Di Francesca Maruccia
L’aloe, pianta grassa dalle foglie succulente, che forse avete in casa e di cui magari ignorate i poteri, è in grado di fare miracoli in diversi rami della medicina oltre che della dermatologia. Il suo nome deriva forse dal termine greco “als-alòs”, che vuol dire sale, ma anche mare, forse a significare che il suo habitat è proprio vicino al mare; mentre un’altra derivazione attendibile sembra essere quella che la fa discendere dal vocabolo arabo “alua”, che vuol dire amaro, come in effetti è amaro il succo completo della pianta.
Citazioni che descrivono l’utilizzo di preparati a base di Aloe sono comuni nelle scritture. I primi usi fitoterapici documentati dell’Aloe risalgono al 2100 a.c. ed è riportato su una tavoletta di argilla sumerica. Nel Vangelo di Giovanni, al capitolo 19, versetto 39, si legge che Nicodemo in visita al sepolcro di Gesù, portò un’anfora contenente 100 libbre di mirra e Aloe. Esistono in vecchi trattati erboristi numerose ricette di elisir a base di Aloe. In Cina, la piantina dell’Aloe è venerata poichè considerata magicamente portatrice di fortuna e prosperità. L’Aloe vera era la “Pianta dell’Immortalità” degli Egiziani, la pianta dalle “Magiche Virtù” per i Sumeri, il “Giglio del Deserto”, per gli Arabi, la “Guaritrice Silenziosa” degli Indù, l’ “Elisir della Longevità”, dei Russi. Lo storico latino Plinio il vecchio, descrive l’efficacia dell’Aloe nella cura di numerosi disturbi e Dioscoride, medico greco (20-70 d.C.), autore del più antico trattato di farmacologia a noi pervenuto, il “De materia medica” nel quale parla diffusamente delle erbe officinali, descrisse ampiamente i benefici effetti di questa pianta per la guarigione di piaghe, cicatrizzazione di ferite, protezione e sollievo contro scottature, pruriti e infiammazioni cutanee. Si racconta che Alessandro Magno volle assicurarsi una continua fornitura di aloe conquistando l’isola di Socotra, nell’Oceano Indiano. Durante il Medio Evo e il Rinascimento l’uso medicinale dell’Aloe si diffuse in Europa, e il suo uso a scopo curativo venne introdotto anche nel Nuovo Mondo, forse per opera dei missionari spagnoli. Da quel momento la coltivazione della pianta si diffuse dapprima nei Caraibi e successivamente in Messico e Sud america.
L’habitat di questa pianta è molto vario, infatti comprende sia il bacino del Mediterraneo, sia i paesi orientali quali Africa orientale, India, isole dell’oceano Indiano, ma anche il continente Americano, dal Texas al Messico fino al Venezuela, e anche l’Oceania. La pianta cresce spontanea su terreni secchi e calcarei, ma si può anche coltivare, sia per seme che per talea.
L’aloe fa parte della famiglia del giglio, cresce nei territori caratterizzati da un clima caldo e secco ed è una pianta straordinarimente resistente. Ne esistono oltre 200 varietà ma, fra tutte, la cosiddetta Aloe Vera (Aloe Barbadensis Miller) sembrerebbe quella dotata di maggiore potere terapeutico. Da un punto di vista chimico, si possono distinguere tre grandi classi di componenti nell’aloe: gli zuccheri complessi – in particolare glucomannani tra cui spicca l’acemannano – nel gel trasparente interno, con proprietà immuno-stimolanti; gli antrachinoni nella parte verde coriacea della foglia, ad azione fortemente lassativa, e svariate altre sostanze di grande valore nutritivo, antinfiammatorio, antimicotico, analgesico[senza fonte], come sali minerali, vitamine, aminoacidi, acidi organici, fosfolipidi, enzimi, lignine e saponine.
Dalle sue foglie si estrae una sostanza gelatinosa che, usata fresca o opportunamente lavorata, assunto per via interna, complessivamente esso depura l’organismo sia dalle tossine esogene, provenienti quindi dall’esterno, introdotte per via orale o respiratoria, che da quelle endogene, prodotte quindi direttamente dalle nostre cellule, come i cataboliti, aiutando così l’azione depurativa del fegato, dei reni e del sistema linfatico. Inoltre stimola e riequilibra il sistema immunitario, aumentando le difese dell’organismo; è di aiuto nei problemi ossei e articolari, come l’artrite; svolge una marcata azione eupeptica, colagoga, antinfiammatoria sull’apparato digerente, con effetto cicatrizzante, riepitelizzante, riequilibrante del pH e della flora batterica gastrointestinale. Il succo puro di Aloe Vera è utile in caso di disturbi gastrici quali gastrite e ulcera, colite e colon irritabile, emorroidi, ma anche reumatismi; la grande ricchezza di vitamine, minerali e aminoacidi fa del succo di Aloe Vera un ottimo antiossidante, nutriente e tonificante cellulare. Per uso esterno il gel di Aloe Vera è largamente conosciuto per le sue proprietà antinfiammatorie, lenitive, calmanti, idratanti, anestetiche, rinfrescanti, cicatrizzanti, antibiotiche, quindi il suo uso è ideale in caso di pelle secca e danneggiata, mani screpolate, irritazioni della pelle e ustioni, scottature solari, punture di insetti, prurito, abrasioni e dermatiti, lesioni ulcerative, piaghe, pustole della varicella pruriginose, nonché trattamenti pre-solari e doposole.
