La prigione provinciale di Herat diretta dal generale Abdul Sadiq è stata ristrutturata e
modernizzata con finanziamenti italiani (91 mila euro) e le sue celle sono piene di presunti talebani catturati dai soldati italiani.
Alla cerimonia di inaugurazione della nuova struttura nel marzo 2010, cui presenziarono il generale italiano Alessandro Veltri e il colonnello Claudio Dei, il ministro afgano della Giustizia, Abidullah Ghalib, disse: "Un Paese sicuro è un Paese che investe nella giustizia, e grazie a questo progetto di cooperazione tra il governo e il comando regionale Isaf i prigionieri potranno seguire corsi di avviamento professionale che li aiuteranno a reinserirsi nella società con migliori prospettive di vita".
I detenuti, solitamente molto giovani, vengono prelevati dalle loro celle durante la notte, bendati e con le mani legate dietro la schiena, e portati nella stanza degli interrogatori. Per estorcere loro confessioni e informazioni vengono sbattuti a terra epicchiati sulla schiena e sulle piante dei piedi con cavi elettrici che provocano lacerazioni. Dopodiché, con i piedi sanguinanti, vengono costretti a correre per diversi minutisul selciato del cortile.
Da Peace Reporter
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