Di Luca Galassi
A Decimomannu, in Sardegna, piloti israeliani mettono a repentaglio la loro vita e quella dei residenti. Così come ogni aereo che solca i cieli sardiDecimomannu, Sardegna, 19 novembre 2010. Nel corso dell'operazione di addestramento chiamata 'Vega', un pilota israeliano compie una manovra altamente pericolosa. Dopo il decollo dalla base sarda, secondo quanto riporta il blog di Davide Cenciotti, che ha ripreso la notizia dal sito JewPI.com,
un F16 del 106° squadrone della IAF (Israeli Air Force) esegue una
rotazione di 360 gradi (un 'tonneau', nel gergo dell'aviazione
acrobatica). L'evoluzione è stata compiuta "senza motivo né vantaggio": con queste parole un tribunale militare israeliano ha condannato il pilota a sette giorni di carcere e un anno di sospensione dal volo.
"La rotazione del velivolo - scrive Cenciotti nel suo blog - lungo il
suo asse longitudinale è una manovra acrobatica che deve essere compiuta
all'interno di aree specifiche e ad altitudini di sicurezza". Il sito JewPI riporta che l'aereo ha anche oltrepassato il muro del suono, causando un 'bang sonico' non autorizzato e al di sotto delle altitudini consentite. Della manovra altamente pericolosa, del 'bang sonico', dell'arresto e della sospensione del pilota nessun organo di stampa italiano ha mai parlato.
La pratica degli F16 israeliani del 'sonic boom' a basse altezze è diventata frequente nella Striscia di Gaza
dopo la rimozione degli insediamenti ebraici nel 2005. Da allora, i
piloti si esercitano sulla popolazione civile palestinese, producendo
boati assordanti paragonabili a quelli di una bomba o di un terremoto. A
volte, secondo quanto riporta il quotidiano britannico Guardian (http://www.guardian.co.uk/world/2005/nov/03/israel),
lo spostamento d'aria è talmente forte da far sanguinare il naso. A
Decimomannu si addestrano tali piloti. Non è escluso che alcuni di loro
abbiano bombardato la Striscia durante 'Piombo Fuso', provocando la
morte di oltre mille civili.
La base di Decimomannu dista pochi chilometri dall'abitato.
Una decina di giorni fa si è conclusa l'edizione 2011 dell'operazione
Vega, che ha visto centinaia di apparecchi da guerra europei - decine
gli israeliani - e mezzo migliaio di militari prendere parte a esercitazioni di electronic warfare.
L'operazione Vega rientra nella cooperazione militare Italia-Israele,
stabilita dalla Legge 17 maggio 2005, e nel "Programma di cooperazione
individuale" con Israele, ratificato dalla Nato il 2 dicembre 2008, circa tre settimane prima dell'attacco israeliano a Gaza.
Esso comprende una vasta gamma di settori in cui "Nato e Israele
cooperano pienamente": aumento delle esercitazioni militari congiunte;
connessione di Israele al sistema elettronico Nato; cooperazione nel
settore degli armamenti; allargamento della "cooperazione contro la
proliferazione nucleare". "Ignorando che Israele - scrivono il Manifesto
nell'edizione sarda il 22 novembre 2010 e il Manifesto nell'edizione
nazionale il 4 novembre 2011 - unica potenza nucleare della regione,
rifiuta di firmare il Trattato di non-proliferazione ed ha respinto la
proposta Onu di una conferenza per la denuclearizzazione del Medio
Oriente". La base è infatti fornita dei più sofisticati apparecchi e dei
sistemi per l'addestramento al tiro. E' inoltre l'aeroporto con il più
alto numero di decolli e atterraggi presente in Europa, con una media di
circa 60mila movimenti annui, pari a circa 450 movimenti giornalieri.
Il sito non ufficiale di Decimomannu (http://www.awtideci.com)
riporta: "In pochi minuti di volo sono raggiungibili diverse aree
adibite a poligoni aria-aria, aria-terra e bassa navigazione". Tra
queste, la tristemente nota Quirra e Capo Frasca, ultima propaggine
dell'area naturalistica del Sinis. Le aree coprono buona parte della
Sardegna meridionale. Non è noto sapere quali armamenti siano stati usati per la dotazione degli F-15 ed F-16 israeliani
impegnati nelle esercitazioni (così come di nessuno degli aerei di
tutte le forze Nato che periodicamente si esercitano sui cieli sardi).
Mentre l'Aeronautica diffonde la versione di una guerra esclusivamente
‘elettronica', sempre il sito non ufficiale riferisce che, nella zona di
Capo Frasca, "operazioni principali sono il bombardamento al suolo e
l'uso di cannoni o mitragliatrici di bordo. Il poligono offre una serie di bersagli adatti allo scopo.
Apposite torri di controllo gestiscono il traffico aereo impegnato
nelle sessioni di addestramento". In particolare, per Capo Frasca,
designato con la sigla R59 nella mappa radar, "le operazioni sono
bombardamento al suolo e uso di mitragliatrici di bordo. Il poligono
offre una serie di bersagli utili allo scopo". In definitiva, gli aerei,
Nato e non, decollano da Decimomannu, sorvolano aree civili, spesso con
manovre 'altamente pericolose e scaricano il loro potenziale
distruttivo in aree paesaggisticamente intatte, contaminando
l'ecosistema, la biodiversità e - come si è visto per Quirra, e da poco
anche per Capo Frasca - anche gli esseri umani. In quest'ultimo poligono
sono stati testati i missili teleguidati AIM dell'Eurofighter prima
dell'entrata in servizio. Come per il poligono di Quirra, anche qui
cominciano a emergere storie di malattie oncologiche, ematiche o linfatiche, come ben esemplifica la vicenda del maresciallo Madeddu, riportata dal quotidiano 'Unione Sarda' il 30 maggio 2011.
Decimomannu ha un lungo bollettino di incidenti aerei. Dalla fine
della Seconda Guerra mondiale 64 aerei hanno subito danni, sono
precipitati al suolo o in mare, in località che abbracciano tutta la
Sardegna meridionale: Capo Frasca, stagno di Cabras, Capo Carbonara,
Orroli, Capo Ferrato, Alghero, Arborea. Ventitré piloti sono morti,
e numerosi aerei o pezzi di aereo sono andati perduti. L'aeroporto è
stato e continuerà ad essere un pericolo per gli abitanti della
Sardegna. A dispetto del motto che campeggia beffardo sul sito ufficiale
della base: Decimomannu, dove gli aviatori del mondo libero si addestrano per mantenere la pace.
Da Peace Reporter
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