Di Galapagos
Sono il 25 % secondo l'Istat gli italiani a rischio di precipitare nella disperazione e nell'esclusione. E il dato aumenta per i giovani tra i 18 e i 24 anni. Sono percentuali nettamente superiori a quelle dei maggiori paesi europei. Dall'Istituto di Statistica una fotografia drammatica delle condizioni di reddito e dei livelli di vita del Belpaese
Sono il 25 % secondo l'Istat gli italiani a rischio di precipitare nella disperazione e nell'esclusione. E il dato aumenta per i giovani tra i 18 e i 24 anni. Sono percentuali nettamente superiori a quelle dei maggiori paesi europei. Dall'Istituto di Statistica una fotografia drammatica delle condizioni di reddito e dei livelli di vita del Belpaese
L'Istat ha scattato una nuova foto dell'Italia e,
purtroppo, non è una bella foto, ma un immagine con poche luci e tante
ombra: nel 2010 un italiano su quattro era a rischio di povertà o di
esclusione sociale, e il pericolo aumenta soprattutto per i giovani tra i
18 e i 24 anni. Si tratta di percentuali nettamente superiori a quelle
dei maggiori paesi europei. In Francia, ad esempio, a rischio di povertà
o di esclusione sociale è «solo» il 19,3% della popolazione, mentre in
Germania la percentuale è del 19,7%. Per quanto riguarda il solo rischio
di povertà, per l'intera popolazione italiana è al 18,2%, mentre in
Francia è al 13,5% e in Germania al 15,6%. Per la popolazione con meno
di 18 anni, il rischio sale al 24,7% in Italia, al 18,4% in Francia e al
17,5% per i giovani tedeschi.
L'indagine Istat su «Reddito e condizioni di vita»
è stata condotta nella seconda metà dello scorso anno rilevando i
redditi netti familiari e numerosi indicatori delle condizioni
economiche delle famiglie. Oltre alla percentuale di persone a «rischio
povertà» - il 18,2% della popolazione, come già detto - l'Istat rileva
anche un 6,9% di persone che si trova in condizioni di «grave
deprivazione materiale», mentre il 10,2% vive in famiglie caratterizzate
da una bassa intensità di lavoro. Cioè - come spiega l'Istat - in
famiglie i cui componenti tra i 18 e i 59 anni lavorano meno di un
quinto del loro tempo.
La deprivazione materiale, secondo la convenzioni internazionale, è definita come «una situazione di involontaria incapacità sostenere spese per determinati beni o servizi» e vengono considerati nove fattori di deprivazione tra i quali gli arretrati nel pagamento di bollette, affitto, mutuo o altro tipo di prestito; o anche il non potersi permettere l'automobile o il telefono o non riuscire ad andare in vacanza per almeno una settimana l'anno. Per «grave deprivazione materiale» si intende una situazione nella quale in una famiglia sono presenti almeno quattro deprivazioni sull'elenco di nove.
Alcune percentuali indicano chiaramente in cosa le famiglie italiane sono più deprivate; il 16% delle famiglie residenti in Italia ha dichiarato di arrivare con molta difficoltà alla fine del mese; l'8,9% si è trovato in arretrato con il pagamento delle bollette; l'11,2% con l'affitto o la rata del mutuo; l'11,5% lamenta di non potere riscaldare adeguatamente l'abitazione. Sempre, ovviamente, per la mancanza di un reddito adeguato. Come al solito, è il Mezzogiorno a stare peggio: il 12,9% delle famiglie residenti al Sud è gravemente deprivato. Si tratta di una percentuale più che doppia rispetto a quella delle famiglie del Centri (5,6%) e più che tripla rispetto al Nord (3,7%). Le tipologie familiari più esposte al rischio di deprivazione materiale sono quelle con «un alto numero di componenti e/o con baso numero di percettori di reddito». E a trovarsi più frequentemente in condizioni di disagio sono le famiglie monoreddito, come gli anziani soli e i monogenitori, e quelle con «tre o più figli minori».
Le famiglie che hanno come entrata principale un reddito da lavoro autonomo registrano minori difficoltà rispetto a quelle che vivono sopratutto di redditi da lavoro dipendente. Quelle che vivono prevalentemente di pensioni sono, a loro volta, più vulnerabili di chi percepisce redditi da lavoro.
