Di Comidad
Mentre da settimane si susseguono le voci più o meno ufficiali su un
intervento del Fondo Monetario Internazionale "a favore" dell'Italia, in
pochi hanno fatto caso ad un intervento autorevole a sostegno di questa
macabra prospettiva, quello di Vladimir Putin, lo scorso 11 novembre.
Putin ed il suo socio Medvedev si sono divisi il lavoro: mentre il primo
avallava l'improbabile immagine di un FMI "salvatore" dell'Europa, il
secondo incontrava il capo dello stesso FMI, Christine Lagarde [1].
Pare che la Russia abbia grosse riserve finanziarie, perciò in questa
circostanza potrebbe agire addirittura da "banca" del FMI; e questo
sarebbe l'oggetto dei colloqui fra Lagarde e Medvedev. Ma se la Russia
ha davvero tutti questi soldi, perché non pensa di tagliare fuori il
FMI, entrando direttamente nelle economie europee con propri acquisti di
titoli del Tesoro?
Bella domanda, ma prima di azzardare una risposta, forse è il caso di mettere in rassegna altri fatti.
Nell'agosto del 2010 il primo ministro ungherese, Orban, aveva cacciato
il FMI dal proprio Paese, ma ora, a poco più di un anno, deve tornare a
testa bassa dal FMI a chiedere un prestito [2].
Su quali sostegni internazionali aveva sperato Orban per fare a meno della gogna del FMI?
Il governo ungherese aveva confidato sul sostegno russo. Dopo il primo
incontro semi-segreto fra Orban e Putin alla fine del 2009, il primo
ministro ungherese era stato accolto in pompa magna nel dicembre 2010 a
Mosca, e nei colloqui erano stati prospettati una serie di progetti di
cooperazione economica [3].
Sembrava dunque che la Russia perseguisse una strategia di sfondamento
dell'equilibrio UE/NATO nell'Europa dell'Est, e che l'Ungheria fosse il
primo tassello del domino. A distanza di un anno Orban invece si ritrova
in piena emergenza finanziaria, e consegnato proprio da Putin ai
tentacoli del FMI. Quindi anche Orban è finito nella lista dei bidonati
da Putin, insieme con Milosevic e Gheddafi.
Da qualche mese risultava che il governo ungherese avesse già rinunciato
a qualsiasi velleità di autonomia economica, e si riconsegnasse al
ruolo istituzionale che l'Unione Europea riserva a Paesi come
l'Ungheria, cioè quello di diventare una colonia per le delocalizzazioni
di imprese dell'Europa occidentale. In questo periodo l'Ungheria è
diventata infatti il Paese più reclamizzato dalle agenzie internazionali
specializzate nel business di organizzare delocalizzazioni di piccole e
medie imprese italiane [4].
Si spiegano così la sicumera e l'arroganza di Sergio Marchionne, visto
che oggi, grazie a Putin, le colonie dell'Europa dell'Est si trovano in
totale sicurezza; perciò Marchionne non soltanto è in condizione di
delocalizzare le produzioni FIAT, ma anche di portarsi dietro le piccole
e medie imprese dell'indotto, e magari persino qualcos'altro. Si spiega
anche perché Marchionne sia interessato a destabilizzare Confindustria,
lasciando così tante piccole e medie imprese senza ombrello, e quindi
bisognose di protezione e di entrature per delocalizzare all'Est.
Dal canto suo Putin non si accontenta di allacciare rapporti col FMI, ma
compie anche i passi decisivi per entrare a pieno titolo nella
principale emanazione del FMI, cioè l'Organizzazione Mondiale per il
Commercio (WTO). Una volta formalizzata l'associazione della Russia al
WTO, la messa in sicurezza dell'Europa dell'Est dal punto di vista delle
multinazionali, sarebbe cosa fatta [5].
Ma Putin non finisce di sorprenderci. Mentre la Libia era sotto
aggressione, l'azienda petrolifera russa, Gazprom, apriva un ufficio di
rappresentanza in uno dei Paesi aggressori della Libia, cioè l'Emirato
del Qatar; proprio quello che ha inviato migliaia di mercenari in Libia
ad inscenare la finta rivolta popolare [6].
