Di Marco Travaglio
Giulio Terzi di Sant'Agata, Paola Severino di Benedetto, Enzo Moavero
Milanesi... Prof, Grand'uff, Cav di G. Croc... Manca soltanto la
contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare, anche per via della scomparsa
del ministero della Marina. Chi pensava che bastasse cambiare premier e
governo per archiviare il conflitto d'interessi era un povero illuso. Il
conflitto d'interessi è ormai l'unica Costituzione riconosciuta in
Italia.
Infatti ieri vi si è inchinato persino il capo dello Stato, ringraziando
- non si sa bene a che titolo - con peana e ditirambi l'uomo del
Similhaun Gianni Letta, in arte Oetzi, che da trent'anni si prodiga per
gli interessi del gruppo Fininvest-Mediaset prima in azienda e poi al
governo (ammesso e non concesso che vi sia qualche differenza) e che
ora, alla tenera età di 76 anni, ha deciso di compiere l'estremo
sacrificio del "passo indietro".
Nella foto: Passera con la moglie Giovanna Salza
E vi
hanno giurato alcuni ministri (due a caso: quelli che gestiranno
Giustizia e Comunicazioni, Severino e Passera) e sottosegretari (tipo il
viceletta Catricalà, uomo dal leggendario torcicollo visto che ha
passato la vita a voltarsi dall'altra parte appena incontrava un
conflitto d'interessi).
La Guardasigilli Severino è un'avvocatessa, più che di grandi intese, di
grandi imprese, essendo riuscita a difendere Eni, Enel, Sparkle,
Telecom, Rai, Total, Federconsorzi, Caltagirone padre e figlia, Geronzi
padre e figlia. E poi Acampora, l'avvocato delle mazzette Fininvest. E
poi democristi di ogni èra geologica: Gifuni, Prodi, Rutelli, Cesa,
Formigoni, col contorno di Caliendo e Augusta Iannini (del cui marito è
spesso ospite a Porta a Porta).
Ma, più che i clienti, della Severino preoccupano le idee: attacchi ai
pentiti di mafia e alle intercettazioni, e una bizzarra esternazione
sulla condanna di Geronzi per il crac Cirio ("mina il rischio d'impresa
del sistema bancario").
Poi c'è Passera. Già l'idea di affidare ai banchieri la soluzione di una
crisi provocata in gran parte dalle banche, non è niente male. Ma
quella di mettere allo Sviluppo il capo di banca Intesa è davvero
geniale. C'è stato un equivoco: si era detto larghe intese, non larga
Intesa.
Se oggi l'Italia non ha un euro per lo sviluppo è anche grazie
all'operazione Alitalia, che nel 2008 ha succhiato 4 miliardi di denaro
pubblico per pagare i debiti della parte marcia del gruppo, mentre
quella sana se la pappavano i "patrioti" scelti da Passera (come advisor
e creditore), fra i quali Passera (come Ad di Intesa) e alcuni debitori
di Passera.
Il quale poi avrà pure la delega ai Trasporti: e fino a ieri era socio e
creditore non solo di Alitalia, ma anche di Ntv, cioè dei supertreni di
Montezemolo e Della Valle. Avrà anche la delega alle Telecomunicazioni:
e Intesa è socia di Telecom, vigilata dallo Stato per la telefonia e
concessionaria dello Stato per la tv (La7), così Passera diventerà il
controllore delle sue due vecchie compagnie.
C'entra pure B.? Certo che sì: Intesa l'ha salvato dai debiti con
robuste iniezioni di denaro fresco, specie ai tempi della quotazione di
Mediaset; nel 2007 anticipò a Forza Italia 94 milioni di rimborsi
elettorali; nel 2010 predispose la fidejussione che consentì a Fininvest
di non pagare a Cir i 750 milioni a cui era stata condannata in primo
grado per lo scippo Mondadori; e un mese fa, quando finalmente Fininvest
staccò l'assegno da 560 milioni dopo l'appello, Intesa corse in suo
soccorso con un altro fido di 400 milioni.
Si dirà: diventando ministro, Passera lascia Intesa. Ci mancherebbe
altro. Ma davvero si può credere che, dovendo assumere decisioni in
materia aeronautica, ferroviaria, telefonica o televisiva, riuscirà a
dimenticare gli amici di ieri?
Il primo banco di prova sarà il beauty contest, cioè l'asta per le
frequenze digitali, vendute dal governo precedente alle compagnie
telefoniche per 3-4 miliardi, ma regalate a Rai e Mediaset rinunciando a
incassare almeno altrettanto. Vedremo se Passera oserà farle pagare
anche al mero proprietario del Biscione. Casomai, se B. non dovesse
trovare i soldi, potrebbe prestargli qualche altro spicciolo banca
Intesa.
Fonte:il Fatto Quotidiano del 17/11/2011
Da Come Don Chisciotte
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