Di Comidad
Un Putin
politicamente in difficoltà ha scelto di rilanciare la polemica contro
gli Stati Uniti a partire da un tema cruciale, cioè le dirette
responsabilità americane nell'assassinio di Gheddafi. All'opinione
pubblica russa, questa presa di posizione di Putin rischia però di
apparire come una tardiva scoperta dell'acqua calda, che non ottiene
altro che di mettere ancora più in rilievo la linea di acquiescenza
seguita dal Cremlino nei confronti dell'aggressione della NATO alla
Libia.[1]
La diplomazia russa, nel marzo scorso, aveva condiviso
supinamente la narrazione NATO circa un Gheddafi tiranno isolato, pronto
a bombardare il suo popolo: un Gheddafi politicamente morto.[2]
Nei
fatti invece il regime di Gheddafi si è confermato come il vero
referente dell'equilibrio tribale in Libia; tanto che ci sono voluti più
di sette mesi di bombardamenti feroci per sconfiggerlo, nonostante
alcune opportunistiche defezioni interne al regime. Persino per la
conquista sul terreno non sono bastati i sedicenti "ribelli", ma sono
risultate necessarie non solo truppe mercenarie inviate dal Qatar, ma
anche truppe scelte britanniche, come le SAS.[3]
Queste cose i
cittadini russi le sanno, poiché la loro informazione gliele ha
raccontate giorno per giorno; e la frustrazione è stata tanta, non
soltanto in riferimento all'aggressione contro un Paese ritenuto amico,
ma anche per le gravi conseguenze a scapito della sicurezza russa.
Appare perciò strano un Putin che rinfaccia alla NATO il suo
comportamento criminale, ma che poi continua ad apparire esitante di
fronte alle nuove aggressioni in programma da parte della stessa NATO,
come quelle nei confronti della Siria e dell'Iran. Solo pochi giorni fa
la diplomazia russa ha lanciato una proposta di risoluzione ONU sulla
Siria che è un vero esercizio di cerchiobottismo.[4]
Se Putin
volesse davvero rifarsi una verginità, gli basterebbe offrire
pubblicamente la sua garanzia militare alla Siria ed all'Iran, che sono
anche Paesi a ridosso dei confini russi. Ma Putin può permettersi un
ritorno alla guerra fredda? Su un piano strettamente politico e militare
se lo potrebbe permettere, eccome.
Ci sono però in ballo gli affari
di Gazprom, che non sopporterebbero un inasprimento dei rapporti con la
NATO. La Russia è oggi il maggiore produttore ed esportatore di petrolio
al mondo, davanti persino all'Arabia Saudita.[5]
Il gruppo
dirigente di Gazprom, di provenienza KGB, sta accumulando fortune
personali da capogiro, cosa che la dice lunga sui veri motivi della
caduta del comunismo. Gazprom è riuscita a far approvare una legge che
le consente persino di farsi un proprio esercito privato.[6]
Il giro
di affari russo con la Germania è di proporzioni spaventevoli, tanto
che Putin è stato incensato sfacciatamente dal governo tedesco; un
dettaglio che ha fatto molto arrabbiare il filosofo e russofobo francese
André Glucksmann.[7]
Persino Marchionne è in contatti di affari con
la Russia, ed è volato a Mosca, probabilmente non solo a discutere di
mercato russo, ma anche per riscuotere da Putin garanzie e coperture
circa l'ulteriore colonizzazione dell'Europa dell'Est.[8]
A
coronamento del suo percorso affaristico, oggi la Russia è stata accolta
trionfalmente nell'Organizzazione Mondiale per il Commercio (WTO), cosa
che spiega le timidezze di Putin verso la NATO e verso le sue minacce
colonialistiche contro Siria ed Iran.[9]
Le sparate di Putin possono
perciò incantare i tanti "putiniani" dell'Europa occidentale, ma non
convincono più i Russi, che cominciano a vedere in lui un fumoso
parolaio funzionale all'affarismo; un affarismo che oggi costituisce
un'oggettiva minaccia per la integrità della Russia, dato che proprio la
vicenda di Gheddafi dimostra che le oligarchie occidentali non si
accontentano di trovare partner d'affari, ma vogliono colonie.
