Da sempre Gelmini è soddisfatta dell'aumento dei bocciati che si registrano in ogni ordine di scuola italiana da quando è lei il ministro all'Istruzione. Per lei più bocciati significa più merito, severità , rigore, responsabilità . Ma siamo sicuri che sia così? In realtà , a pensarci bene, se la scuola fosse veramente diventata più meritevole e responsabile, i bocciati dovrebbero diminuire, non aumentare. Comunque la pensiate, nell'ultimo rapporto Ocse-Pisa si consiglia ai prof di non bocciare perché è dannoso: esattamente il contrario di quanto afferma Gelmini. Non è lo slogan di studenti fannulloni, ma il serio suggerimento dell'ultimo rapporto Ocse sull'organizzazione dei principali sistemi educativi nel mondo. L'Ocse si rivolge ai governi, ai ministri, ai politici. E non tanto per risparmiare economicamente, come sostenuto recentemente sul Messaggero da Giorgio Israel in un articolo funzionale solo a riproporre un'idea generalista di scuola meritocratica. In Italia, le bocciature e le ripetenze sono circa una volta e mezzo la media Ocse. Per non parlare degli abbandoni: il 20% nel nostro Paese; anche qui, pari a circa una volta e mezza la media Ocse. Combinando i due parametri (ripetenze e abbandoni), ne risulta che l'Italia si ritrova con un indice almeno doppio della media Ocse. Un dato che dovrebbe allarmare e preoccupare un serio ministro all'Istruzione, che non dovrebbe utilizzarlo in modo strumentale per evocare un merito di cui in realtà parla solo per riempirsi la bocca: per esempio, i dati Ocse del 2007 dichiaravano con chiarezza che gli studenti che escono dalle scuole pubbliche italiane sono più preparati di quelli che escono dalle private, ma ciò non ha evitato che Gelmini togliesse alle scuole pubbliche per aumentarli alle private. Il dibattito sulla funzione e sull'efficacia delle bocciature per promuovere il merito in Italia da almeno tre anni. È ora di dire che è un dibattito sterile e strumentale, che serve solo a coprire con una grande foglia di fico il taglio epocale a docenti e fondi che il nostro governo ha compiuto riguardo alla scuola pubblica. Un dibattito di assoluta retroguardia. Solo chi non capisce nulla di pedagogia e di didattica può vendere agli italiani una tale panzana. Purtroppo il mondo è più complesso, anche quello della scuola. Non basta aumentare il numero dei bocciati, per dire che la scuola migliora. Non basta renderla più selettiva e classista, perché sia migliore. Insomma, l'ultimo rapporto Ocse ci dice che puntare sull'ignoranza invece che sull'educazione e sull'istruzione - come è stato fatto in Italia - non è conveniente neppure economicamente. E adesso? Chi è responsabile di questo scempio fa finta di non sentire o non capire.
Da Il Manifesto
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