Un gruppo di ecologisti sta studiando gli effetti della guerra sull'ambiente e gli effetti di quest'ultimo sulle guerre presenti e future.
La guerra distrugge l'umanità e l'impatto ambientale è tutt'altro che trascurabile. Nei bollettini di guerra si tiene conto delle morti dei soldati, dei civili (in maniera sempre approssimativa) e dei danni strutturali. Cadono nell'oblio gli effetti postumi (vedi l'utilizzo di munizioni all'uranio impoverito, del fosforo bianco e di altri agenti chimici).Nature allarga, e di molto, il punto d'impatto della guerra e delle sue attività collaterali: addestramenti, esperimenti, stoccaggi, test e smantellamenti. La prestigiosa rivista scientifica si chiede, per esempio e retoricamente, come mai il tasso di tumori sull'isola portoricana di Vieques sia di molto superiore all'incidenza nelle altre aree caraibiche e da dove provengano le ingenti quantità di mercurio tossico nel terreno della Slovenia. La risposta è una: la guerra. Vieques è stata per anni la discarica delle munizioni nocive degli Stati Uniti. Il mercurio sloveno risale ai combattimenti della Prima Guerra Mondiale.
Un gruppo di ecologisti sta studiando gli effetti della guerra sull'ambiente e gli effetti di quest'ultimo sulle guerre presenti e future. La guerra sovverte ogni ordine naturale e normativo. Una delle prime conseguenze è il sistematico saccheggio delle risorse naturalida parte dei paesi vincitori o occupanti, con il beneplacito di governi fantoccio. Ma quando si parla di risorse naturali, non bisogna pensare solo a idrocarburi o metalli preziosi. Esistono dei dati allarmanti che dimostrano come le mafie del legno abbiano devastato intere foreste non appena la guerra è sbarcata in Afghanistan e Pakistan.
A guardare gli inizi di questo nuovo millennio, ci sono poche speranze: gli uomini sono più pratici nella gestione della guerra che non nella salvaguardia dell'ambiente. Basta guardare, scrive Nature, il bilancio della Difesa americana che è di cento volte superiore al budget della National Science Foundation, l'agenzia governativa che si occupa di sviluppo e ricerca scientifica (nel 2011, la Nsc aveva riciesto uno stanziamento di 7,424 miliardi di dollari; il Tesoro ne ha concessi 6,8; alla Difesa sono andati oltre 700 miliardi di dollari).
Guarda il docuentario Vieques, Tropico del Cancro. Di Alessandro Grandi, prodotto da E-ilMensile e PeaceReporter
Da Peace Reporter
Un gruppo di ecologisti sta studiando gli effetti della guerra sull'ambiente e gli effetti di quest'ultimo sulle guerre presenti e future. La guerra sovverte ogni ordine naturale e normativo. Una delle prime conseguenze è il sistematico saccheggio delle risorse naturalida parte dei paesi vincitori o occupanti, con il beneplacito di governi fantoccio. Ma quando si parla di risorse naturali, non bisogna pensare solo a idrocarburi o metalli preziosi. Esistono dei dati allarmanti che dimostrano come le mafie del legno abbiano devastato intere foreste non appena la guerra è sbarcata in Afghanistan e Pakistan.
A guardare gli inizi di questo nuovo millennio, ci sono poche speranze: gli uomini sono più pratici nella gestione della guerra che non nella salvaguardia dell'ambiente. Basta guardare, scrive Nature, il bilancio della Difesa americana che è di cento volte superiore al budget della National Science Foundation, l'agenzia governativa che si occupa di sviluppo e ricerca scientifica (nel 2011, la Nsc aveva riciesto uno stanziamento di 7,424 miliardi di dollari; il Tesoro ne ha concessi 6,8; alla Difesa sono andati oltre 700 miliardi di dollari).
Guarda il docuentario Vieques, Tropico del Cancro. Di Alessandro Grandi, prodotto da E-ilMensile e PeaceReporter
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