Di Comidad
Un po' alla volta il governo Monti sta smentendo il suo presunto stile
istituzionale, lasciandosi andare alle provocazioni tipiche di chi non
abbia intenti trasparenti. La sortita del ministro Elsa Fornero
sull'abolizione dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, non solo
ricalca le performance a cui ci aveva già abituato il suo predecessore
Sacconi, ma ha seguito anche un rituale ormai scontato nei minimi
dettagli.
Dopo le ovvie reazioni dei sindacati, il ministro ha esibito infatti il
consueto vittimismo arrogante. Nelle sue esibizioni televisive, la
Fornero ha fatto venire in mente le parole di fra Cristoforo che
descrivono l'atteggiamento del potente malintenzionato: "Può adirarsi
che tu mostri sospetto di lui, e, nello stesso tempo, farti sentire che
quello di che tu sospetti è certo: può insultare e chiamarsi offeso,
schernire e chiedere ragione, atterrire e lagnarsi, essere sfacciato e
irreprensibile."
L'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori in sé non ha nulla a che
vedere con la cosiddetta flessibilità dato che si trova nel Titolo II,
che tratta "della libertà sindacale", cioè stabilisce le modalità di
reintegro nel posto di lavoro nei casi di chiaro intento discriminatorio
per motivi sindacali, politici o religiosi, previsti all'articolo 15.
Nello stesso Titolo II c'è anche l'articolo 17, che fa divieto ai
padroni di costituire sindacati di comodo, un articolo che non risulta
sia mai stato applicato. [1]
L'attacco all'articolo 18 ha quindi una valenza pretestuosa e
propagandistica, che implica in effetti un attacco alla stabilità del
rapporto di lavoro, cioè mira all'istituzione della cosiddetta
"flexsecurity": una precarizzazione di massa. I lobbisti cantori della
flexsecurity - fra cui si distingue per zelo l'onnipresente Pietro
Inchino - promettono mirabilie, tra le quali la certezza per il
lavoratore di guadagnare di più; ma si tratta di retorica priva di pezze
d'appoggio.
Nei suoi progetti di legge, Inchino arriva sino a proporre un preavviso
al licenziamento che potrebbe giungere ad un massimo di dodici mesi, e
poi corsi di formazione, ricollocazioni, ecc.; il tutto in base ad una
figura idealizzata di imprenditore, previdente, preveggente e premuroso.
Non si capisce poi perché il padronato dovrebbe accettare davvero tutti
questi vincoli al licenziamento visto che, in base alla Legge 223 del
1991 sulla mobilità, può già disfarsi dei lavoratori come e quando
vuole. [2]
Non è un caso che Confindustria dia il suo entusiastico appoggio allo
slogan della flexsecurity, ma poi si guardi bene dal prendere impegni
precisi. In base al grado di concretezza che esibisce nelle sue
argomentazioni, Inchino avrebbe potuto spingersi anche a promettere ai
lavoratori che la flexsecurity possa far ricrescere i capelli. [3]
A quanto se ne sa, il governo Monti vorrebbe spacciare la flexsecurity
come provvedimento per la "crescita", ma l'unico risultato certo della
flexsecurity prospettato sinora, riguarda il vincolare la vita del
lavoratore a delle "card", così descritte in un articolo su "La Stampa"
dello scorso anno: "Smart card. (...) la “flex security card”, una smart
card con microchip, che consente l’ingresso nel mondo dei servizi di
orientamento e contiene i dati personali crittografati e un borsellino
elettronico ricaricabile (e-valet) per acquisti di servizi di “life long
learning”, cioè di orientamento e di apprendimento continuo."[4]
Insomma, si sta parlando di un servizio di carte di credito
obbligatorie, che rappresenterebbero l'unico filo di continuità nel
rapporto lavorativo; un business delle carte di credito ovviamente
gestito dalle banche. Le banche sono universalmente odiate e
disprezzate, ma è l'infanzia della politica a misurare il potere reale
sulla base del consenso o della popolarità. La potenza ideologica del
lobbying bancario sta invece nella sua capacità di dissimularsi, cioè
nel creare i fantasmi di emergenze (il default, la rigidità del lavoro,
ecc.), per presentare la soluzione al "problema" sempre e solo dal
punto di vista degli interessi delle banche, lasciando però questi
interessi in ombra o sullo sfondo. I lobbisti delle banche si celano fra
le persone più insospettabili ed in tutti gli anfratti delle
istituzioni.
Ipotesi complottiste? No, parola del Tesoro statunitense: "Il
Dipartimento del servizio di gestione finanziaria del Tesoro (FMS) ha
designato Comerica Bank come suo agente finanziario a una nuova
iniziativa per dare a milioni di americani unbanked la possibilità di
utilizzare una carta di debito prepagata per la ricezione di sicurezza
sociale e altri pagamenti delle prestazioni federali. Il "Direct Express
®" carta offre un'alternativa più sicura e più conveniente per assegni
cartacei. Comerica Bank è stata selezionata, in parte, a causa della
sua esperienza di emittente della carta prepagata per milioni di
beneficiari di prestazioni, in particolare per i programmi di governo
statale." [5]
Si trattava di distribuire denaro pubblico, perciò il Tesoro
statunitense avrebbe potuto istituire, con minori costi, una propria
card; ma nel 2008 il Tesoro ha deciso lo stesso di riconvertire
l'assistenza per i poveri in assistenza a favore dei ricchi. Insomma,
alla fine sono sempre i poveri a dover versare l'elemosina ai ricchi. La
beneficiata nella circostanza è Comerica Bank, un grosso e secolare
istituto di credito texano, che ha la sua sede centrale a Dallas.[6]
Potrebbe essere lo spunto per una nuova serie televisiva di "Dallas". I
discendenti di J.R., invece di occuparsi del business del petrolio, si
dedicherebbero a quello che si prospetta come il maggiore business degli
anni 2000: lo sfruttamento della crescente miseria.
[1] http://www.dplmodena.it/statuto_dei_lavoratori.htm
[2] http://www.lavoro.gov.it/NR/rdonlyres/0ADB71B0-289C-4ADD-AE82-7BAC28013AF2/0/19910723_L_223.pdf
[3] http://www.pietroichino.it/?p=17835
[4] http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=302&ID_articolo=62&ID_sezione=686&sezione
[5] http://translate.google.it/translate?hl=it&langpair=en%7Cit&u=http://www.fms.treas.gov/news/press/financial_agent.html
[6] http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.comerica.com
Da Comidad
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