Lunedì, dopo l'ingresso dei ribelli a Tripoli, precipita il prezzo dell'oro e schizzano i titoli di banche e aziende petrolifere che, come Unicredit e Eni, hanno interessi nel Paese e che hanno finanziato i ribelli. Sui quali pesa l'incognita di Al Qaeda
Quel giorno il prezzo dell'oro è iniziato a scendere dopo mesi di inarrestabile e costante rialzo. Toccando ogni giorno un nuovo 'record storico', il metallo giallo era arrivato a sfiorare la quotazione astronomica di 1900 dollari l'oncia. Da lunedì è iniziato un deprezzamento mai visto negli ultimi mesi: in pochi giorni la quotazione è precipitata a 1700 dollari l'oncia. La certezza di poter mettere le mani sulle 144 tonnellate di lingotti d'oroconservati nei forzieri della banca centrale libica (nella foto) sembra aver placato sete dei mercati.
La caduta di Gheddafi rimette sul mercato le principali riserve energetiche del continente africano (60 miliardi di barili di greggio e 1.500 miliardi di metri cubi di gas naturale), 150 miliardi di dollari di 'asset finanziari' (quote di grandi banche straniere e azioni di aziende multinazionali) e commesse miliardarie che la guerra ha bloccato.
Imbarazzante l'euforia mostrata lunedì dai titoli delle aziende e della banche italiane con maggiori interessi in Libia: Eni +6 per cento, Saras +6 per cento, Ansaldo +6 per cento, Telecom +4 per cento, Unicredit +3 per cento. Frutti di veri e propri 'investimenti di guerra', come i 300 e i 150 milioni di euro che Unicredit e Eni hanno rispettivamente donato ai ribelli libici.
La presenza di questi integralisti tra i ribelli, poco pubblicizzata ma nota fin dalle prime fasi di questa guerra, è stata liquidata dalla stampa occidentale come marginale e non preoccupante. Molti, però, hanno cambiato idea dopo l'uccisione del comandante militare dei ribelli, l'ex generale nazionalsita libico Abdul Fatah Younis, da parte di mujaheddin della brigata islamica Abu Obeida Al Jarrah (nella foto, un veicolo con le sue insegne a Tripoli). Il suo posto è stato preso da Khalifa Belqasim Haftar, ex agente della Cia che fino a pochi mesi fa viveva a Langley, in Virginia.
Da Peace Reporter
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