Può la massoneria determinare il risultato delle elezioni presidenziali in Francia? La domanda diventa sempre più d’attualità ora che la prossima scadenza elettorale, fissata alla primavera 2012, si avvicina inesorabilmente e così l’ora della verità per Nicolas Sarkozy.
In Francia si stimano circa 150mila ‘fratelli’. Un numero importante, ma al tempo stesso piccolo rispetto al numero complessivo di elettori. Insomma, le logge, almeno direttamente, non possono spostare una quota sufficiente di voti da poter influenzare il risultato delle prossime presidenziali. Il peso della massoneria, però, sulla società francese (e in particolare nei media) è fortissimo. E un candidato, se vuole davvero vincere, non ne può farne a meno. All’argomento è dedicato questa settimana un interessante articolo del Nouvel Observateur. “L’esperienza delle ultime presidenziali – scrive il giornalista François Bazin – insegna che non si vince senza un’etichetta massonica”. Il candidato non deve necessariamente appartenere a una loggia. Ma inviare segnali più o meno espliciti a quel mondo. Far capire che lo tiene presente.
Una premessa. L’ambito della massoneria in Francia, al pari di altri Paesi, è assai eterogeneo, anche dal punto di vista politico. Il Grand Oriente di Francia (Godf), con quasi 50mila membri, è la comunità più importante. Orgogliosamente laica, è considerata “progressista” (accetta ormai anche le donne) e “di sinistra”. Più a destra, invece, si collocano la Grande Loge de France(Glf) e soprattutto la Grande Loge Nationale Française (Glnf). In entrambe numerosi sono gli affiliati cattolici. Si tratta, comunque, di schemi da prendere con le molle. Xavier Bertrand, ad esempio, fedelissimo di Sarkozy, influente ministro francese del Lavoro, fa parte (uno dei rari che l’abbia ammesso pubblicamente) del Grand Oriente. Tanto più che sul credo politico puo’ prevalere di volta in volta la “fratellanza” massonica. Nuove, trasversali alleanze. Senza dimenticare la presenza dei “franc-maçon” in determinate professioni (i politici, appunto, ma anche i giornalisti e gli avvocati, solo per citarne alcune) e in settori legati allo Stato, come la pubblica istruzione (intesa come ministero), l’energia (comprese le aziende pubbliche del comparto, dei colossi) e la polizia.
L’etichetta, si diceva. Significa che il candidato deve almeno “corteggiarle” le logge. Talvolta i messaggi inviati hanno del patetico. Come quando, nel 2008, Sarkozy firmò una missiva indirizzata al presidente dell’ordine degli avvocati di Parigi, aggiungendo al suo nome e cognome i tre punti messi a triangolo, pura simbologia massonica. L’Eliseo negò, ovviamente, qualsiasi riferimento del genere. Se si ritorna all’ultima campagna, nel 2007, massoni a dire il vero erano praticamente quasi tutti i collaboratori di alto livello dei due candidati “finalisti”, Ségolène Royaleper i socialisti e Sarkozy dall’altra parte. Intorno alla Royale c’erano Patrick Mennucci, nipote di immigrati toscani a Marsiglia: massone doc. E il sindaco di Lione Gérard Collomb, uno che ha detto: “A Lione, quando la massoneria e la Chiesa camminano mano nella mano, la città va avanti”. Quanto a Sarkozy, poteva contare, oltre che su Bertrand, su Claude Guéant (oggi ministro degli Interni) e Brice Hortefeux (più volte ministro fino all’anno scorso), entrambi affiliati di logge più o meno dichiarati. La vera differenza fra Ségolène e Nicolas ? La prima durante la campagna si comporto’ come se la massoneria non esistesse. Il secondo, invece, lanciò i dovuti messaggi. Imparando la lezione dal suo predecessore, Jacques Chirac. Di cui si era detto a più riprese che appartenesse a una loggia. Lui, però, ha sempre negato, sottolineando al tempo stesso che il nonno, invece, era massone. L’attaccamento alla laicità , poi, del gollista Jacques è sempre piaciuto ai massoni puri e duri. Chirac fu amico fraterno di Michel Baroin, grand-maitre del Grand Oriente di Francia. Quando questi mori’ improvvisamente in un incidente aereo, si occupo’ di suo figlio François, sorta di figlio adottivo. Che oggi è ministro dell’Economia.
E alle prossime elezioni cosa succederà ? Sarkozy sarà ancora il riferimento del mondo occulto? La questione non è scontata. Certe sue dichiarazioni sulle “radici cristiane” della Francia non sono piaciute a tanti massoni puri e duri. Tanto che l’anno scorso alla Godf hanno fatto fuori il gran maestro Pierre Lambicchi, dalle dichiarate simpatie sarkozyste. Stesso destino in primavera alla Glnf per François Stifani, fino ad allora in assoluto miglior luogotenente del Presidente in terra massonica. Intanto altri possibili candidati alle presidenziali 2012 salgono nelle preferenze delle logge: François Hollande (in lizza alle primarie socialiste, in quel campo politico di gran lunga il più apprezzato dai massoni, assieme a Manuel Valls) e il moderato Jean-Louis Borloo, già vicino a Sarkozy e oggi il paladino (forse la vera sorpresa delle prossime elezioni) del centro. Ma perfino Jean-Luc Mélenchon, un tempo socialista, poi scivolato con il suo Parti de gauche ancora più a sinistra, è dato in quota massonica. Sì, le logge, un mondo sommerso. E proprio trasversale.
