DI VIDYADHAR DATE
Countercurrents.org
Non ci sono marciapiedi per i pedoni
nella maggior parte dell’India e le strade sono piene di buche anche
a Mumbai, la capitale finanziarie. Ma l’élite indiana si sta congratulando
per aver creato un tracciato sofisticato per un Gran Premio di Formula
1 a Noida vicino a Delhi.
Le strade sono così a pezzi nella
zona di Mumbai che una donna è stata uccisa la scorsa settimana
dopo che è caduta in una buca nei pressi di Badlapur. E la polizia
ha incriminato il figlio della sua morte per negligenza. Solo il furore
della gente ha convinto le autorità a ritirare la denuncia contro il
figlio e avviare un’indagine contro i funzionari che hanno avviato
la causa contro di lui.
Coloro che gestiscono lo sport in India
stanno negando le più elementari strutture alle masse proprio quando
sono immersi fino al collo nella corruzione e nell’incompetenza. Invece
di fare ammenda, si sono coalizzati per la corsa di Formula 1, una forma
di intrattenimento associata con lo sciovinismo maschile, il fascismo
e le bustarelle.
I dirigenti sportivi indiani sono stati
sputtanati dall’evidente corruzione dei Giochi del Commonwealth, dalla
sconfitta vergognosa sofferta dalla squadra di prova di cricket in Inghilterra
e dallo scandalo del doping di atleti importanti.
L’élite indiana ha risibilmente
cercato di utilizzare la vittoria nella Coppa del Mondo di cricket per
potersene vantare. È una cosa ridicola, perché solo una manciata di
nazioni giocano a cricket. Ma anche quel piccolo asso nella manica è
svanito dopo la visita in Inghilterra.
E l’India non è riuscita neppure
a qualificarsi per la Coppa del Mondo di calcio, il gioco più importante
e popolare. Ma ha abbastanza risorse per prodigarsi nella stravagante
e ambientalmente distruttiva impresa del Gran Premio. La Formula 1 non
può essere neppure chiamato uno sport, come ha già evidenziato M.
S. Gill, ex ministro dello Sport ed ex commissionario in capo per le
elezioni. La corsa di Formula 1 è piena di scandali.
Molti politici considerano la Formula
1 un evento mondano che potrebbe sancire l’arrivo dell’India tra
le nazioni moderne dell’arena internazionale. E per questo vari ministri
di diversi stati in momenti diversi, come Sushilkumar Shinde nel Maharashtra,
Chandrababu Naidu nell’Andhra Pradesh e Bhupinder Singh Hooda nell’Haryana
si sono mossi per fare la corte ai boss della Formula 1. Persino il
governo del CPM nel Bengala Occidentale ha manifestato il proprio interesse
per il progetto nel 2001 e ha per questo istituito un consiglio di sport
motoristici, attribuendogli 850 acri di terra.
Ed è un’idea crudele il fatto
che il tracciato di Noida è stato intitolato Buddh International da
Gautam Buddha, la cui antica filosofia è la negazione assoluta della
sfacciata cultura consumista basata sull’avidità e la velocità che
la Formula 1 rappresenta.
Un altro aspetto ironico viene dal
progetto avviato da Suresh Kalmadi, l’ex ministro dello Sport caduto
in disgrazia e presidente dell’Associazione Olimpica Indiana, e dalla
corruzione che lo ha visto protagonista dei Giochi del Commonwealth.
Nel 2007 annunciò improvvisamente la decisione dell’Associazione
di favorire l’ambizione dell’élite indiana per ospitare il Gran
Premio di Formula 1.
L’annuncio prese alla sprovvista
anche l’industria delle corse e Vicki Chandhok, il direttore del settore
sportivo motoristico in India, si chiese da dove sarebbero usciti i
fondi smisurati che erano necessari.
Kalmadi promise di strappare il sostegno
dai governi centrali e degli stati per costruire il circuito e i membri
della sua famiglia avevano contatti con la compagnia commerciale che
entrò nell’accordo per il tracciato.
