BCE: dalla Banca Centrale Europea ai Beni Comuni Europei
I Cobas annunciano che non parteciperanno allo sciopero indetto dalla CGIL per il 6 settembre mentre accolgono la proposta degli indignados spagnoli per una giornata europea dell’indignazione che veda i cittadini europei occupare le piazze il 15 ottobre. La manovra del governo sta cercando di far pagare la crisi e il debito pubblico italiano ai cittadini, lasciando indenni coloro che la crisi l’hanno creata e che sulla crisi fanno affari, per primi le banche. I Cobas propongono una lotta permanente che si concretizzi nella mobilitazione ed occupazione permanente delle piazze, così come stanno facendo in Europa gli spagnoli e i Greci. Non solo, propongono un grande raccordo europeo a difesa dei beni comuni, dei salari e dei servizi sociali che faccia pagare la crisi a chi l’ha creata.
Bisogna colpire direttamente il vertice del sistema per poterlo combattere e tenerlo a bada, la proposta dei Cobas va nella giusta direzione soprattutto quando invita a un raccordo europeo delle battaglie. Serve però che si crei un manifesto europeo che evidenzi le contraddizioni del sistema e che suggerisca le vie d’uscita da un meccanismo in panne che sta crollando su stesso. Questa è la base per poter unire attorno a dei principi, a delle idee e degli obiettivi le masse europee: sull’esperienza positiva del “Forum Italiano dei movimenti per l’acqua” va creato un forum italiano dei movimenti per i beni comuni che si rapporti con le altre “piazze” europee.
Questa è la strada da battere per concretizzare le buone intenzioni e non lasciare che restino parole al vento o comunicati sui nostri siti. Se vogliamo combattere con i colossi dell’economia dobbiamo unirci attorno ad unico progetto ed individuare gli obiettivi sensibili da abbattere. La Banca Centrale Europea è costituita dalle banche centrali dei singoli stati europei, banche centrali a loro volta controllate da privati. Sono i privati, i grandi potentati economici che controllano la BCE e che dettano il programma politico ai governi, creano le crisi, prestano soldi agli stati comprando titoli di stato chiedendo in cambio privatizzazioni. I privati, soprattutto banche private, che controllano la BCE hanno il potere di stampare banconote, ovvero di creare banconote partendo da carta e inchiostro, ed è con questo potere che ricattano gli stati offrendo loro denaro nei momenti di crisi, stampandolo a costo quasi zero. Gli stati dovranno restituire quel denaro versando anche gli interessi mettendo in moto un meccanismo che fa aumentare il debito pubblico e che porta inevitabilmente a politiche di privatizzazione per arginare il problema. Ad usufruire delle privatizzazioni sono gli stessi potentati economici, che controllano la BCE, che comprano beni statali a basso prezzo. Gli stati si impoveriscono ma non risolvono il problema perchè il meccanismo resta in piedi e continua a creare debito.
Il primo passo da fare è raccogliere le firme per un referendum che preveda la nazionalizzazione della Banca d’Italia. Solo facendo crollare il terreno sotto i piedi di questa grande “piovra” si porranno le basi per la difesa dei beni comuni e per fermare l’avanzata dell’imperialismo economico che ci ha messi in ginocchio. Se facciamo questo primo passo insieme porremo le basi per un percorso comune ed un movimento di massa che invece che fronteggiare le “piccole” emergenze conseguenza di meccanismi perversi messi in atto dal sistema colpisca al cuore il sistema.
Bisogna colpire direttamente il vertice del sistema per poterlo combattere e tenerlo a bada, la proposta dei Cobas va nella giusta direzione soprattutto quando invita a un raccordo europeo delle battaglie. Serve però che si crei un manifesto europeo che evidenzi le contraddizioni del sistema e che suggerisca le vie d’uscita da un meccanismo in panne che sta crollando su stesso. Questa è la base per poter unire attorno a dei principi, a delle idee e degli obiettivi le masse europee: sull’esperienza positiva del “Forum Italiano dei movimenti per l’acqua” va creato un forum italiano dei movimenti per i beni comuni che si rapporti con le altre “piazze” europee.
Questa è la strada da battere per concretizzare le buone intenzioni e non lasciare che restino parole al vento o comunicati sui nostri siti. Se vogliamo combattere con i colossi dell’economia dobbiamo unirci attorno ad unico progetto ed individuare gli obiettivi sensibili da abbattere. La Banca Centrale Europea è costituita dalle banche centrali dei singoli stati europei, banche centrali a loro volta controllate da privati. Sono i privati, i grandi potentati economici che controllano la BCE e che dettano il programma politico ai governi, creano le crisi, prestano soldi agli stati comprando titoli di stato chiedendo in cambio privatizzazioni. I privati, soprattutto banche private, che controllano la BCE hanno il potere di stampare banconote, ovvero di creare banconote partendo da carta e inchiostro, ed è con questo potere che ricattano gli stati offrendo loro denaro nei momenti di crisi, stampandolo a costo quasi zero. Gli stati dovranno restituire quel denaro versando anche gli interessi mettendo in moto un meccanismo che fa aumentare il debito pubblico e che porta inevitabilmente a politiche di privatizzazione per arginare il problema. Ad usufruire delle privatizzazioni sono gli stessi potentati economici, che controllano la BCE, che comprano beni statali a basso prezzo. Gli stati si impoveriscono ma non risolvono il problema perchè il meccanismo resta in piedi e continua a creare debito.
Il primo passo da fare è raccogliere le firme per un referendum che preveda la nazionalizzazione della Banca d’Italia. Solo facendo crollare il terreno sotto i piedi di questa grande “piovra” si porranno le basi per la difesa dei beni comuni e per fermare l’avanzata dell’imperialismo economico che ci ha messi in ginocchio. Se facciamo questo primo passo insieme porremo le basi per un percorso comune ed un movimento di massa che invece che fronteggiare le “piccole” emergenze conseguenza di meccanismi perversi messi in atto dal sistema colpisca al cuore il sistema.
L’articolo dei Cobas: LA CRISI VA PAGATA DA CHI L’HA PROVOCATA
Francesco Scatigno – Collettivo Exit Barletta
Da Exit
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