Da il Fatto Quotidiano
In Francia si stimano circa 150mila ‘fratelli’. Un numero importante, ma al tempo stesso piccolo rispetto al numero complessivo di elettori. Insomma, le logge, almeno direttamente, non possono spostare una quota sufficiente di voti da poter influenzare il risultato delle prossime presidenziali. Il peso della massoneria, però, sulla società francese (e in particolare nei media) è fortissimo. E un candidato, se vuole davvero vincere, non ne può farne a meno. All’argomento è dedicato questa settimana un interessante articolo del Nouvel Observateur. “L’esperienza delle ultime presidenziali – scrive il giornalista François Bazin – insegna che non si vince senza un’etichetta massonica”. Il candidato non deve necessariamente appartenere a una loggia. Ma inviare segnali più o meno espliciti a quel mondo. Far capire che lo tiene presente.
Una premessa. L’ambito della massoneria in Francia, al pari di altri Paesi, è assai eterogeneo, anche dal punto di vista politico. Il Grand Oriente di Francia (Godf), con quasi 50mila membri, è la comunità più importante. Orgogliosamente laica, è considerata “progressista” (accetta ormai anche le donne) e “di sinistra”. Più a destra, invece, si collocano la Grande Loge de France(Glf) e soprattutto la Grande Loge Nationale Française (Glnf). In entrambe numerosi sono gli affiliati cattolici. Si tratta, comunque, di schemi da prendere con le molle. Xavier Bertrand, ad esempio, fedelissimo di Sarkozy, influente ministro francese del Lavoro, fa parte (uno dei rari che l’abbia ammesso pubblicamente) del Grand Oriente. Tanto più che sul credo politico puo’ prevalere di volta in volta la “fratellanza” massonica. Nuove, trasversali alleanze. Senza dimenticare la presenza dei “franc-maçon” in determinate professioni (i politici, appunto, ma anche i giornalisti e gli avvocati, solo per citarne alcune) e in settori legati allo Stato, come la pubblica istruzione (intesa come ministero), l’energia (comprese le aziende pubbliche del comparto, dei colossi) e la polizia.
L’etichetta, si diceva. Significa che il candidato deve almeno “corteggiarle” le logge. Talvolta i messaggi inviati hanno del patetico. Come quando, nel 2008, Sarkozy firmò una missiva indirizzata al presidente dell’ordine degli avvocati di Parigi, aggiungendo al suo nome e cognome i tre punti messi a triangolo, pura simbologia massonica. L’Eliseo negò, ovviamente, qualsiasi riferimento del genere. Se si ritorna all’ultima campagna, nel 2007, massoni a dire il vero erano praticamente quasi tutti i collaboratori di alto livello dei due candidati “finalisti”, Ségolène Royaleper i socialisti e Sarkozy dall’altra parte. Intorno alla Royale c’erano Patrick Mennucci, nipote di immigrati toscani a Marsiglia: massone doc. E il sindaco di Lione Gérard Collomb, uno che ha detto: “A Lione, quando la massoneria e la Chiesa camminano mano nella mano, la città va avanti”. Quanto a Sarkozy, poteva contare, oltre che su Bertrand, su Claude Guéant (oggi ministro degli Interni) e Brice Hortefeux (più volte ministro fino all’anno scorso), entrambi affiliati di logge più o meno dichiarati. La vera differenza fra Ségolène e Nicolas ? La prima durante la campagna si comporto’ come se la massoneria non esistesse. Il secondo, invece, lanciò i dovuti messaggi. Imparando la lezione dal suo predecessore, Jacques Chirac. Di cui si era detto a più riprese che appartenesse a una loggia. Lui, però, ha sempre negato, sottolineando al tempo stesso che il nonno, invece, era massone. L’attaccamento alla laicità , poi, del gollista Jacques è sempre piaciuto ai massoni puri e duri. Chirac fu amico fraterno di Michel Baroin, grand-maitre del Grand Oriente di Francia. Quando questi mori’ improvvisamente in un incidente aereo, si occupo’ di suo figlio François, sorta di figlio adottivo. Che oggi è ministro dell’Economia.
E alle prossime elezioni cosa succederà ? Sarkozy sarà ancora il riferimento del mondo occulto? La questione non è scontata. Certe sue dichiarazioni sulle “radici cristiane” della Francia non sono piaciute a tanti massoni puri e duri. Tanto che l’anno scorso alla Godf hanno fatto fuori il gran maestro Pierre Lambicchi, dalle dichiarate simpatie sarkozyste. Stesso destino in primavera alla Glnf per François Stifani, fino ad allora in assoluto miglior luogotenente del Presidente in terra massonica. Intanto altri possibili candidati alle presidenziali 2012 salgono nelle preferenze delle logge: François Hollande (in lizza alle primarie socialiste, in quel campo politico di gran lunga il più apprezzato dai massoni, assieme a Manuel Valls) e il moderato Jean-Louis Borloo, già vicino a Sarkozy e oggi il paladino (forse la vera sorpresa delle prossime elezioni) del centro. Ma perfino Jean-Luc Mélenchon, un tempo socialista, poi scivolato con il suo Parti de gauche ancora più a sinistra, è dato in quota massonica. Sì, le logge, un mondo sommerso. E proprio trasversale.
Da il Fatto Quotidiano
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