Le corse della Formula 1 sono state
al centro di numerosi scandali e hanno un carattere altamente anti-democratico.
Il suo management ha connessioni col fascismo. Bernie Ecclestone,
il capo ottantunenne della Formula 1, ha detto apertamente nel 2009
che preferiva i regimi totalitari alle democrazie e aveva elogiato Adolf
Hitler, il dittatore tedesco, per la sua abilità nel fare le cose.
In un’intervista col Times
si disse a favore di un governo basato sulla tirannia. È noto anche
per le sue affermazioni contro gli ebrei e le donne. La villa di Kensington
Palace Gardens, in cui risiede Lakshmi Mittal, è stata acquistata dal
magnate dell’acciaio proprio da Ecclestone. Questo è il mondo fisico
e mentale in cui vivono queste persone.
La donazione di Ecclestone al partito
Laburista in Inghilterra ha portato alla controversa decisione del governo
di togliere il divieto di sponsorizzare le aziende che lavorano il tabacco
che durava dal 1997. Dopo di che l’Unione Europea ha deciso di vietare
la sponsorizzazione del tabacco nelle corse motoristiche. Ma la Ferrari,
il principale attore della Formula 1, ha concluso un accordo gigantesco
con la Philip Morris, la produttrice delle sigarette Marlboro, fino
al 2015.
Ciò ha provocato forti proteste
dell’industria della salute. John Britton, uno dei più eminenti specialisti,
ha sollecitato un’indagine del governo britannico e ha chiesto alla
BBC di considerare se sia appropriato mandare in onda la Formula 1 quando
le vetture della Ferrari portano un codice a barre che ricorda ai telespettatori
le sigarette della Marlboro.
Con la legislazione approvata nel 2002
da Londra e Bruxelles, le compagnie del tabacco commettono un reato
sponsorizzando un evento sportivo.
È strano che Sachin Tendulkar, l’asso
del cricket, si sia unito nel promuovere il progetto dispendiosissimo
per le corse, che sta diventando sempre più anacronistico nel contesto
di un aumento dei prezzi dei carburanti, dell’inquinamento e del riscaldamento
globale. È stato coinvolto in una controversia dopo l’importazione
della sua Ferrari, su cui il governo ha rinunciato a riscuotere i dazi
dopo forti insistenze da parte sua recentemente ha venduto l’auto
sportiva a un uomo d’affari di Gujarat, e la cosa sembra un po’
strana dato che si credeva fosse un regalo di Schumacher, l’ex campione
di Formula 1, nel 2002. Tendulkar sta ora collaborando con Sheikh al
Makhtoum di Dubai e con Anjana Reddy che vive negli USA per organizzare
un campionato indiano di corse.
La Formula 1 è un contesto tremendamente
corrotto, avido e davvero sinistro, ha scritto Katherine Butler, un’esperta
giornalista, sull’Independent
(14 giugno 2011) dopo aver visto un film sulla figura leggendaria di
Ayrton Senna, che morì in un incidente durante un Gran Premio nel 1994.
per caso il film è diretto da Asif Kapadia, un britannico di origine
indiane, e la sceneggiatura è di Manish Pandey, un indiano non residente
con una formazione da chirurgo.
Le corse delle auto sono stati elefanti
bianchi in molti paesi, analoghe alle esperienze avute con gli enormi
stadi costruiti per le Olimpiadi o altri grandi eventi che poi rimangono
inutilizzati dopo aver risucchiato un’immensità di fondi pubblici.
I circuiti della Formula 1 sono tremendamente cari e necessitano di
un’enorme logistica, come speciali strutture agli aeroporti per il
trasporto delle vetture per la corsa. Sepang in Malesia ha un parcheggio
per 13.000 auto. Riservare uno spazio così enorme per le auto è completamente
ingiustificato in un ambiente dove gli spazi pubblici si stanno rapidamente
restringendo nelle zone urbane indiane. Anche a Austin in Texas ci sono
forti critiche per i soldi che vengono spesi nella costruzione del circuito
quando non ci sono abbastanza soldi per finanziare le scuole. Per di
più, è stato proposto di organizzare le corse nelle strade del New
Jersey.