L’ undici maggio del 1996 a Lucca, l’associazione botanica ed erborista “Armonia Verde” ha presentato una conferenza diretta da padre Romano Zago, francescano brasiliano, all’anagrafe di Lajeado in Diocesi di Porto Alegre classe 1932, che sembra essere un esperto sulle funzioni fitoterapiche dell’Aloe . Il monaco, ha tenuto circa 2 ore di dibattito sull’argomento, mostrando competenza ed esperienza su una peculiarità molto discussa dell’Aloe, cioè quella di curare neoplasie anche molto gravi. Padre Zago è convinto che l’Aloe è efficace contro reumatismi, malattie da radiazioni, psoriasi, herpes, sinusite, asma, tumori e addirittura porterebbe alcuni benefici anche ai malati di AIDS, nel senso che favorirebbe uno stato di sospensione dei sintomi portando la sieropositività per HIV ad uno stato di quiescenza. Le ricette di padre Zago sono consultabili gratuitamente sul suo sito, se volete saperne di più: http://aloearborescens.tripod.com/intro.htm
L’aloe, pianta grassa dalle foglie succulente, che forse avete in casa e di cui magari ignorate i poteri, è in grado di fare miracoli in diversi rami della medicina oltre che della dermatologia. Il suo nome deriva forse dal termine greco “als-alòs”, che vuol dire sale, ma anche mare, forse a significare che il suo habitat è proprio vicino al mare; mentre un’altra derivazione attendibile sembra essere quella che la fa discendere dal vocabolo arabo “alua”, che vuol dire amaro, come in effetti è amaro il succo completo della pianta.
Citazioni che descrivono l’utilizzo di preparati a base di Aloe sono comuni nelle scritture. I primi usi fitoterapici documentati dell’Aloe risalgono al 2100 a.c. ed è riportato su una tavoletta di argilla sumerica. Nel Vangelo di Giovanni, al capitolo 19, versetto 39, si legge che Nicodemo in visita al sepolcro di Gesù, portò un’anfora contenente 100 libbre di mirra e Aloe. Esistono in vecchi trattati erboristi numerose ricette di elisir a base di Aloe. In Cina, la piantina dell’Aloe è venerata poichè considerata magicamente portatrice di fortuna e prosperità. L’Aloe vera era la “Pianta dell’Immortalità” degli Egiziani, la pianta dalle “Magiche Virtù” per i Sumeri, il “Giglio del Deserto”, per gli Arabi, la “Guaritrice Silenziosa” degli Indù, l’ “Elisir della Longevità”, dei Russi. Lo storico latino Plinio il vecchio, descrive l’efficacia dell’Aloe nella cura di numerosi disturbi e Dioscoride, medico greco (20-70 d.C.), autore del più antico trattato di farmacologia a noi pervenuto, il “De materia medica” nel quale parla diffusamente delle erbe officinali, descrisse ampiamente i benefici effetti di questa pianta per la guarigione di piaghe, cicatrizzazione di ferite, protezione e sollievo contro scottature, pruriti e infiammazioni cutanee. Si racconta che Alessandro Magno volle assicurarsi una continua fornitura di aloe conquistando l’isola di Socotra, nell’Oceano Indiano. Durante il Medio Evo e il Rinascimento l’uso medicinale dell’Aloe si diffuse in Europa, e il suo uso a scopo curativo venne introdotto anche nel Nuovo Mondo, forse per opera dei missionari spagnoli. Da quel momento la coltivazione della pianta si diffuse dapprima nei Caraibi e successivamente in Messico e Sud america.
L’habitat di questa pianta è molto vario, infatti comprende sia il bacino del Mediterraneo, sia i paesi orientali quali Africa orientale, India, isole dell’oceano Indiano, ma anche il continente Americano, dal Texas al Messico fino al Venezuela, e anche l’Oceania. La pianta cresce spontanea su terreni secchi e calcarei, ma si può anche coltivare, sia per seme che per talea.