La presenza di familiari a carico, in particolare di minori, è generalmente associata a una maggiore frequenza di problemi economici. La tipologia familiare meno esposta a disagi è quella delle coppie senza figli: tra queste soltanto l'11,7% ha dichiarato di arrivare con molta difficoltà alla fine del mese, contro il 15,9% di quelle con figli. La situazione di maggiore vulnerabilità, come già accennato, riguarda le coppie con almeno tre figli: il 19,5% è stata in arretrato con le bollette, il 22,3% con l'affitto o il mutuo e il 18,6% con le rate per altri prestiti.
A proposito di reddito, dall'indagine Istat emerge che il 50% delle famiglie ha percepito un reddito netto non superiore a 24.544 euro l'anno. Ovvero circa 2.050 ero al mese. Però nel Mezzogiorno il reddito diminuisce a meno di 20.600 euro l'anno, cioè circa 1.700 euro al mese. In Italia - come hanno mostrato altre indagini, prima fra tutte quella di Bankitalia sulla distribuzione della ricchezza - c'è una fortissima sperequazione nella distribuzione. Per quanto riguarda la ricchezza - vale la pena ricordarlo - il 10% delle famiglie detiene circa il 47% dei patrimoni totali, mentre per quanto riguarda il reddito il 20% dei più ricchi si spartisce il 37,2% dei redditi netti, mentre - sul versante opposto - al 20% più povero spetta solo l'8,2% del reddito.
Da il Manifesto
La deprivazione materiale, secondo la convenzioni internazionale, è definita come «una situazione di involontaria incapacità sostenere spese per determinati beni o servizi» e vengono considerati nove fattori di deprivazione tra i quali gli arretrati nel pagamento di bollette, affitto, mutuo o altro tipo di prestito; o anche il non potersi permettere l'automobile o il telefono o non riuscire ad andare in vacanza per almeno una settimana l'anno. Per «grave deprivazione materiale» si intende una situazione nella quale in una famiglia sono presenti almeno quattro deprivazioni sull'elenco di nove.
Alcune percentuali indicano chiaramente in cosa le famiglie italiane sono più deprivate; il 16% delle famiglie residenti in Italia ha dichiarato di arrivare con molta difficoltà alla fine del mese; l'8,9% si è trovato in arretrato con il pagamento delle bollette; l'11,2% con l'affitto o la rata del mutuo; l'11,5% lamenta di non potere riscaldare adeguatamente l'abitazione. Sempre, ovviamente, per la mancanza di un reddito adeguato. Come al solito, è il Mezzogiorno a stare peggio: il 12,9% delle famiglie residenti al Sud è gravemente deprivato. Si tratta di una percentuale più che doppia rispetto a quella delle famiglie del Centri (5,6%) e più che tripla rispetto al Nord (3,7%). Le tipologie familiari più esposte al rischio di deprivazione materiale sono quelle con «un alto numero di componenti e/o con baso numero di percettori di reddito». E a trovarsi più frequentemente in condizioni di disagio sono le famiglie monoreddito, come gli anziani soli e i monogenitori, e quelle con «tre o più figli minori».
Le famiglie che hanno come entrata principale un reddito da lavoro autonomo registrano minori difficoltà rispetto a quelle che vivono sopratutto di redditi da lavoro dipendente. Quelle che vivono prevalentemente di pensioni sono, a loro volta, più vulnerabili di chi percepisce redditi da lavoro.
La presenza di familiari a carico, in particolare di minori, è generalmente associata a una maggiore frequenza di problemi economici. La tipologia familiare meno esposta a disagi è quella delle coppie senza figli: tra queste soltanto l'11,7% ha dichiarato di arrivare con molta difficoltà alla fine del mese, contro il 15,9% di quelle con figli. La situazione di maggiore vulnerabilità, come già accennato, riguarda le coppie con almeno tre figli: il 19,5% è stata in arretrato con le bollette, il 22,3% con l'affitto o il mutuo e il 18,6% con le rate per altri prestiti.
A proposito di reddito, dall'indagine Istat emerge che il 50% delle famiglie ha percepito un reddito netto non superiore a 24.544 euro l'anno. Ovvero circa 2.050 ero al mese. Però nel Mezzogiorno il reddito diminuisce a meno di 20.600 euro l'anno, cioè circa 1.700 euro al mese. In Italia - come hanno mostrato altre indagini, prima fra tutte quella di Bankitalia sulla distribuzione della ricchezza - c'è una fortissima sperequazione nella distribuzione. Per quanto riguarda la ricchezza - vale la pena ricordarlo - il 10% delle famiglie detiene circa il 47% dei patrimoni totali, mentre per quanto riguarda il reddito il 20% dei più ricchi si spartisce il 37,2% dei redditi netti, mentre - sul versante opposto - al 20% più povero spetta solo l'8,2% del reddito.
Da il Manifesto
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