Per le
recenti elezioni russe si è parlato di brogli, ma in effetti anche i
brogli hanno funzionato poco, visto che il partito comunista di Zyuganov
si è avvicinato nei risultati alle sue dimensioni reali, che sono
storicamente quelle del partito di maggioranza relativa. Zyuganov oggi è
in piazza a protestare contro i brogli, ma probabilmente è il primo a
rendersi conto che una situazione di instabilità prolungata rischierebbe
di favorire non lui, bensì soluzioni del tipo "rivoluzione colorata",
con l'emergere di qualche fantoccio della NATO, del genere di Vaclav
Havel.[10]
Il problema è che in Russia non c'è solo Gazprom a fare
affari, ma è rimasta ancora una presenza significativa ed incombente
della multinazionale British Petroleum, che è oggi la seconda nel giro
di affari del petrolio e del gas russi.[11]
La convivenza di BP con
Gazprom è conflittuale, ma entrambe condividono il culto degli affari ed
il timore nei confronti di Zyuganov. La rivoluzione colorata, con la
conseguente colonizzazione e lo smembramento della Russia, diventerebbe
una prospettiva concreta se alla crisi del putinismo non dovesse
corrispondere un'immediata affermazione di forze decisamente
anticolonialiste.
La British Petroleum è da sempre in simbiosi con i
servizi segreti britannici. Le attuali legislazioni occidentali sul
lobbying e sul conflitto di interessi non sono soltanto permissive, ma
addirittura promuovono i rapporti tra imprese private e servizi segreti.
Anche l'Italia si è adeguata a questa tendenza con la Legge 124/2007,
che prevede e favorisce accordi diretti tra affaristi privati e servizi
segreti. Appena l'anno scorso il servizio segreto interno, l'AISI, e
Confindustria hanno stretto ufficialmente una sorta di patto
d'acciaio.[12]
Questa ufficialità dei rapporti tra imprese private e
servizi segreti consente oggi alle notizie a riguardo di uscire
tranquillamente allo scoperto. Ha fatto di recente scalpore in Gran
Bretagna la vicenda di un agente del servizio segreto MI6, un esperto di
Russia e Cina, prepensionatosi per andare a fare il lobbista alla
British Petroleum; tanto non c'è più rischio di incriminazione ad
esibire certe "connection", che una volta avrebbero suscitato non solo
stupore, ma anche scandali ed inchieste giudiziarie; magari poi
insabbiate, ma comunque fastidiose.[13]
Le direttive del Fondo
Monetario Internazionale, della Banca Mondiale e del WTO circa lo
Sviluppo del Settore Privato (Private Sector Development) hanno infatti
trasformato le istituzioni pubbliche in agenzie del lobbying delle
imprese private, cioè in enti assistenziali per ricchi. Il conflitto di
interessi non solo viene accettato, ma è stato anche consacrato dalla
dottrina economica ufficiale.[14]
Nell'orticello italiano ciò ha
fatto sì che un banchiere privato come Attilio Befera possa vantare il
suo incredibile curriculum. Partito da Efibanca per presiedere dapprima
una società per azioni a capitale pubblico come Equitalia, Befera è
andato poi alla conquista della dirigenza del suo principale azionista,
cioè l'Agenzia delle Entrate, dalla quale ora può controllare anche la
Guardia di Finanza.[15]
A questo punto non è neppure più una
sorpresa che Befera possa ostentare pubblicamente i suoi rapporti con i
servizi segreti, andando a scrivere sull'organo ufficiale dell'AISI, la
rivista "Gnosis". C'è una intossicazione informativa piuttosto diffusa
che cerca di dirottare le notizie sui conflitti di interessi nel
calderone del complottismo. Ma immaginiamoci il povero Befera intento ad
organizzare un complotto: per mettere insieme Efibanca, Equitalia,
Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza ed Aisi, sarebbe costretto a
parlare sempre da solo.[16]
Nella grande arena internazionale, lo
Sviluppo del Settore Privato (o Assistenzialismo per Ricchi) ha
comportato che la British Petroleum oggi possa vantare tra i suoi
lobbisti nientemeno che l'Unione Europea, che è quella che assiste e
tutela gli affari di BP in Russia, ed intercede per essa quando finisce
nel mirino delle autorità russe per averla fatta troppo grossa.[17]
C'è
da chiedersi come Putin possa aver pensato di affrontare questi fior di
criminali super-assistiti mantenendosi le mani legate. Ma l'avidità può
ottundere anche l'istinto di conservazione.
