Di Comidad
Paolo Flores D'Arcais, pur senza manifestare un particolare entusiasmo,
ha salutato nel governo Monti l'epifania di una destra finalmente
"presentabile" e "civile". Uno che è stato pronto a credere che la NATO
potesse andare in soccorso di una vera ribellione popolare, è disposto
anche a credere che possa esistere una destra presentabile e civile.
A riguardo della sinistra si potrebbe sempre dire ciò che Nietzsche
diceva a proposito di Dio, e cioè che almeno ha la scusante di non
esistere; dato che ciò che viene definito come "sinistra" non è altro
che una nicchia di parcheggio per personale politico che attende
l'opportunità di collocarsi a destra. Ma una destra che non insolentisca
e che non sbrachi, non si è mai vista, neppure nelle mitiche democrazie
europee, rispetto alle quali l'opinione pubblica italiana risulta
semplicemente non informata.
I primi segnali di sbracamento del governo Monti non si sono fatti
neppure attendere: una dichiarazione del neo-ministro dell'Ambiente,
Clini, sull'opportunità del ritorno al nucleare, è stata immediatamente
lanciata sui media, salvo poi ricorrere alla consueta tecnica di
rabbonire e di parlare di "equivoco". Clini ha persino invocato come
"alibi" il suo impegno nelle energie rinnovabili, come se il rifiuto del
nucleare avesse bisogno di prospettare alternative. Il nucleare è
invece insostenibile di per sé, a causa dei suoi costi incontrollabili; e
rimarrebbe insostenibile persino se il solare e l'eolico dovessero
deludere le aspettative. Intanto Clini ha lanciato il sassolino, ed è
cominciata la progressiva delegittimazione del risultato dei
referendum.[1]
Che in presenza di un'emergenza/debito pubblico si prospettino
ancora quelle voragini di spesa pubblica che sono il nucleare e l'Alta
Velocità, non risulta affatto una contraddizione, se si considera come e
perché questo debito è stato fatto lievitare negli anni recenti. Sino
all'inizio degli anni '90, il debito pubblico italiano era soprattutto
un debito interno. Progressivamente è diventato anche un debito nei
confronti di banche straniere, in gran parte francesi, come la
mega-multinazionale BNP Paribas, che detiene oggi anche la proprietà
della BNL, la banca italiana che prima apparteneva al Ministero del
Tesoro (a proposito di privatizzazioni suicide).
L'altra multinazionale francese interessata al debito pubblico
italiano è Credit Agricole, che possiede anche Cariparma. Entrambe le
banche francesi hanno però ridotto negli ultimi mesi l'esposizione nei
confronti dei titoli italiani. La BNP Paribas ha ridotto la sua
esposizione dai 20,2 miliardi del mese di giugno scorso, agli attuali
12,2 miliardi.[2]
Ormai è acquisito che l'attacco al debito pubblico italiano sia
stato avviato da Deutsche Bank e da Goldman Sachs, ma certo anche BNP
Paribas ha un considerevole peso che può far valere nelle circostanze
attuali. Come mai le banche francesi si erano interessate al debito
pubblico italiano? Perché occorreva finanziare le pensioni-baby degli
Italiani?
No, per favorire determinati affari, anzitutto la vendita di
tecnologia nucleare. I fornitori di tecnologia per il nucleare italiano
voluto da Berlusconi e Scajola avrebbero infatti dovuto essere due
multinazionali francesi del settore, la EDF e la Areva.[3]
La BNP Paribas risulta essere infatti una delle banche maggiormente
interessate al business nucleare, ed è il principale partner della EDF,
che è stata anche aiutata da BNP ad acquisire imprese nucleari in Gran
Bretagna, come la British Energy. La notizia si trova sul sito di BNP
Paribas.[4]
A questo punto qualcuno si sorprenderebbe nel constatare che
multinazionali francesi, come la Alstom, forniscono all'Italia anche i
treni ad alta velocità?
Ebbene è proprio così. Ce lo conferma proprio un articolo de "Il
Sole-24 ore", collocato in tutta evidenza nella rassegna stampa presente
sul sito del precedente governo.[5]
Qualche sospettoso potrebbe adesso ipotizzare che BNP Paribas sia
interessata anche al settore dell'alta velocità in Italia. Il sospetto è
confermato: BNP Paribas ha in effetti acquistato in Italia dei lotti di
terreno che dovrebbero essere riconvertiti in aree per ferrovie ad alta
velocità, come quelli di Roma Tiburtina appena nell'ottobre scorso.[6]
Manca qualcosa al quadro? Sì, occorrerebbe sapere qual è la banca di
riferimento della multinazionale francese dell'alta velocità, la
Alstom. Dal sito della stessa Alstom risulta che sia sempre BNP Paribas.
A questo punto il legame tra il debito pubblico italiano ed i business
del nucleare e dell'alta velocità costituisce più di una semplice
ipotesi.[7]
Il business dell'alta velocità in Italia coinvolge anche i privati,
come il prezzemolo Luca Cordero di Montezemolo; ma in definitiva è
"privato" solo il profitto, perchè è sempre lo Stato che deve spendere
per fornire le infrastrutture. Qui è scoppiato in modo clamoroso il
conflitto di interessi di Corrado Passera, nuovo ministro delle
Infrastrutture ed ex manager della Banca Intesa San Paolo, che ha una
quota del 20% nell'azienda ferroviaria di Montezemolo e Della Valle,
Nuovo Trasporto Viaggiatori.[8]
Le multinazionali francesi hanno compiuto una tipica operazione di
colonialismo commercial-finanziario: si compra il debito di un Paese per
costringerlo ad acquistare i propri prodotti, specialmente i più
costosi e meno convenienti. Visto che le resistenze popolari in Italia,
come il referendum antinucleare e l'anti-TAV, hanno ostacolato gli
affari, allora il debito pubblico è diventato un'arma di ricatto. Ed
ecco perché, in piena emergenza-debito, l'Alta Velocità non si tocca e
si torna in modo strisciante all'ipotesi del nucleare.
[1] http://www.repubblica.it/politica/2011/11/17/news/clini_nucleare_e_tav_gi_polemica-25182495/
[2] http://it.ibtimes.com/articles/25027/20111103/bnp-paribas-esposizione-italia.htm
http://calcolarataprestito.wordpress.com/2011/11/14/le-banche-studiano-lexit-strategy-dal-debito-pubblico-italiano/
[3] http://webcache.googleusercontent.com/search?hl=http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/13/francia-italia-a-chi-conviene-il-nucleare-di-terza-generazione/
[4] http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.bnpparibas.com/en/news/report.as
[5] http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=47228011
[6] http://www.lestradedellinformazione.it/acm-on-line/Home/ServizidInformazione/News/articolo8364.html
[7] http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.alstom.com/investors/a>
[8] http://www.wallstreetitalia.com/article/1260387/politica/passera-si-e-dimesso-da-ad-di-intesa-sanpaolo.aspx
Da Comidad
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