Di Fabrizio Tringali – Megachip.
Il Senato ha da poco approvato l'ennesima mozione di fiducia posta dal governo Berlusconi.
La maggioranza assoluta degli inquilini di Palazzo Madama ha certificato, ancora una volta, la tenuta della compagine che sostiene l'esecutivo in carica.
Tuttavia la realtà è diversa dall'apparenza: tra le forze parlamentari, e anche all'interno dello stesso PDL, è sempre più accreditata l'ipotesi che Berlusconi cada, per essere sostituito da un esecutivo di larghe intese.
La finanziaria di Tremonti non è sufficiente a tenere a freno mercati e speculatori. E con l'imperversare della crisi, per garantire la difesa degli interessi dei ceti dominanti, il governo dovrà essere in grado di imporre scelte sempre più dure, in termini di tagli, imposte e privatizzazioni.Ma l'attuale gabinetto non ha la forza sufficiente. Non solo perché Berlusconi se ne infischia della crisi e continua a tenere impegnate le Camere nell'approvazione di provvedimenti ad personam.
Il motivo principale è che il massacro sociale che ci aspetta sarà di tali dimensioni che potrà essere realizzato esclusivamente da un governo appoggiato anche dal centrosinistra.
Infatti solo il coinvolgimento dell'attuale opposizione nel governo garantisce la copertura politica “a sinistra”, necessaria per tenere a freno lo scontro sociale, che altrimenti si scatenerebbe in forme imprevedibili.
E' nell'ottica di un ingresso della sinistra nell'area di governo che la CGIL ha firmato con Confindustria, Cisl e Uil, l'intesa del 28 giugno. Un accordo che svuota l'efficacia dei Contratti Nazionali di Lavoro e assesta un colpo durissimo alla democrazia sindacale, impedendo ai lavoratori di poter votare le intese che li riguardano.
Un'altra conferma del fatto che i tempi per la spallata a Berlusconi sono davvero maturi, arriva da colui che qualche tempo fa indicavamo come possibile prossimo premier, a capo di un “governissimo” sostenuto anche dal centrosinistra, ma non dalla Lega.
Le parole di Beppe Pisanu, pubblicate oggi su Avvenire, non passeranno inosservate.
L'autorevole esponente del PDL si spinge a dichiarare che le “larghe intese” si faranno comunque: se i partiti non dovessero riuscire a mettersi d'accordo, agiranno autonomamente i parlamentari di “buona volontà”.
Oltre a far suonare le campane a morto per Berlusconi, Pisanu strizza l'occhio al Partito Democratico proponendo una legge elettorale che di certo non dispiace al partito di Bersani, cioè il cosiddetto Mattarellum (75% dei seggi assegnati tramite collegi uninominali, il restante 25% attribuito su base proporzionale), ma con qualche “correttivo sostanziale”, primo fra tutti, l'innalzamento della quota di sbarramento.
In questo modo ottenere rappresentanti alle Camere sarà molto difficile, se non impossibile, tranne che per i grandi partiti e le forze loro alleate. Il che vuol dire che le sedi del potere legislativo saranno accessibili solo all'attuale ceto politico di sinistracentrodestra.
Dunque Parlamento blindato, e contratti e condizioni di lavoro imposte dal mondo imprenditoriale. Ed è solo l'inizio.
Quel che ci aspetta infatti è un sostanziale restringimento di tutti gli spazi di democrazia, al fine di evitare ogni forma di possibile opposizione alle future, durissime decisioni.
Che saranno giustificate dal fatto di essere necessarie al rilancio della “crescita”, all'ottenimento di buoni livelli di competitività per il nostro Paese, e finalizzate al rispetto dei parametri richiesti dall'Unione Europea.
Un fronte di opposizione sociale che voglia resistere al massacro che ci aspetta, deve partire proprio da qui, dalla messa in discussione dei mantra che anche la sinistra politica e i sindacati confederali hanno ormai tristemente accettato di ripetere: “crescita”, “produttività”, “competitività”.
Da Megachip
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Bisogna attivarsi per nuove persone di zecca, al di fuori dei circuiti della politica, bisogna cambiare il mondo o loro cambiano noi e questo non deve accadere, anche se in parte già sta succedendo.
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