L'11 SETTEMBRE E L'IMPERIALISMO USA

set 9, 2011 0 comments

11 Settembre 2001 L'imperialismo americano:
una strage inscenata per giustificare una guerra di potere e supremazia sulle poche risorse di petrolio rimaste.
Emergono tante «piccole» verità, sull'11 settembre come quelle delle redditizie speculazioni finanziarie della vigilia. Come se «qualcuno» sapesse prima ciò che sarebbe successo. La storia dell'11 settembre continua ad offrire una sorpresa dietro l'altra. Il presidente pakistano Musharraf, esperto di terrorismo internazionale, dichiarò allora di non ritenere Osama bin Laden il vero protagonista del Grande Attentato. «Non si può pensare che abbia potuto organizzare tutto standosene tra le montagne afgane», ha precisato Musharraf. Al massimo può avere «finanziato, spinto», ma chi ha ideato l'operazione doveva, tra le tante altre cose, «conoscere molto bene l'aviazione» (americana s'intende). Roba da servizi segreti ......, altro che Al Quaeda. Dobbiamo credergli? Di certo dobbiamo fare molta attenzione alle cose che dice, perché lui di cose ne sa certamente molte e quelle che lascia uscire sono molto meditate. L'altra sorpresa (di cui i grandi giornali stranamente non parlano) è che si comincia a sapere chi ha giocato in Borsa sull'attentato dell'11 settembre. E' già stato accertato che «qualcuno» cercò di fare i soldi, tanti soldi, scommettendo in anticipo sul crollo delle azioni delle due compagnie aeree - American Airlines e United Airlines - che sarebbero poi state coinvolte nella tragedia dell'11 settembre 2001. Ora emerge molto, molto di più. Intanto questi «qualcuno», agirono a raggio più vasto e in direzioni assolutamente inequivocabili, per dimostrare (oggi) che «sapevano» (allora) della prossima esecuzione della gigantesca operazione terroristica. Infatti anche la Morgan Stanley Dean Witter & Co., che occupava 22 piani del World Trade Center, insieme alla Merrill Lynch & Co., che aveva i suoi uffici centrali nelle immediate vicinanze delle Twin Towers, furono oggetto delle stesse attività speculative. Insieme a loro furono colpite dal diluvio speculativo anche Axa Reinsurance (che possiede il 25% di American Airlines), Marsh & Mc Lennan, Munich Reinsurance, Swiss Reinsurance e Citigroup. Molte di queste operazioni speculative avvennero nel Chicago Board Options Exchange, tra il 6 e il 10 settembre 2001, l’immediata vigilia. Ma ora emergono anche alcuni nomi di questi «qualcuno». I quali non paiono essere né arabi, né musulmani, bensì bianchi, cristiani e cittadini americani. E passi: anche tra i talebani c'erano degli americani. Ma qui c'è di più.
Costoro (stando alle informazioni raccolte da Michael C. Ruppert), erano dirigenti di un’importante banca americana, la Bankers Trust (BT). Fu proprio la Bankers Trust a piazzare un nutrito pacchetto di put options sul groppone di United Airlines. Per far capire il meccanismo: le put options sono contratti futures che consentono all'acquirente di fare affari se le azioni stanno per crollare (le call options, al contrario sono azioni che si acquistano in previsione di forti rialzi). E ora l'altra sorpresa. La Bankers Trust acquistò nel 1997 la A.B.Brown, una banca minore d'investimenti il cui presidente era il signor A.B.Krongard, detto Buzzy. Krongard diventò allora vice-presidente della Bankers Trust-A.B.Brown. Ma la sua carriera ebbe presto sviluppi importanti. Nel 1998 egli raggiunse gli uffici della Cia come consigliere del suo direttore, George Tenet. E fu promosso direttore esecutivo dal presidente George W. Bush nel marzo del fatale 2001. Piccolo ulteriore particolare: BT fa parte dal 1999 di Deutschebank. Quale fu l'ultima