«Voi persone per bene non capite cosa significhi trovarsi debitori di
un Vulture Fund, di un avvoltoio. Siete abituati al volto del vostro
cassiere all’Unicredit, al Monte dei Paschi. Anche tu, imprenditore, non
sai come prende allo stomaco il fiato di un Ss finanziario quando lo
devi ricevere nel tuo ufficio». E sarà inutile, dall’interno del “Lager
economico Italia”, volgere lo sguardo al governo, ai sindacati, alle Regioni: il debito sovrano dell’Italia
del default sarà stato trasferito, con decisione del Consiglio Europeo,
sotto la giurisdizione britannica o dello Stato di New York. Per cui a
Roma sarà la Notte dei Lunghi Coltelli: «Il resto delle “Ss finanziarie”
del Fmi, della Ue dei tecnocrati alla Rompuy e Draghi, saranno
impegnate a ripulire i palazzi governativi per sempre. Inutile neppure
pensarci, a loro».
«Nulla di quanto è scritto di seguito è Fanta Horror», avverte Paolo Barnard il 1° dicembre dal suo avamposto web: «Dovete andare in Africa per sapere cosa
vi aspetta». Proprio nell’Africa subsahariana è in corso la più grande
macelleria sociale della storia. Lo scopo: depredare a morte i Paesi
africani che stavano organizzando il proprio riscatto col New
International Economic Order all’inizio degli anni ’70. Avvertenza: «I
pacchetti di austerità di cui oggi si parla come “rimedio” alla crisi
di credibilità dei nostri governi in Eurozona, furono disegnati,
esattamente come si disegna un motore, 35 anni fa dal Fondo Monetario
Internazionale». Allora non si chiamavano “austerità”, ma Saps:
Structural Adjustment Programmes. Ovvero: «Tagli
a tutto il settore pubblico e spesa pubblica, privatizzazioni, tasse,
isteria da deficit, allungamento dell’età pensionabile,
finanziarizzazione della società».
«Non li hanno cambiati di una virgola quei programmi», hanno solo
pensato di rinominarli, chiamandoli “austerità”. «Oggi gli esecutori di
questi crimini sociali in Europa rispondono ai nomi di Olli Rehn, Herman
Von Rompuy, Draghi, Monti». Per Barnard, sono le nuove “camicie brune”,
che spianeranno la strada alle “Ss finanziarie”. Incredulità? Meglio
allora dare un’occhiata all’Africa. In Liberia, Ellen Johnson Sirleaf,
la prima presidente-donna del continente nero, ha da tempo incontrato le
“Ss finanziarie”: sei anni fa hanno impugnato il debito sovrano e
privato della Liberia, e oggi stanno letteralmente uccidendo uno dei
paesi più poveri del mondo. Chi sono, tecnicamente, i killer? «Sono i
Vulture Funds, tradotto: i Fondi degli Avvoltoi»,
cioè «gruppi di speculatori specializzati in recupero crediti su scala
gigantesca». Oggi in azione in Liberia. E domani?
«Ecco cosa possono fare all’Italia» gli Avvoltoi, se il nostro paese – salvo miracoli – finirà stritolato dalla crisi
dell’euro fino al default e all’uscita dalla moneta unica. «Questo è
certo nell’ordine del 99,9%», scrive Barnard. «Se in un mondo magico l’Italia
che torna alla lira si armasse di Modern Money Theory, programmi di
piena occupazione, pieno Stato Sociale, spesa a deficit in moneta
sovrana (la nuova lira)», allora ci sarebbero «sonni tranquilli per 60
milioni di italiani». Ma è solo un sogno. Anzi: una favola. «Accadrà
l’esatto contrario», profetizza il giornalista, autore del saggio “Il
più grande crimine”, fondato su una tesi spaventosa: l’élite finanziaria
mondiale cospira contro la sovranità democratica degli Stati fin dalla
Seconda Guerra Mondiale, con l’obiettivo di depredare la ricchezza
pubblica per concentarla in poche mani, esattamente come nel medioevo.
Traduzione: «Le solite Camice Brune saranno al timone a Roma»,
prevede Barnard. «Uno dei problemi più gravi sarà come onorare il debito
bancario e privato, ovvero: i debiti delle banche italiane verso creditori esteri e italiani, e soprattutto i debiti di cittadini e aziende (mutui, prestiti) verso le banche in generale». Ci saranno frotte di creditori furiosi, da placare: «In breve tempo sarà chiaro che l’Italia
del default non potrà ripagare il 100% dei debiti sopra descritti».
Secondo Barnard, per i creditori le strade saranno due: impantanarsi in
litigi legali per almeno vent’anni, o vendere i propri crediti
ai Vulture Funds, i Fondi degli Avvoltoi. «Questo accadrà, non sappiamo
in quale misura, ma accadrà, e inaugurerà l’entrata delle “Ss
finanziarie” in Italia». Saranno dolori veri: la vita di tutti i giorni precipitata «nella pena di una povertà mai più vista dagli anni ‘50».
E come lavorano le “Ss finanziarie”? «Prima cosa, le Camice Brune al
governo immediatamente si piegheranno al diktat del Fmi di sostenere il
più possibile le richieste dei creditori. Palazzo Chigi darà il semaforo
verde, nessun reale intervento di politica sovrana a difesa dei
cittadini, se non misure “cosmetiche”». Una quota di creditori, a quel
punto, venderà il proprio credito verso cittadini e aziende agli
Avvoltoi, scontato del 50-70%. «Cioè: i Vulture Funds pagheranno
30.000-50.000 euro un credito che valeva 100.000 euro». Da quel momento,
gli Avvoltoi «diverranno i legali proprietari del debito di un
italiano, di un’azienda italiana, di centinaia di migliaia di italiani e
migliaia di aziende». Di seguito: «Agiranno come un clan di camorristi
che ha comprato il debito di un barista da un prestatore privato.
Gli piomberanno addosso con ogni mezzo legale e terrorismo economico
per succhiargli tutto ciò che possono». E attenzione: non pretenderanno
solo la percentuale del debito “ereditato”, ma vorranno il 100%
dell’ammontare del debito originale.
Questo è il quadro «assai probabile, vicino al certo», come conferma
l’economista americano Michael Hudson, secondo cui «c’è ora il pericolo
che i Vulture Funds si stabiliscano in cima alla piramide della legalità
internazionale, da dove possono opprimere intere nazioni». Non ci
credete? «Liberia e Islanda: andateci, basta un volo». Lì è appena
accaduto, e quei paesi adesso stanno sanguinando, aggiunge Barnard, che
si definisce «un giornalista con delle responsabilità, non un folle che
si diverte a spaventare la gente». Meglio svelarlo, l’avvento degli
Avvoltoi preparato dai “risanatori”, anche se la scoperta causa «ancor
più impotenza e disperazione», in un’opinione pubblica che appare ormai
rassegnata e incapace di qualsiasi reazione.
Da Libre
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