Di Enrico Piovesana
Il 3 gennaio inizia dallo stato dell’Iowa la lunga corsa verso le
elezioni presidenziali americane del prossimo 6 novembre. Una corsa alla
quale vuole partecipare anche il movimento Occupy Wall Street,
facendo sentire a tutti i candidati la voce e i bisogni di quel “99 per
cento” di americani che vuole “riappropriarsi della democrazia”
ostaggio del duopolio partitocratico democratico-repubblicano e
inquinata dal denaro.
Il
tentativo del movimento Ows è quello di entrare dal basso nel dibattito
politico-elettorale nazionale. Lo scopo principale è quello di portare
la discussione (spesso ridotta a squallidi litigi personali su amanti e
convinzioni religiose) sui temi sociali più urgenti legati alla crisi
economica, al lavoro, all’impoverimento della popolazione.
“Per troppo tempo – si legge nell’appello del movimento dell’Iowa
– il 99 per cento è stato ridotto al silenzio da Wall Street a delle
avide multinazionali, mentre l’élite domiante dell’1 per cento ci ha
defraudati della nostra democrazia, della nostra dignità e del nostro
sostentamento. Ma ora non più, il popolo si è svegliato. Siamo forti e
ci stiamo sollevando per riprenderci quello che ci hanno tolto.
Presentiamo le nostre domande di democrazia reale e di giusatizia
economia direttamente al presidentre Obama e ai candidati presidenziali
repubblicani, alle banche, ai media”.
Ows punta anche a denunciare il fondamentale problema del sistema
politico americano (e non solo): il ruolo del denaro nella democrazia
moderna, a partire dai massicci finanziamenti delle campagne elettorali
dei singoli candidati da parte di garndi banche e multinazionali,
insomma dell’odiata Wall Street.
Non a caso, la prima azione di protesta del movimento Occupy Iowa Caucus (i
‘caucus’ sono le assemble locali di partito che nominano i delegati
alle Convention nazionali) nella capitale Des Moines è avenuta mercoledì
davanti all’comitato elettorale del canidato repubblicano Mitt Romney e
di fronte alla sede cittadina della banca Wells Fargo, sua finanziatrice. Una decina gli arresti.
Una protesta pacifica (i dimostranti hanno garantito che non hanno
intenzione di ostacolare lo svolgimento dei caucus) e bipartisan, almeno
nelle intenzioni. Dopo aver puntato Rommey, giovedì i dimostranti si
sono radunati davanti al comitato locale per la rielezione di Obama,
accusato di essere anch’esso un ‘puppet’ di Wall Street (12
arresti), e per venerdì sono previste azioni davanti al comitato
elettorale dell’altro candidato repubblicano, Newt Gingrich.
Non scamparà alle proteste nemmeno il terzo candidato repubblicano,
Ron Paul, dato per favorito in Iowa (ma solo qui). Le sue posizioni
libertarie, isolazioniste e anti-Fed tipiche del movimento Tea Party
(di cui è stato tra i promotori) non bastano, agli occhi di Ows, a
compensare il suo sfegatato liberismo, contrario a ogni intervento
pubblico in economia, e le sue posizioni ambiguamente razziste.
La seconda tappa elettorale, dopo i caucus in Iowa del 3 gennaio,
saranno le primarie in New Hampshire del 10 gennaio. E anche lì il
movimento Ows si sta mobilitando per far sentire la propria voce al
grido di ‘Occupy Primary’.
Da E-il mensile
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