Note
[1] http://www.corriere.it/esteri/11_dicembre_15/putin-contro-usa_b23498ea-2704-11e1-853d-c141a33e4620.shtml
[2] http://www.instablog.org/ultime/111834.html
[3]
http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.guardian.co.uk/world/2011/aug/23/sas-troopers-help-coordinate-rebels&ei=JfGwTs61HY7OswaBxuDrCg&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=3&ved=0CDwQ7gEwAg&prev=/search%3Fq%3Dqatar%2Blibya%2Bguardian%26hl%3Dit%26sa%3DG%26rlz%3D1W1ACAW_itIT338%26prmd%3Dimvns
[4] http://blog.panorama.it/mondo/2011/12/16/siria-la-russia-a-sorpresa-presenta-una-bozza-di-risoluzione-allonu/
[5]
http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.energytribune.com/articles.cfm/8444/TNK-BP-Gazprom-Lead-Russia-To-Record-High-Oil-Output&ei=69vsToavEav24QSz_9yQCQ&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=10&ved=0CHEQ7gEwCQ&prev=/search%3Fq%3Dgazprom%2Bvs%2Bbritish%2Bpetroleum%26hl%3Dit%26sa%3DG%26rlz%3D1W1ACAW_itIT338%26prmd%Dimvns
[6] http://translate.google.it/translate?hl=it&langpair=en%7Cit&u=http://www.liveleak.com/view%3Fi%3D829_1183743028
[7]
http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.gazprom-germania.de/en/&ei=wtrsTrjCFoWM4gSflbDsCA&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=10&ved=0CF8Q7gEwCQ&prev=/search%3Fq%3Dgazprom%2Baffari%2Bgermania%26hl%3Dit%26sa%3DG%26rlz%3D1W1ACAW_itIT338%26prmd%3Dimvns
http://archiviostorico.corriere.it/2011/luglio/10/Germania_incorona_Putin_Lavora_per_co_9_110710021.shtml
[8] http://www.trend-online.com/ansa/fiat-marchionne-vola-in-russia/
[9] http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-12-17/russia-entra-anni-negoziati-081533.shtml?uuid=Aae0Q5UE
[10]
http://www.agenziastampaitalia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=4768:zyuganov-il-neo-colonialismo-della-nato-minaccia-anche-la-russia&catid=3:politica-estera&Itemid=35
[11]
http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.bp.com/sectiongenericarticle.do%3FcategoryId%3D483%26contentId%3D2000676&ei=vt3sTs-gDI6K4gSMy8mICQ&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=1&ved=0CDAQ7gEwAA&prev=/search%3Fq%3Drussia%2Bbp%26hl%3Dit%26sa%3DG%26rlz%3D1W1ACAW_itIT338%26biw%3D960%26bih%3D507%26prmd%3Dimvns
[12]
http://www.oipamagazine.eu/categoria1060/Imprese/Tecnologia-e-Business/aisi--confindustria-piano-per-la-tutela-delle-imprese-strategiche-italiane.html
[13]
http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.dailymail.co.uk/news/article-2015538/Revolving-door-row-ex-MI6-spy-lands-BP-job.html&ei=N6btTtHZL_D34QScleilCQ&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=2&ved=0CCsQ7gEwAQ&prev=/search%3Fq%3Dbp%2Bmi6%26hl%3Dit%26rlz%3D1R2ACAW_it%26prmd%3Dimvns
[14]
http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://wwwr.worldbank.org/fpd&ei=VNTwTpz5E8zY4QSRmOW0AQ&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=3&ved=0CEgQ7gEwAg&prev=/search%3Fq%3Dprivate%2Bsector%2Bdevelopment%2Bwto%26hl%3Dit%26sa%3DG%26rlz%3D1W1ACAW_itIT338%26prmd%3Dimvnsb
[15]
http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/content/nsilib/nsi/agenzia/chi+siamo/organigramma+centrale+2009/direttore+agenzia+delle+entrate
[16] http://www.sisde.it/gnosis/Rivista19.nsf/ServNavig/13
[17]
http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://archive.corporateeurope.org/docs/extracting_influence_russia.pdf&ei=MaLtTtbVEsPQhAeUrLmxCA&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=9&ved=0CGwQ7gEwCA&prev=/search%3Fq%3Dbritish%2Bpetroleum%2Bsecret%2Bservice%26hl%3Dit%26sa%3DG%26rlz%3D1W1ACAW_itIT338%26biw%3D960%26bih%3D507%26prmd%3Dimvns
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