Di Gennaro Carotenuto
CIUDAD JUAREZ – Stamane (-8 rispetto all’Italia) ascolto le notizie che mi raccontano di un tornado grande come l’Europa (‘sagerati) che si abbatte sugli Stati Uniti. Poi esco in strada e penso che -porca miseria- nonostante viva a un km in linea d’aria dal confine col Texas e tra il Sud e il Nord del mondo non ci è toccato neanche il bene di una fantozziana nuvoletta dell’impiegato. Azzurro fisso (meraviglioso peraltro) qui nel deserto e 38° all’ombra.
Rientro e la sempre splendida Annalisa Melandri mi offre un altro punto di vista da un altro Sud del mondo sempre al confine con l’impero. Nella Repubblica dominicana, nella totale indifferenza dei media, il passaggio dell’uragano Irene ha causato la bellezza di 30.000 senzatetto e almeno tre morti. Accendo RadioRai e nonostante sia domenica pomeriggio i GR sono quasi un filo diretto da New York dove peraltro i danni sono zero o quasi.
Struggono il cuore i servizi su quei poveri turisti italiani rimasti in albergo a guardare la tivù invece di addentare la grande mela che disperati chiedono: “e adesso a noi chi ci ripaga”? Vorrebbero il rimborso, come no! Sicuramente qualche associazione di consumatori disposta ad una class action contro Irene la troveranno. Che pena mi fanno… Poi riguardo la foto postata da Annalisa (sopra) e penso: e adesso a quei 30.000 senzatetto chi li ripaga? Neanche uno straccio di servizio al GR1.
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