Su una certa stampa
di "opposizione" sono comparsi alcuni interventi tesi a ribadire che
Gheddafi non va rimpianto, dato che era un "tiranno". Dieci anni fa non
ci si poteva opporre alla NATO perché c'erano i fanatici di Al Qaeda;
adesso che Al Qaeda è rientrata all'ovile della CIA (ammesso che ne sia
mai uscita), l'impedimento ad una presa di posizione anticoloniale è
dovuto al fatto che nei Paesi aggrediti dalla NATO ci sono i tiranni.
Che sfortuna, c'è sempre un dettaglio fuori posto a guastare tutto.
Questa
"opposizione" che alla fine si oppone sempre e solo ai più deboli,
risulta un po' sospetta; ma, d'altra parte, non si può neanche stupirsi
ogni volta del fatto che esistano gli opportunisti. Agitare questioni
ormai irrilevanti ha lo scopo di fuorviare dal vero problema, e cioè che
se forse in Libia c'era il tiranno, comunque sicuramente in questa
circostanza non c'erano i "ribelli". Se è
possibile che all'inizio contro Gheddafi si sia mossa anche una vera
opposizione interna, certamente non era quella che ha avviato la
guerriglia in Cirenaica, già armata di tutto punto dall'Emiro del Qatar,
Al Thani (a proposito di tiranni).[1]
Quelli che i media hanno
definito come "ribelli libici" sono quindi ciò che nel colonialismo
confesso di un secolo fa veniva chiamato col nome ufficiale di "truppe
coloniali di colore". Non si tratta infatti di ribelli e, nella maggior
parte, neanche di Libici, ma di mercenari di varia provenienza; oppure
di quei miliziani pseudo-islamici allevati sin da bambini nei campi di
addestramento dei vari Emirati dagli anni '80, cioè dai tempi della
guerriglia organizzata dalla CIA contro l'invasione sovietica
dell'Afghanistan. Le truppe coloniali si sono avvalse inoltre non solo
dell'appoggio aereo della NATO, ma anche della presenza di truppe
scelte, in gran parte del Qatar. Sul terreno però erano presenti anche
reparti speciali francesi e britannici, compresi le SAS. Era del tutto
irrealistico che la NATO potesse appoggiare, anche solo in modo
strumentale, una vera rivolta popolare; eppure qualcuno ha fatto finta
di crederci.[2]
Tutto ciò sarebbe rimasto in sordina senza una
sortita del ministro della Difesa francese, Gerard Longuet, il quale ha
manifestato questo ruolo puramente coloniale dell'attuale "dirigenza"
libica in un modo plateale e fuori dalle righe. Longuet infatti ha
rilasciato lo scorso 22 ottobre un'intervista a "Le Monde" in cui, con
il tono di chi dà ordini, ha affermato che la Francia intenderebbe fare
la parte del leone nel business delle commesse militari per la
ricostruzione degli armamenti dell'esercito libico, annientati dalle
ventiseimila missioni aeree della NATO.[3]
Longuet parlava a nuora
perché suocera intenda: mentre dava ordini al governo libico, faceva in
realtà sapere agli "alleati" di non voler essere retrocesso a
comprimario nel momento in cui c'è da spartirsi le spoglie. Il
nervosismo ed il timore di esser scalzato hanno tradito Longuet, ed
hanno conferito alla sua esternazione quel tono patetico che è tipico di
chi sa di essere ormai marginalizzato, dato che il segretario di Stato
USA, Hillary Clinton, si sta già comportando da padrona della Libia, ed
ha appena piazzato a capo del governo un ex libico
super-americanizzato.[4]
Dalle parole di Longuet si coglie infatti
che egli sarebbe persino pronto a ripiegare su un più facile e
realistico piano B, cioè arraffare la parte del bottino coloniale
spettante all'Italia. Per ora Longuet e Sarkozy dovranno accontentarsi
dei bei ricordi, quando vendevano tecnologia nucleare alla Libia. L'ex
capo del governo coloniale libico, Jibril, come suo testamento
spirituale, ha infatti appena lanciato al mondo uno di quegli annunci
sconvolgenti che proprio ci mancavano: sarebbero infatti state ritrovate
le armi atomiche dell'arsenale di Gheddafi. Era proprio quell'ulteriore
riprova della malvagità del tiranno che serviva ai media mondiali per
scatenarsi, e per gridare "Hai visto?".
L'agenzia ONU incaricata di
svolgere funzione ispettiva in campo nucleare, l'AIEA, non ha potuto
però darsi la zappa sui piedi e quindi a costretto Jibril a far marcia
indietro. Jibril ha infatti ridimensionato il suo annuncio parlando del
ritrovamento di armi chimiche (e chi è che non ha un insetticida in
casa?).