Nei mesi successivi il rapporto tra Gazprom e Qatar è diventato una
solida cooperazione d'affari, mediata dalla multinazionale francese
Total. La gestazione degli affari è in corso e promette bene [7].
Nel corso del 2010 Putin aveva allacciato una serie di rapporti
internazionali che sembravano configurare un asse con la Turchia,
l'Iran, il Brasile, la Libia e la Siria. Dopo il voltafaccia di Putin,
la Turchia ed il Brasile sono in stato confusionale, la Siria e l'Iran
sono sotto l'attacco occidentale, mentre la Libia è stata
ri-colonizzata. A questo punto ci si chiede quanto si possa dare credito
alle rituali obiezioni che Putin sta opponendo riguardo all'aggressione
che si prospetta da parte di NATO ed Israele nei confronti di Siria ed
Iran.
Putin è spesso accusato dalla stampa occidentale e sionista di violare i
cosiddetti "Diritti Umani"; espressione che, tradotta dal linguaggio
della propaganda, significa "interessi della British Petroleum". Gazprom
si trova infatti a pestare spesso i piedi della BP in questo o
quell'affare di petrolio o gas. L'ultimo grosso sgarbo è appena di un
anno fa, quando Gazprom ha soffiato alla BP un affare da un miliardo di
dollari [8].
Ciò spiega perché Putin sia stato accusato di essere uno "zar", un
"populista", e di assassinare giornalisti, o addirittura di eliminare i
dissidenti con il polonio radioattivo. Putin è, a sua volta, molto abile
a sfruttare a proprio vantaggio questa grossolana propaganda contro di
lui, rilasciando reboanti dichiarazioni anti-occidentali che accreditino
il suo mito di leader indipendente e fuori del coro; dichiarazioni
fumose, che fanno però la gioia dei suoi fans "eurasiatici" in Italia
[9].
Di fatto Putin appare del tutto ondivago in politica estera, ed ansioso
soltanto di compiacere gli affari di Gazprom, anche se la Russia si
trova sempre più accerchiata militarmente dalla NATO. Il FMI è il
braccio finanziario della NATO (oppure è la NATO ad essere il braccio
militare del FMI), perciò ogni avallo da parte di Putin all'azione del
FMI in Europa, si risolve automaticamente in aumento della minaccia
della NATO contro la Russia. Ma mettersi contro FMI e WTO,
significherebbe per Gazprom vedersi tagliata fuori da parecchi affari.
In corrispondenza del periodo dell'aggressione della NATO contro la
Libia, e del conseguente blocco delle esportazioni da questo Paese, i
profitti di Gazprom sono aumentati del 78%, come risulta dalle sue
stesse dichiarazioni. Non c'è bisogno perciò di scervellarsi tanto per
indovinare il motivo per il quale la Russia ha votato a favore della
ambigua Risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza, che ha aperto la
strada all'aggressione della NATO contro la Libia [10].
Pare proprio che la cosca di Gazprom affidi i propri destini personali
più ai conti segreti nelle banche svizzere che alla integritÃ
territoriale della Russia. Gli "eurasiatici", piuttosto che confidare in
Putin ed elucubrare sulle sue intenzioni recondite, forse farebbero
bene ad augurarsi che nell'esercito russo sia rimasto qualche comunista
in grado di cacciare sia lui che la sua cosca affaristica.
Note:
[1] UPDATE 1-Putin doubts EFSF and IMF can overcome euro crisis
[2] CRISI: UNGHERIA CHIEDE A FMI E UE AIUTI FINANZIARI (3), Ungheria, l'autarchico Orban chiede aiuto all'Fmi
[3] Russia su presidenza Ungheria: colloquio Orban-Putin
[4] Consulenza Internazionale per l'Ungheria, Delocalizzazione per Pmi: l’Ungheria
[5] Russia on cusp of joining WTO after Georgia compromise
[6] Gazprom to open representative office in Qatar
[7] Putin welcomes Qatar in Russia's Yamal - Total CEO, Yamal gas: and Qatar is coming too
[8] Bad news for BP in Russia as $1bn deal cancelled
[9] L'ira di Putin: «Da potenze straniere soldi ai miei oppositori. Pagate prima i vostri debiti»
[10] Russia's Gazprom posts $10B profit in Q2
Da Comidad
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