"Tutti vedono la violenza del fiume in piena,nessuno vede la violenza degli argini che lo costringono." Bertold Brecht
Si è giustamente parlato di un'"anomalia italiana" nelle proteste che sono avvenute il 15 ottobre 2011 a Roma,terminate,al contrario della maggioranza di quelle europee,in scontri violenti.Purtroppo questi scontri hanno oscurato le reali ragioni della protesta,a cui i mass media hanno dato poco credito.Si è parlato anche di infiltrazioni allo scopo di sabotare la manifestazione,ma questa ipotesi non è del tutto esaustiva.Infatti,questi atti violenti,giustamente deprecabili,non possono considerarsi solo "atti teppistici" fini a sè stessi,ma essi rappresentano anche lo specchio di un certo malessere e disperazione sociale sempre più presente in Italia(e nel resto d'Europa,Grecia ad es)a causa della crisi economica.Su questo argomento penso che bastino queste parole di Maso Notarianni su Peace Reporter "Dopo di che, qualche infiltrato da solo non basta. La provocazione per attecchire deve aver terreno fertile. E terreno fertile in questo periodo ce n'è quanto si vuole. Pure troppo." (dall'articolo Una (mal)sana via di mezzo).Un'altro tema che intendo affrontare è la "moralità di convenienza" imperante ,un'atteggiamento che in questi giorni abbiamo visto regnare sovrano nelle dichiarazioni dei politici alla tv. Abbiamo sentito la condanna bipartisan delle violenze e degli scontri ,l'indignazione e la sorpresa per ciò che era successo,e anche estreme generalizzazioni.Questi stessi politici che oggi si presentano come "condannisti" della violenza sono gli stessi che in modo bipartisan(tranne qualche eccezione)sette mesi fa stavano(e stanno)dalla parte della violenza,del terrore,della guerra,dei bombardamenti,del saccheggio coloniale con bombe all'uranio impoverito, del terrorismo di Stato, oggi in Libia,ieri(e ancora oggi)Iraq,Afghanistan,e ancora Serbia,Somalia e così via.Inoltre,in questi giorni fiumi di inchiostro e di parole si sprecano sui fatti di Roma,mentre Di Pietro invoca lo Stato di Polizia con il ritorno alla "Legge Reale",Maroni agita lo spettro del terrorismo e della violenza politica stile anni 70(e su questo c'è da temere visto come sono andate le cose in Italia in quegli anni di strategie di tensioni)per giustificare più repressione,ma di tentare di analizzare e risolvere i problemi e il disagio della gente che la crisi accentua,e i disastri che il capitalismo finanziario porta in Italia,in Europa e nel mondo si preferisce non parlare.Chiudo con le parole di un'articolo del blog l'Incarcerato:"basta un giorno che subito dimentichiamo che la vera violenza la subiamo ogni giorno con lo sfruttamento del lavoro, la precarietà, la disoccupazione, gli omicidi di Stato, l'impoverimento della classe una volta definita media e tutta la distruzione della scuola e sanità, le due architravi del benessere civile. "
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