I boss della Formula 1 sono stati oggetto
di critiche anche per aver mostrato insensibilità verso le violazioni
dei diritti umani praticate dalla classe al governo in Bahrein dopo
le recente proteste a favore della democrazia.
Malgrado le forti rivolte nel paese,
gli organizzatori hanno voluto proseguire con le corse in Bahrein. E
solo grazie alla pressione dell’opinione pubblica sono stati costretti
a posticipare la competizione all’anno successivo. Anche i medici
e le infermiere che hanno assistito i feriti nelle manifestazioni sono
stati arrestati. Circa trenta persone sono state uccise.
Le autorità indiane non sembrano
meno ciniche. E se il tracciato di Delhi non è abbastanza, anche Maharashtra
ne vuole uno per sé. La Maharashtra State Road Development Corporation
(MSRDC) sta cercando un lotto dai 400 ai 500 acri nei pressi di Mumbai,
e la cosa sembra davvero disturbante considerando che la metropoli manca
di spazio per le necessità di base. Ma l’attività della MSRDC è
quella di promuovere i circuiti automobilistici per la mostra del capitale
internazionale e delle ultime vetture superveloci?
Vijay Mallya, l’edonista assoluto,
“il re del divertimento”, barone dei liquori e sostenitore delle
corse delle auto, qualche tempo fa cha richiesto che Rajpath , un luogo
fondamentale di Nuova Delhi, venga usato per le corse delle auto. Questa
sarebbe l’invasione definitiva e il dominio delle strade da parte
della lobby automobilistica, dato che oramai non è rimasto più
spazio per i pedoni. Non c’è da sorprendersi che l’India abbia
il numero maggiori di morti per gli incidenti stradali nel mondo e che
la gran parte delle vittime siano pedoni. Costruire tracciati per corse
superveloci è davvero strano in un paese dove le strade per il trasporto
quotidiano sono piene di buche e ogni giorno vanno sulle prime pagine
dei giornali.
Il circuito di Formula 1 a Shanghai
è assolutamente sottoutilizzato e la persona che promosse il progetto
in Cina è stato incarcerato nel 2008 per essersi impossessato di fondi
pubblici.
La risposta per le corse di Formula
1 è stata tiepida persino in Corea del Sud, che comunque è
una grande costruttrice di vetture. I prezzi dei biglietti sono stati
ridotti per attrarre le persone.
La sede di Noida, progettata dall’architetto
specialista Hermann Tilke, avrà una capienza di 150.000 spettatori.
Tutta la faccenda sembra crudelmente farsesca, dato che l’interesse
per le corse delle auto in India è riservato a poche tasche. Il progetto
ha ricevuto la forte resistenza dei residenti che hanno visto la propria
vita rovinata. I bambini ora devono arrancare per chilometri per raggiungere
la scuola o devono fare un lungo viaggio in bus. La persone che abitano
nella zona non hanno forniture regolari di elettricità o di acqua.
Il circuito per le corse e una “cittadella sportiva” che sorgerà
in una zona di 2500 con un campo da golf altri da tennis si prenderanno
tutte le risorse. I biglietti minimi a 2500 rupie vanno ben oltre le
possibilità di un indiano comune, ma secondo gli organizzatori i prezzi
sono modesti.
Il circuito di Formula 1 in India ha
portato a un rapido peggioramento della vita e della socialità
dei residenti, così era intitolato un recente articolo del Guardian
(14 agosto 2011). Alcuni agricoltori erano diventati ricchi per la vendita
delle proprie terre e si erano comprati auto veloci, ma ora, senza il
terreno, non sanno come riuscire a tirare avanti e presto saranno senza
mezzi per vivere.
