(ASCA) - Roma, 20 set - ''I paesi europei sono vergognosamente venuti meno al dovere di aiutare migliaia di rifugiati, per lo piu' africani, abbandonati nei pressi dei confini libici''. E' quanto ha denunciato Amnesty International in un documento in cui critica duramente i governi dell'Unione europea per ''non aver offerto il reinsediamento a circa 5000 rifugiati che versano in condizioni drammatiche lungo il confine libico-egiziano e libico-tunisino e che andrebbero incontro alla persecuzione o alla guerra se rinviati nei paesi di origine''.
''C'e' un abisso - ha dichiarato Nicolas Beger, direttore dell'Ufficio di Amnesty International presso le Istituzioni europee - tra la sofferenza dei rifugiati alle porte dell'Europa e la risposta data dall'Unioneeuropea. Un fallimento evidente, considerato il fatto che alcuni paesi europei, partecipando alle operazioni della Nato in Libia, hanno preso parte a quel conflitto che e' stato uno dei principali motivi dello spostamento non volontario di quelle persone. I ministri degli Interni dell'Unione europea devono affrontare urgentemente la questione dei reinsediamenti, inserendola all'ordine del giorno del Consiglio giustizia e affari interni del 22 settembre''.
Un migliaio di persone, tra cui cittadini eritrei, etiopi, iracheni, ivoriani, palestinesi, somali e sudanesi, si trova abbandonato al posto di frontiera egiziano di Saloum. La maggior parte dorme sotto ripari di fortuna fatti di plastica e coperte, i bambini e le donne sotto due tendoni.
Amnesty International ha documentato come da febbraio, quando e' iniziato il conflitto libico, cittadini provenienti da paesi dell'Africa sub-sahariana siano stati presi di mira, in quanto presunti mercenari, dai combattenti ostili a Gheddafi. Quando Bengasi e altre citta' della Libia orientale sono cadute nelle mani del Consiglio nazionale di transizione, le forze anti-Gheddafi si sono rese responsabili di raid nelle abitazioni, uccisioni e altri attacchi violenti contro le forze fedeli a Gheddafi e anche contro i presunti mercenari sub-sahariani.
Amnesty International ritiene inoltre che ''i cittadini provenienti da paesi dell'Africa sub-sahariana corrano il forte rischio di subire violenze e arresti arbitrari. Una settimana fa, l'organizzazione per i diritti umani ha diffuso un lungo rapporto in cui chiede al Consiglio nazionale di transizione di proteggere queste persone dalle rappresaglie''.
''Australia, Canada e Usa hanno espresso disponibilita' a reinsediare alcuni dei rifugiati. Per quanto riguarda l'Unione europea, la disponibilita' e' stata offerta solo da otto paesi e riguarda meno di 700 persone'', prosegue Amnesty International che chiede alla comunita' internazionale, e in particolare agli stati dell'Unione europea, di ''condividere le responsabilita' della crisi in corso per reinsediare i rifugiati in fuga dalla Libia. I paesi disponibili ai reinsediamenti dovrebbero lasciare da parte le quote annuali per affrontare questa situazione''.
Fonte:http://www.asca.it/news-LIBIA__AMNESTY__DA_PAESI_UE_NESSUN_AIUTO_A_RIFUGIATI__E__UNA_VERGOGNA-1050794-ORA-.html
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