La Libia infatti si trovava sotto le ispezioni dell'AIEA dal
2003, eppure l'agenzia nucleare dell'ONU non si era mai accorta di
nulla; anzi, era stata proprio l'AIEA a farsi promotrice di un business
nucleare in Libia, a favore di una delle multinazionali francesi del
settore, l'Areva; la stessa compagnia multinazionale che avrebbe dovuto
occuparsi del nucleare berlusconiano.
Sarkozy in persona, nel 2007,
si era precipitato in Libia per abbracciare Gheddafi e concludere con
lui l'affare nucleare, che pare fosse stato soffiato agli Stati Uniti.
Si trattava nientemeno che di un impianto nucleare di desalinizzazione
dell'acqua marina. Non è uno scherzo, i dissalatori ad energia nucleare
esistono davvero.[5]
La micidiale arma nucleare ritrovata da Jibril
sarebbe dunque un impianto di desalinizzazione. Quest'ordigno atomico è
veramente micidiale, ma il suo pericolo, oltre alle solite fughe
radioattive, è dovuto soprattutto alle voragini abissali che crea nella
spesa pubblica dei Paesi che l'adottano. La dissalazione nucleare
costituisce infatti una di quelle tecnologie pletoriche e farraginose
(del tipo Alta Velocità) in cui oggi la Francia eccelle, e che
consistono nell'allestire impianti i cui costi lievitano negli anni in
modo incontrollato ed esponenziale: una vera manna per gli affari.
L'AIEA, sin dagli anni '90, si è incaricata di cercare di rifilare
questo mega-bidone nucleare dell'Areva a tutti i Paesi del mondo, e pare
ci fosse riuscita con Gheddafi.[6]
Gheddafi forse pensava che,
pagando queste sostanziose tangenti ai Paesi occidentali, sarebbe stato
lasciato in pace. Purtroppo, se una classe dirigente è vincolata al suo
territorio porrà inevitabilmente dei limiti allo sfruttamento da parte
delle multinazionali; ecco perché Gheddafi è stato fatto fuori, per
essere sostituito con un governo coloniale (pardon, democratico),
composto da puri esecutori di ordini. Da come la NATO ha azzerato a
colpi di bombe il sistema delle infrastrutture idriche, elettriche e
sanitarie in Libia, si comprende che non era solo Gheddafi ad essere di
troppo, ma anche la gran parte del popolo libico, che, con la sua sola
presenza, ostacola l'occupazione e lo sfruttamento del territorio da
parte delle multinazionali.
Immaginiamoci poi quanti struggenti
ricordi avrà suscitato il clamoroso annuncio di Jibril nei dirigenti
dell'AIEA: "Ti ricordi della bustarella che prendemmo quella volta
dall'Areva...". Commovente.
Pare che anche il nostro ministro dei
Licenziamenti, Sacconi, possa vantare nel suo curriculum, oltre che il
titolo di Vittima del Terrorismo ad honorem, anche qualche anno di
militanza in un'altra agenzia dell'ONU, l'Organizzazione Internazionale
del Lavoro. Non c'è dubbio che un'agenzia ONU fosse per Sacconi il luogo
ideale dove coltivare e sviluppare i propri istinti criminali.
Note
[1] http://www.repubblica.it/ultimora/24ore/libia-qatar-ammette-invio-soldati-centinaia-con-il-cnt/news-dettaglio/4056737
[2]
http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.guardian.co.uk/world/2011/aug/23/sas-troopers-help-coordinate-rebels&ei=JfGwTs61HY7OswaBxuDrCg&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=3&ved=0CDwQ7gEwAg&prev=/search%3Fq%3Dqatar%2Blibya%2Bguardian%26hl%3Dit%26sa%3DG%26rlz%3D1W1ACAW_itIT338%26prmd%3Dimvns
[3] http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-10-29/parigi-preme-libia-commesse-militari-173153.shtml?uuid=AaGlQ7GE
[4] http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-10-31/libia-alkeib-nuovo-premier-202156.shtml?uuid=AaxCXcHE
[5]
http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.world-nuclear-news.org/newsarticle.aspx%3Fid%3D13774&ei=6VSuTriKKIvcsgb15qQH&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=1&ved=0CCAQ7gEwADgU&prev=/search%3Fq%3Dlybia%2Bareva%26start%3D20%26hl%3Dit%26sa%3DN%26rlz%3D1R2ACAW_it%26biw%3D960%26bih%3D507%26prmd%3Dimvns
[6] http://fusione.altervista.org/energia_nucleare_desalinizzare_acqua_mare.htm
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