rinunceranno alle azioni armate e non accetteranno la nuova Costituzione afgana, ma si limiteranno a incrementare “gli sforzi sul piano politico”.
Il rischio ora è che questa nuova pesante ombra sull’operato delle forze armate statunitensi impegnate nei teatri di guerra possa non solo compromettere le delicate relazioni con le autorità diKabul e quelle, ancora tutte da costruire, con i Taliban, ma anche con gli altri paesi coinvolti nella missione internazionale sotto la guida Nato. Sono da leggere così le dichiarazioni del comando Isaf: “I comportamento di un gruppo di militari americani in un video diffuso di recente disonora i sacrifici ed i valori fondamentali di ogni singolo soldato che rappresenta le 50 nazioni dellaCoalizione”.
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