L’aloe fa parte della famiglia del giglio, cresce nei territori caratterizzati da un clima caldo e secco ed è una pianta straordinarimente resistente. Ne esistono oltre 200 varietà ma, fra tutte, la cosiddetta Aloe Vera (Aloe Barbadensis Miller) sembrerebbe quella dotata di maggiore potere terapeutico. Da un punto di vista chimico, si possono distinguere tre grandi classi di componenti nell’aloe: gli zuccheri complessi – in particolare glucomannani tra cui spicca l’acemannano – nel gel trasparente interno, con proprietà immuno-stimolanti; gli antrachinoni nella parte verde coriacea della foglia, ad azione fortemente lassativa, e svariate altre sostanze di grande valore nutritivo, antinfiammatorio, antimicotico, analgesico[senza fonte], come sali minerali, vitamine, aminoacidi, acidi organici, fosfolipidi, enzimi, lignine e saponine.
Dalle sue foglie si estrae una sostanza gelatinosa che, usata fresca o opportunamente lavorata, assunto per via interna, complessivamente esso depura l’organismo sia dalle tossine esogene, provenienti quindi dall’esterno, introdotte per via orale o respiratoria, che da quelle endogene, prodotte quindi direttamente dalle nostre cellule, come i cataboliti, aiutando così l’azione depurativa del fegato, dei reni e del sistema linfatico. Inoltre stimola e riequilibra il sistema immunitario, aumentando le difese dell’organismo; è di aiuto nei problemi ossei e articolari, come l’artrite; svolge una marcata azione eupeptica, colagoga, antinfiammatoria sull’apparato digerente, con effetto cicatrizzante, riepitelizzante, riequilibrante del pH e della flora batterica gastrointestinale. Il succo puro di Aloe Vera è utile in caso di disturbi gastrici quali gastrite e ulcera, colite e colon irritabile, emorroidi, ma anche reumatismi; la grande ricchezza di vitamine, minerali e aminoacidi fa del succo di Aloe Vera un ottimo antiossidante, nutriente e tonificante cellulare. Per uso esterno il gel di Aloe Vera è largamente conosciuto per le sue proprietà antinfiammatorie, lenitive, calmanti, idratanti, anestetiche, rinfrescanti, cicatrizzanti, antibiotiche, quindi il suo uso è ideale in caso di pelle secca e danneggiata, mani screpolate, irritazioni della pelle e ustioni, scottature solari, punture di insetti, prurito, abrasioni e dermatiti, lesioni ulcerative, piaghe, pustole della varicella pruriginose, nonché trattamenti pre-solari e doposole.
L’ undici maggio del 1996 a Lucca, l’associazione botanica ed erborista “Armonia Verde” ha presentato una conferenza diretta da padre Romano Zago, francescano brasiliano, all’anagrafe di Lajeado in Diocesi di Porto Alegre classe 1932, che sembra essere un esperto sulle funzioni fitoterapiche dell’Aloe . Il monaco, ha tenuto circa 2 ore di dibattito sull’argomento, mostrando competenza ed esperienza su una peculiarità molto discussa dell’Aloe, cioè quella di curare neoplasie anche molto gravi. Padre Zago è convinto che l’Aloe è efficace contro reumatismi, malattie da radiazioni, psoriasi, herpes, sinusite, asma, tumori e addirittura porterebbe alcuni benefici anche ai malati di AIDS, nel senso che favorirebbe uno stato di sospensione dei sintomi portando la sieropositività per HIV ad uno stato di quiescenza. Le ricette di padre Zago sono consultabili gratuitamente sul suo sito, se volete saperne di più: http://aloearborescens.tripod.com/intro.htm
Navigando in rete inoltre potrete trovare un sacco di ricette, da fare a casa, per servirsi al meglio di questa pianta benefica.
Per concludere, pare che l’utilizzo degli estratti di aloe abbia non solo il potere di curare il corpo ma anche il dono di rasserenare lo spirito. Queste le parole di Mohandas “mahatma” Gandhi (1869-1948):
“Mi chiedi quali forze segrete mi sostenessero durante i miei lunghi digiuni? Ebbene, furono la mia incrollabile fede in Dio, il mio stile di vita semplice e frugale e l’aloe di cui scoprii i benefici alla fine del XIX secolo, al mio arrivo in Sud Africa”.
Fonti: Le propietà terapeutiche di una pianta versatile ed efficace Julia Lawless – Judith Allan
Fonti: Le propietà terapeutiche di una pianta versatile ed efficace Julia Lawless – Judith Allan
Da Exit
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