Le corse di Formula 1 non sono mai
a corto di scandali. Tempo fa, al pilota di una Renault fu chiesto di
fare un incidente con la propria auto nel Gran Premio di Singapore per
avvantaggiare il suo compagno di scuderia. La squadra della Renault
fu poi sospesa per due anni. Non è più uno sport. Il veleno si è
oramai diffuso in ogni anfratto. La Formula 1 è una perdita di soldi,
è rumorosa, noiosa, volgare e sciocca, come ha scritto Mary Ann Sieghart
sul Sunday Times (21 marzo 2008).
Le corse motoristiche sono state uno
dei motori principali dello sviluppo del capitalismo del mondo occidentale
negli ultimi decenni e la velocità è cruciale in una società
competitiva. E quale modo migliore per dimostrare e asserire la forza
e la presunta superiorità del capitalismo se non con queste corse che
hanno un grosso impatto televisivo in tutto il mondo. È triste dire
che le corse sono uno degli eventi più popolari in televisione e l’attenzione
richiesta la rende cruciale per la promozione del consumismo, della
pubblicità e del capitalismo. Paul Sweezy ha affrontato la politica
economica dell’auto in un saggio interessante su Monthly Review
dell’aprile del 1973.
Paul Virilio, filosofo francese e autore
del libro “Velocità e politica”, dice che quanto più la velocità
aumenta, tanto più diminuisce la libertà. Ciò che guida la nostra
società tecnocratica è il militarismo e la velocità. Il cosiddetto
progresso è terrificante.
Ha coniato la parola “dromocrazia”
basandosi sulla parola greca “dromos”, che significa corsa.
Afferma che la Dromocrazia è il potere di governare con la velocità.
Quindi la velocità è uno degli strumenti con cui li ricco soggioga
e domina il povero. Il ricco e il potente si crea un’aura per la propria
superiorità tecnologica, il proprio dominio.
Le corse delle auto sono sempre più
associate con l’avidità, la globalizzazione e il fascismo, e sono
gestite da persone prive di scrupoli. È un gioco dove si possono fare
molti soldi senza venga posta la minima domanda, ha commentato il
Guardian (12 marzo 2009).
È proprio per questa ricerca di nuovi
mercati per le corse delle auto, così come di mercati di consumatori
e di telespettatori inebetiti, che le corse automobilistiche vengono
così cinicamente promosse in vari paesi dove c’è scarso interesse
per questa competizione. Questo è li motivo per cui la Grecia, che
sta affondando in una crisi economica, ha acconsentito di portare la
Formula 1 nella nazione, ovviamente dopo la pressioni della lobby
automobilistica.
Le corse delle auto sono inoltre segnate
dallo sciovinismo maschile e hanno cercato di scoraggiare le donne pilota.
“Una donna con le tette grosse non potrebbe stare comoda in una
vettura per le corse, ve lo immaginate un meccanismo che la toglie dall’abitacolo?”,
ha detto il pilota Jenson Button.
Il mondo sessista e sciovinista della
Formula 1 è stato descritto dettagliatamente da Beverley Turner,
un ex presentatrice televisiva delle corse di auto, nel suo libro “Pits
– the real world of Formula One”. Lei cita David Coulthard,
un ex campione di Formula 1, che ritiene che la donna non ha l’attitudine
necessaria per diventare pilota. Era colui che guidò a velocità folle
sul viadotto Bandra a Mumbai nel 2009, all’inaugurazione della seconda
fase del ponte. Non rispettò l’accordo per la velocità da tenere,
ma poi non si scusò con nessuno.
La polizia di Mumbai, presente in forze
alla cerimonia, non si è mossa quando ha guidato la sua Red Bull
a 260 km orari, facendosi beffe del limite di 50. L’evento è stato
utilizzato dalla lobby delle corse per la promozione della cultura
della Formula 1 in India. Non c’è da sorprendersi, dato che è la
cultura desiderata dal neoliberismo.
Fonte: The Scandal Of Formula 1 Motor Racing
30.10.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE
Da Come Don Chisciotte
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