occupazione, di un tale (oggi) altissimo personaggio, nella BT? Gestiva il settore «relazioni con clienti privati». Affari molto delicati, da trattare con totale riservatezza, con personalità molto potenti di ogni area del mondo. Non si diventa numero 3 della Cia senza queste esperienze. Ed è per conto di questi personaggi molto potenti che le banche d'investimento agiscono. Non per caso il senatore Carl Levin dichiarò dopo l'attentato delle torri che BT-AB Brown era una delle 20 maggiori banche americane implicate nel riciclaggio di denaro sporco.
Da qui a provare la responsabilità diretta di «Buzzy» Krongard, naturalmente ce ne corre. Ma la Cia teneva d'occhio, in tempo reale, attraverso sofisticati softwares, operazioni finanziarie del tipo descritto, sia in previsione di attacchi terroristici, sia di altre azioni finanziarie suscettibili di danneggiare l'economia americana. Dunque niente affatto sprovveduti, come li si vuole far passare adesso. Avevano gli occhi bene aperti ben prima dell'11 settembre. Non potevano non accorgersi, ad esempio, che le put options contro United Airlines si erano moltiplicate per 90 volte il normale tra il 6 e il 10 settembre. Secondo la Cbs del 26 settembre, il livello fu 285 volte più alto della media il giovedì precedente l'attentato. E' solo un esempio. I campanelli delle Borse suonarono l'allarme, ma nessuno se ne accorse. E «Buzzy» non può avere cancellato tutte le sue amicizie negli ultimi tre anni. Tra coloro con cui è andato a cena nel frattempo c'erano dunque, molto probabilmente, conoscitori in anticipo dell'operazione terroristica. E che «numero 3» della CIA è se frequenta amici così intimi dei terroristi senza saperlo? E, se si fa l'elenco degli ex alti funzionari della Cia che sono dentro il sistema finanziario, si possono trovare nomi come David Doherty, generale in pensione, vice-presidente della Borsa di New York, John Deutsch, ex direttore della Cia con Clinton e ora nel consiglio di amministrazione di Citigroup, Nora Slatkin, ex direttore esecutivo della Cia e ora nel C.d.A. di Citybank, etc etc. Tutti molto sprovveduti? Adesso i malloppi così guadagnati giacciono nei forzieri, non ritirati. Sono 2.5 milioni di dollari per United Airlines; sono 4 milioni di dollari per American Airlines; sono 1,2 milioni di dollari per Morgan Stanley; sono 5,5 milioni di dollari per Merril Lynch. Totale 13,2 milioni di dollari solo per queste operazioni. Sono le uniche di cui si è accertata l'esistenza ma, molto probabilmente, ce ne furono molte altre, rimaste segrete al grande pubblico, ma niente affatto segrete agli inquirenti. Secondo Andreas Von Bulow, ex parlamentare tedesco responsabile a suo tempo della commissione di controllo dei servizi segreti tedeschi, citato da Tagesspiegel il 13/1/2000, le speculazioni da insider trading pre-attentato raggiunsero il vertiginoso livello di 15 miliardi di dollari, coinvolgendo numerose borse, incluse alcune europee. Altri esperti hanno stimato un ammontare di 12 miliardi di dollari. La Cbs News ha emesso una stima prudente di 100 milioni di dollari. Perché nessuno può ora incassare i premi delle operazioni d’insider trading terroristico? Perché qualcuno bloccò per quattro giorni (dopo l'11 settembre) tutte le operazioni di Borsa, negli Stati Uniti? In altri paesi non fu così. Ma certo in America si trattava di qualcuno della Cia, che arrivò in ritardo ma fu più furbo degli amici della Cia che sapevano in anticipo, e non solo lasciarono fare gli attentati ma ci specularono sopra.
Cultura dal basso contro i poteri forti
L'11 SETTEMBRE E L'IMPERIALISMO USA


Da Indymedia

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